Osservatorio Steam Next Fest - Everdeep Aurora
Nelle prossime settimane si terrà lo Steam Next Fest, durante il quale valanghe di giochi renderanno disponibili per il pubblico delle versioni di prova, alcune destinate a rimanere là appese nei secoli dei secoli, altre a sparire dopo il termine dell’evento. In questi casi, sviluppatori e publisher intraprendenti offrono a stampa e influencer la possibilità di provare le demo in anteprima, per parlarne prima che cominci il macello. Ha senso? Ve ne frega qualcosa, considerando che tanto le demo potrete poi provarle pure voi? Oppure vi interessa proprio per potervi orientare nel mezzo dell’offerta? O magari vi leggete gli articoli così poi provate solo le demo su cui non avete letto nulla? Vai a sapere. Io, in quanto membro ormai marginale della KA$TA con scarso tempo a disposizione, fra le centododicimila e-mail ricevute la scorsa settimana mentre ero alla Nordic Game Conference ho notato solo quelle che offrivano la prova anticipata di due giochi e quindi ho puntato su quelli ho individuato i due giochi che mi sembravano più interessanti e ho deciso di dedicarmi a quelli. Oddio, in realtà, mentre scrivo queste righe, mi vedo passare davanti altre e-mail che offrono altre demo e mi sale l’ansia perché vorrei provare tutto ma non ho tempo ho troppo da fare il lavoro mi opprime questa settimana qua in Francia c’è il ponte dell’ascensione maledette feste religiose non ho tempo aiuto affogo salvatemi.
Dunque. Oggi vi dico due cosette su Everdeep Aurora, un gioco francamente delizioso, di cui avevo tra l’altro chiacchierato molto brevemente già un anno fa nel podcast sui giochi visti e provati alla Game Developers Conference 2024. Sviluppato da Nautilus Games, Everdeep Aurora è l’ennesimo gioco dall’estetica nostalgica che va a pescare nelle macchine del passato appiccicandoci sopra un twist moderno. Nella descrizione su Steam si parla di estetica a 16 bit, e probabilmente in termini di risoluzione e “potenza” grafica siamo da quelle parti, ma il feeling che il gioco trasmette va più in zona Game Boy. Un Game Boy sotto droghe pesanti, la cui estetica semi-monocromatica cambia pigmento ogni volta che si passa da un’ambientazione all’altra, caratterizzando in maniera fortissima tutti i luoghi che è possibile visitare.
Nel gioco si controlla Shell, una cucciola di gatto antropomorfa che gironzola per un mondo devastato da una tempesta di meteore apocalittica, che ha costretto la popolazione del pianeta a stabilirsi sotto terra. Un giorno Shell riceve una lettera dalla madre, stabilitasi per l’appunto nei meandri del pianeta, e decide di mettersi alla sua ricerca. La prima tappa è un castello popolato da creature non particolarmente accoglienti, anche se fin dall’inizio il gioco sembra voler dichiarare con forza la sua natura pacifista. Forse anche andando un po’ in contraddizione con quel che ci si aspetta dall’estetica retro, infatti, in Everdeep Aurora tutto ruota attorno a platforming, esplorazione e risoluzione di enigmi ambientali, senza situazioni di combattimento a far rischiare la vita.
L’unico elemento fisso vagamente categorizzabile come “di sfida” è costituito dalla necessità di recuperare delle gemme rosse che fanno da carburante per la trivella in dotazione alla protagonista. Shell, infatti, se ne va in giro con una specie di maglio perforante in stile Jeeg robot d’acciaio, utilizzabile per scavare tunnel nei terreni del gioco. Rovistando così nel torbido, diventa possibile esplorare le profondità del mondo e incontrare le varie forme di vita che, come detto prima, hanno deciso di andare a vivere sotto terra.
Oltre a poter scavare nella roccia, Shell è in grado di arrampicarsi sui muri col classico doppio salto ed è presumibile pensare che nel corso del gioco sbloccherà qualche abilità aggiuntiva, magari anche potenziando la trivella per scavare buchi in diversi tipi di roccia o pavimentazione. Qualsiasi genere di potenziamento dovrebbe però rimanere limitato alle capacità esplorative, data la già menzionata natura pacifica del gioco. I vari personaggi che è possibile incontrare, per esempio, anche quando si rivelano essere un po’ più ostili, non sono mai nemici da abbattere, servono invece per popolare il mondo, creare un contesto, raccontare una storia e, in certi casi, fornire fetch quest un po’ in stile Zelda classici: recuperami quest’oggetto che ha quell’altro personaggio che te lo dà se gli porti quell’oggetto che ha quell’altro personaggio [continua].
Va detto che, nonostante la sua piacevolezza e il suo taglio accogliente, Everdeep Aurora non sembra poi troppo interessato a guidare il giocatore per mano, o comunque a costringerlo su un percorso eccessivamente lineare. L’esplorazione è abbastanza libera, sia quando si è costretti dalle fasi iniziali di gioco ma si ha subito accesso a una lunga serie di porte e stanze da esplorare, sia poi quando ci si ritrova a scavare in ogni direzione, scovando stanze, passaggi e nuovi luoghi in cui gironzolare per riempire la mappa. Ah prima che me ne dimentichi: oltre a saltellare di qua e di là, scovare oggetti e tesori, commerciare coi vari personaggi, Shell può anche affrontare dei minigiochi e (provare a) risolvere enigmi ambientali opzionali che costituiscono, forse, la parte più impegnativa di Everdeep Aurora, quantomeno se ci si limita all’esperienza proposta dalla demo.






















All’interno di uno scenario complessivamente molto positivo, ci sono due aspetti che mi hanno non dico respinto, ma quantomeno messo addosso qualche dubbio. Da un lato, ho visto una certa legnosità in alcuni movimenti del personaggio, che però, vista anche la generale buona risposta ai comandi, penso sia in qualche modo voluta, una sorta di scelta stilistica legata all’immaginario retro ricercato da Nautilus Games. Dall’altro, ho avuto l’impressione che a tratti sia un po’ complicato orientarsi, sicuramente nelle fasi iniziali che ci vedono privi di automapping, ma anche successivamente, una volta ottenuto quello strumento prezioso. Ma, di nuovo, penso che la cosa sia voluta, nell’ottica di restituire la sensazione di ritrovarsi persi ad esplorare fra luoghi ignoti. Quindi alla fin fine non so manco se me la sento di caratterizzarli come dubbi.
In generale, vedo il potenziale per un qualcosa di abbastanza unico, una sorta di metroidvania pacifista, totalmente privo di combattimenti e incentrato sulla componente narrativa, esplorativa, piattaformistica. Personalità, stile e idee ci sono, penso che sia il caso di tenerlo d’occhio.