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Steam Machine è per te?

Steam Machine è per te?

L’annuncio di una nuova macchina da gioco genera sempre molto entusiasmo e altrettante discussioni. Se arriva poi da una fonte che non appartiene alla sacra triade Microsoft-Nintendo-Sony, la curiosità si accompagna allo scetticismo. Ma se chi la realizza è Valve, il tutto si tramuta in un evento che profuma di misticismo.

Gabe Newell, con quella sua apparenza bonacciona, ha saputo creare intorno alla sua società un’aura quasi mitologica. Una compagnia sempre all’avanguardia, che non fa quasi mai ciò che ti aspetti e lo fa spesso con successo, ma che non è un gigante cattivo. Insomma, quando Valve annuncia qualcosa, il popolo di internet vuole che abbia successo, ci spera ardentemente al punto di decretare la vittoria della società di Bellevue prima ancora che la gara sia iniziata.

Steam Machine non è un concetto nuovo, Valve ci aveva già provato nel 2015 e anche in quel caso l’entusiasmo fu altissimo, in controtendenza col successo del progetto. Un OS non all’altezza, prestazioni non ottimali, un mercato PC ancora in cerca di identità, non dominante come oggi, e un pastiche di prodotti il cui livello di prezzo era estremamente variegato replicarono il caos del mondo PC da cui Steam Machine prometteva di liberare. Morì senza far rumore. Ma l’idea non era sbagliata,

Steam Machine, prima puntata

Avanti veloce al 2025, infatti, il progetto ritorna in una forma cubica che strizza l’occhio al minimalismo, all’estetica elegante da salotto, finanche a una delle console più amate da un punto di vista del design, quel GameCube di Nintendo il cui nome è subito stato storpiato in GabeCube e adottato dal popolo internettiano come nomignolo per la nuova macchina.

Valve è dunque di nuovo ai blocchi di partenza con un PC mini senza fronzoli, che promette, stavolta sì, un’esperienza da console ma con i benefici di una libreria immensa, degli sconti Steam, di una superiorità tecnologica rispetto alle attuali console e un nome che incrocia in maniera raffinata passato e futuro. Come può fallire? E qui sta la prima, forse l’unica vera domanda: cosa vuol dire successo per Steam Machine e, di conseguenza, qual è il suo mercato obiettivo?

In molti diranno che i PC camuffati da console esistono già da un po’. In qualche maniera è dall’era PS4 in poi che le macchine da gioco hanno abbandonato architetture proprietarie astruse. Xbox è da sempre, a tutti gli effetti, un PC chiuso e standardizzato per facilità d’uso. Se poi nel calderone ci buttiamo l’utilizzo sempre più spinto di motori di terze parti, come l’onnipresente Unreal Engine, il panorama è più omogeneo che mai. Questa obiezione, però, manca di considerare un aspetto non secondario: l’utente mass market ha poco interesse a sapere cosa ci sia sotto la plastica. Che sia l’astruso Cell di PS3 o il più prosaico processore AMD parzialmente custom di Xbox One, a dettare l’esperienza sono l’UI della console, i suoi giochi, il suo ecosistema. Avere componenti da PC non significava necessariamente giocare su PC. Steam Machine invece vuole essere proprio il PC reso accessibile: si potrà importare la propria libreria Steam, accedere a GOG, Epic Store e qualsiasi altro servizio di vendita, ma con una facilità d’uso maggiorata. Nelle intenzioni, l’esperienza sarà quella della versatilità e libertà PC ma senza i suoi lacci e lacciuoli. E magari senza led colorati e cafonate varie. La vittoria della praticità e del buon gusto, insomma. Che sarebbe già un motivo sufficiente per volerla veder trionfare.

Per essere rilevante, dunque, Valve dovrà poter competere con i computer da gioco di fascia media. Perché fornire un’esperienza sub PC e sub console non avrebbe senso, il mercato è già coperto. Da qui il rischio di trovarsi in mezzo al guado. Potenza significa costi, ma macchine da gioco che sforino i 600 Euro rischiano di non trovare terreno fertile. Non trovo tuttavia realistico che Steam Machine venga venduta sotto quella soglia, sia per i suoi obiettivi sia per le economie di scala che (non) può raggiungere Valve. La stessa Microsoft, che andrà con ogni probabilità a scontrarsi direttamente col GabeCube, ha dichiarato che il suo nuovo prodotto avrà un prezzo premium. D’altra parte, come si scriveva, se non vuoi fare una figura misera rispetto ai PC odierni, non puoi presentarti sulla linea di partenza poco meno che carrozzato.

Un indizio ancora più corposo è stato dato da Pierre-Loup Griffais, ingegnere software di Valve, che ha asserito che ci si può attendere un prezzo in linea col costo di un PC da gioco di fascia media. Non 600 €, dunque.

La famiglia hardware di Valve si allarga

E si torna alla domanda di apertura e al grande fraintendimento: a chi si rivolge Valve? Perché per tutte le speranze dei fan di Newell bisogna rendersi conto che l’obiettivo non è il venduto di Switch e neppure quello di Xbox Series. Realisticamente, Valve punterà a numeri simili a quelli, ottimi, di Steam Deck (circa 6 milioni di console in 3 anni), che ne fanno una variante notevole nel mercato, ma pur sempre una nicchia.

Valve punterà ai multiconsolari curiosi, ai giocatori PC che vogliono una seconda stazione di gioco in salotto facilmente fruibile, a chi vede nel computer una macchina superiore per parco software e potenzialità ma ne ha sempre temuto le complessità o non è così volenteroso dal volersene assemblarne uno… e forse è finita qui. A meno di grosse sorprese nel prezzo di lancio, Steam Machine rischia di essere troppo costosa per la massa dei giocatori console e troppo poco potente per l’utenza della master race. Non può ambire a un venduto da decine di milioni di unità.

Il fatto che il target del progetto di Valve sia più modesto rispetto ai dominatori del mercato e poi dettato da Valve stessa. Per quanto sia una società profittevole, non ha le potenzialità promozionali di Microsoft e neppure ha la distribuzione di Sony. Sono reti e relazioni che non si costruiscono in pochi mesi e che sono ancora il portale per raggiungere una buona fetta della massa dei consumatori. Il largo pubblico è, a oggi, fuori dalla sua portata. La rivoluzione non è probabilmente ancora alle porte. Il GabeCube potrebbe esserne un primo deciso passo, non un terremoto. Sarà comunque un viaggio interessante.

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