Outcazzari

Vent'anni di Xbox 360 (e Geometry Wars: Retro Evolved)

Vent'anni di Xbox 360 (e Geometry Wars: Retro Evolved)

Sono emozionato. Lo sono sempre, quando si parla di Xbox 360, perché è la mia console preferita di tutti i tempi. E gli anni trascorsi con Xbox 360 sono in assoluto i miei preferiti nella mia vita da videogiocatore. Ricordo perfettamente quel 2 dicembre del 2005 (la console arrivò negli USA il 22 novembre, da noi il 2 dicembre, appunto) e quella fantastica spedizione da Mediaworld per ritirare sette (sì, sette) Xbox 360 prenotate da vari redattori delle riviste Future, tra cui il sottoscritto (e probabilmente qualcun altro che bazzica queste pagine). Io alla spedizione neanche partecipai, per cui il momento in cui le sette console furono trasportate in redazione lo ricordo tipo l’arrivo di Babbo Natale.

Che poi, attenzione, sicuramente ero in hype per la nuova console di Microsoft, ma in modo normale. Lo sono sempre stato per l’arrivo di una nuova macchina da gioco anche solo mediamente interessante, quindi figuriamoci. Xbox 360 era la prima console che ci avrebbe permesso di giocare in HD, e questo me la rendeva particolarmente interessante, ma all’epoca ero molto più proiettato verso PS3. L’amore per la scatoletta bianca di Microsoft fiorì col tempo, nelle settimane e nei mesi successivi al lancio. Mamma mia, che ricordi fantastici. Voglio procedere un po’ in ordine sparso a ricordare cose e a elencare motivi per cui Xbox 360 sarà sempre una console indimenticabile per me.

Cominciamo con il già citato supporto all’alta definizione. Il passaggio dalle console della generazione precedente (Dreamcast, PS2, GameCube, Xbox) a Xbox 360 fu clamoroso, anche grazie al fatto di poter finalmente giocare in HD. Che poi intanto significava anche passare dal formato 4:3 al formato 16:9, fino ad allora sfruttato solo saltuariamente da qualche gioco qua e là. Invece con l’HD, finalmente, tutta la roba era anche necessariamente in 16:9. Ah, e anche progressivo anziché interlacciato, avevo quasi rimosso questa cosa! E poi, appunto, a una risoluzione più alta. 1280x720, per la precisione, 720p, il cosiddetto HD Ready. Una roba che oggi sarebbe inaccettabile, ma che all’epoca costituiva un salto spaziale rispetto al prima.

Poi. Il controller wireless. C’era già, certo. Nella generazione precedente un po’ tutte le console avevano proposto, chi in maniera “proprietaria”, chi affidandosi alle terze parti, un controller senza fili (in molti ricorderanno il Wavebird del GameCube, per esempio), ma Xbox 360 era la prima console ad avere un controller wireless di serie, fin dal day one. E che controller! Dimensioni, ergonomia, tutto sommato anche una certa bellezza estetica, davvero uno dei controller migliori di sempre, in relazione al proprio periodo di esistenza. Unica pecca: una croce direzionale più che discutibile.

Altra roba fondamentale: l’esplosione della distribuzione digitale dei videogiochi per console. Con quella meraviglia chiamata Live Arcade, di cui mi pare che qualcun altro vi parlerà più nel dettaglio in questa Cover Story. Live Arcade aveva fatto il suo esordio con una quarantina di titoli sulla prima Xbox ma entrò davvero a pieno regime su Xbox 360, diventando una roba talmente avanti che, ancora oggi, non tutte le sue figate sono diventate uno standard nel mondo dei videogiochi, come speravo.

Che poi il digital delivery si sposava perfettamente con una console che ti permetteva di fare cose nella sua dashboard anche senza il disco di un gioco dentro. E questa era davvero una novità assoluta. Ricordiamoci un attimo della generazione precedente (e di tutte le console fino ad allora). Prendiamo PS2, per esempio. Cosa ci facevi, con PS2, senza un disco inserito nel lettore? Nulla. Potevi tipo gestire i file delle memory card e cambiare due opzioni in croce. Nella dashboard di Xbox 360 avevi il Marketplace (in cui acquistare i suddetti giochi Live Arcade, scaricare demo, scaricare trailer), potevi gestire le tracce audio della tua libreria (da usare anche come colonna sonora dei giochi), riprodurre file multimediali dall’hard disk della console, da dispositivi collegati o dalla tua rete domestica (un’autentica rivoluzione per l’epoca), sfogliare la tua lista amici, inviare messaggi (testuali o audio) agli amici stessi, iniziare con loro una chat vocale, consultare i tuoi obiettivi…

Gli obiettivi! Il gamerscore, signore e signori. Gli achievement. Madonna. Oggi questo tipo di ricompense legate al profilo giocatore ci sembra normalissimo su tutte le piattaforme (o quasi, vero, Nintendo?), ma all’epoca era una invenzione totale, nonché una delle droghe più piacevoli della mia vita. Che poi per molti è diventata una roba un po’ fastidiosa, e ci può anche stare (come tutte le cose, dipende un po’ anche da come le usi), ma in quel periodo per me fu amore potentissimo, sia per la droga da accumulo di risultati e punteggio, sia perché spesso gli obiettivi ti permettevano di esplorare lati di un gioco a cui altrimenti non avresti pensato. Un esempio chiarissimo di quest’aspetto degli achievement è l’obiettivo “Pacifismo” di Geometry Wars, in cui dovevi sopravvivere per un minuto senza sparare.

Ah, giusto. Geometry Wars. Vent’anni fa nasceva anche Geometry Wars. O meglio: Geometry Wars: Retro Evolved, consacrazione di un’idea nata qualche mese prima come minigioco all’interno di Project Gotham Racing 2, di Bizarre Creations. A proposito, che fine hanno fatto? Avevano lasciato Microsoft per Activision, ma poi li ho persi un po’ di vista. OK, controllato: dopo aver realizzato Blur (2010) per Activision, lo studio è stato chiuso nel 2011. Comunque, scusate la divagazione, dicevamo: Geometry Wars. Era appunto uno dei giochi di Xbox Live Arcade, quelli scaricabili, disponibile per la console fin dal giorno di lancio. Un twin stick shooter semplicissimo da cui era impossibile allontanarsi, una volta iniziata una partita. La cosa bella, per quanto riguarda Geometry Wars, è che ci ho giocato praticamente per tutti i vent’anni che sono trascorsi dalla sua uscita. Anche perché era difficilissimo da completare, sbloccando tutti gli obiettivi. Tanto è vero che l’ultimo sono riuscito a ottenerlo solo all’inizio di quest’anno. Una storia pazzesca che ha generato un legame incredibile tra me e questo gioco.

E di conseguenza con Xbox 360, visto che, seppur su altre macchine grazie alla retrocompatibilità, alla fine, giocando a Geometry Wars fino a pochi mesi fa, è come se avessi giocato per vent’anni con Xbox 360.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai vent’anni di Xbox 360, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.

Storie dall'inferno della programmazione

Storie dall'inferno della programmazione