Outcazzari

Le mie cacate videoludiche preferite

Le mie cacate videoludiche preferite

Quale modo migliore per concludere un mese dedicato al marrone che parlare di cacca? Nessuno, e quindi procedo con un breve elenco delle mie esperienze scatologiche preferite in decenni di videogiochi, rigorosamente in ordine sparso.

Un cumulo di merda assassina

Cominciamo dall’elefante nella stanza: The Great Mighty Poo. Un boss gigante che passa tutto il tempo a cantare in un meraviglioso momento musical, con tanto di testo e pallina da singalong ad accompagnare. E la pallina è una pallina di merda che ad ogni rimbalzo sgocciola tocchetti di merda. E il testo della canzone, che per inciso menziona il fatto che lui, pur essendo composto di merda, ha un buco del culo in cui promette di infilare Conker, è tutto un florilegio di sinonimi di “cacca”. Per sconfiggerlo devi lanciargli dei rotoli di carta igienica, mentre raccogli barrette di cioccolato che servono per recuperare energia. Come nel resto del gioco. Solo che nel resto del gioco non sono appoggiate su un pavimento di merda. Perché la merda gigante si trova in un’arena sotterranea interamente composta di merda. Che però è anche un water, tant’è che alla fine, quando vinci, tiri lo sciacquone.

Che capolavoro, Conker’s Bad Fur Day.

Cessi pubblici salvifici

Dead Rising è uno dei miei giochi preferiti della generazione PS3/Xbox 360. Forse il mio preferito? Vai a sapere. No More Heroes è… un gioco? Una cosa strana con cui mi sono divertito, dai. In entrambi, per salvare, si va al cesso. In Dead Rising non si “consuma”, però i cessi sono l’unico luogo in cui ti trovi al sicuro dagli zombi, possono fornire anche comodi passaggi segreti che fanno da scorciatoie e, appunto, ti permettono di salvare. In pratica, Capcom sostituisce la macchina da scrivere di Resident Evil con una latrina. Ci sta. In No More Heroes, invece, per salvare ti siedi proprio sulla tazza. In entrambi i casi, mi piace pensare che il salvataggio consista in un deposito di feci, lasciato lì a imperitura memoria.

Hideo Kojima, il poeta filosofo

Il grande Hideo Kojima, l’uomo che ha scoperto lo sviluppo indipendente quando si è ritrovato tutto solo con la sua scrivania e i soldi di Sony, probabilmente costretto a defecare nel cestino della carta. Lui ci ha insegnato tanto, parlando di politica, di società, di morale, ecologia, guerra e soprattutto infilando dappertutto battute cretine, maialate discutibili e gente che si caga addosso. Johnny Sasaki, l’eroe che ci meritiamo, nel primo Metal Gear Solid si piglia il raffreddore e viene assalito dalla diarrea. In Metal Gear Solid 2 si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato e poi corre in bagno: ha la diarrea. In Metal Gear Solid 3 c’è suo nonno, che non sembra cagarsi addosso ma apparentemente si fa un po’ troppe seghe. In Metal Gear Solid 4 Johnny ha addirittura un ruolo quasi significativo. E soffre di diarrea. E negli altri giochi della serie non c’è, ma si parla comunque della sua diarrea. Grande Johnny. Qualunque genitore alle prese con un virus intestinale ti è vicino.

Sparare alla cacca

Che posto incredibile, il Giappone. Che console incredibile, il PC Engine. Che gioco insensato, Toilet Kids. Uno sparatutto a scorrimento verticale in cui un bambino e una bambina cavalcano altrettante paperelle a reazione con in mano detergente e spazzolone, per affrontare divinità con la cacca in mano, elefanti con la cacca nelle orecchie, balene con la cacca al posto degli occhi, cammelli con la cacca al posto della gobba, missili col culo di fuori, seppie col culo di fuori, aerei col culo di fuori, elicotteri col culo di fuori, ragni col culo di fuori, cavallette col culo di fuori, cacciabombardieri a forma di orinatoio, il tutto in un mondo pieno di cacche giganti, in cui le torri dei castelli sono cacche giganti, le piramidi sono cacche giganti, le puzzole scureggiano e le sfingi hanno la merda in testa.

Il cavallo che ti caga in faccia

Tutte le volte che mi siedo sulla tazza e faccio un Picross

Picross S: Mega Drive & Master System Edition è la mia droga degli ultimi mesi, ogni volta mi metto lì, mi dico che ne faccio uno e poi vado avanti non so per quanto. Tra l’altro ormai sono alle pagine finali di tutte le categorie, quindi anche farne uno richiede un po’ di tempo. Poi, adesso che è scesa la temperatura, startene lì più del dovuto sull’asse riscaldata, con un Picross stretto fra le mani, cullato dalle musiche di Out Run, Fantasy Zone, Alex Kidd in Miracle World e Space Harrier, è veramente una roba meravigliosa. E le emorroidi s’impennano!

Tony Soprano e il problema dell’antieroe moderno

Tony Soprano e il problema dell’antieroe moderno