Rosso. Il colore
Fin dall’antichità, gli umani hanno decorato il proprio corpo e l’ambiente circostante con colori vivaci per stimolare il sistema nervoso. Numerosi studi sul colore dimostrano quanto questo influisca profondamente sul nostro modo di percepire il mondo, sia dal punto di vista emotivo che pratico. Sebbene il colore agisca raramente in maniera diretta sulle nostre emozioni, lo fa indirettamente tramite lo stato d’animo. Per esempio, estrapolando un solo colore dall’ambiente e usandolo per riempire l’intero campo visivo, pittura e illuminazione ne vanno ad amplificare l’effetto agendo sulla nostra sensibilità. Non sempre una macchia uniforme è più efficace di un mosaico: ciò che questo perde in semplicità, può riacquistarlo tramite una sapiente combinazione cromatica. Gli effetti emotivi, però, cambiano da persona a persona più di quando non faccia una tinta unita.
Sebbene la maggior parte delle reazioni cromatiche sia un artefatto culturale, almeno un paio sono oneste reazioni fisiologiche a cui fatichiamo a sottrarci. Durante l’esposizione a una luce rossa, infatti, la pressione sanguigna sale e il battito cardiaco aumenta, portando a sentire più calore e facendo diventare, in genere, più nervosi e aggressivi. La luce azzurra provoca l’effetto contrario, portando invece al rilassamento e alla tranquillità. Il nostro cervello, tra tutti gli stimoli visivi, tende ad elaborare prima il colore e la forma, per poi collocare ciò che vede nel contesto di riferimento. E l’associazione alla temperatura dell’esposizione a una luce infrarossa (o ultravioletta) è immediata.
Gente che si arrabbia col rosso.
Facendo quindi eco a Michel Pastoureau, il maggior specialista mondiale di colori e dei loro significati simbolici, se c'è un colore che può essere definito come tale è proprio il rosso. Il rosso è Il colore per antonomasia, quello con la "C" maiuscola. Non è un caso se, in latino, il termine coloratus significasse tanto “rosso” quanto “colorato”. Nel sistema simbolico antico, che ruotava attorno a tre poli, il bianco rappresentava l'incolore e la purezza, il nero lo sporco e l’ombra mentre il rosso era IL colore, il solo ad essere degno di questo nome. E il motivo non è solo perché è un colore poco diffuso in natura ma, soprattutto, perché i pigmenti per ottenerlo sono stati disponibili molto presto nella storia dell’umanità: si è cominciato ad usarli sia in pittura sia in tintura già 3000 anni prima di Cristo, dall'ocra rossa alla robbia, fino all'ossido di ferro.
Basta fare una vacanza a Creta per rendersene conto.
Il rosso, inoltre, è sempre stato associato ai simboli del potere: tanto nella religione quanto nella guerra, proprio perché rimanda a due elementi onnipresenti nel nostro processo evolutivo: il fuoco e il sangue. Solo nel Medioevo le cose si sarebbero invertite: il blu, colore femminile per eccellenza (perché legato alla rappresentazione della Vergine) sarebbe diventato maschile, poiché più discreto (proprio come piaceva ai riformisti), mentre il rosso avrebbe cominciato a rivolgersi alle donne. Da allora, resterà il colore delle spose fino al XIX secolo, soprattutto presso i contadini, perché nel giorno del matrimonio andava indossato l'indumento più ricco e appariscente. Per un motivo opposto, ma non così distante, anche le prostitute erano costrette a indossare un capo rosso, affinché per strada la loro posizione fosse chiaramente riconoscibile.
In tempi più recenti, la scienza ha provato a fornire una spiegazione al fascino che da sempre proviamo per questo colore, mettendo in evidenza, tramite la ricerca sperimentale, una vera e propria tendenza a percepire le donne che vestono di rosso come più attraenti e gli uomini che indossano un capo rosso come dominanti. Il colore rosso, al di là delle epoche e delle civiltà, svolge infatti un ruolo significativo nel comunicare la fertilità femminile e il dominio maschile in tutto il regno animale. Sebbene le femmine umane pronte alla riproduzione presentino segnali di fertilità indotti dalla biologia, come labbra più rosse carnose e guance arrossate, questi stimoli sono poco evidenti (soprattutto se messi in relazione alle natiche rosse e gonfie delle femmine di mandrillo durante l’estro). Così è diventata prassi tra le varie culture accentuare tali caratteristiche con rossetto e altri cosmetici.
Diversi studi hanno poi dimostrato come l’attrattiva sessuale femminile risulti incrementata indossando abiti rossi. In un famoso esperimento (riprodotto in più occasioni), a individui maschi eterosessuali sono state presentate foto dello stesso soggetto femminile in abiti di diversi colori. Ebbene, in maniera significativa, gli intervistati hanno identificato l'immagine vestita di rosso come più attraente e desiderabile, manifestando maggiori probabilità di chiederle di uscire e disponibilità a spendere il doppio del denaro durante l’appuntamento…
Kelly LeBrock in una scena de La signora in rosso.
Allo stesso modo, altri studi hanno messo in luce come i maschi che indossano un capo di abbigliamento rosso (appropriato alle diverse culture, in quella occidentale è la cravatta) siano percepiti come dominanti dalla popolazione femminile, e quindi più attraenti e di status più elevato rispetto a coetanei senza indumenti rossi. Questa percezione di potere maschile tramite il colore rosso potrebbe essere associata a segnali di aggressività, che solitamente si manifesta con il rossore in volto, a dispetto di un viso pallido, che segnala paura. Mentre il rossore in volto è un indicatore esplicito (quindi meno attraente) un artificio rosso (come un indumento, un’auto, uno sfondo) sono percepiti implicitamente come status sociale e quindi più attraenti.
Altri studi, che hanno preso in esame le discipline sportive di combattimento alle Olimpiadi del 2004 (boxe, tae kwon do, lotta greco-romana e lotta libera), hanno evidenziato come i concorrenti vestiti di rosso avessero vinto un numero maggiore di scontri in maniera statisticamente rilevante, sebbene le uniformi e le protezioni per il corpo (rosse e blu) fossero state assegnate casualmente agli atleti. Uno studio successivo sulle prestazioni delle squadre di calcio inglesi in 55 anni di campionato ha confermato l'effetto dominante del rosso per gli sport di squadra. Naturalmente non è del tutto chiaro come questo sia possibile. L’ipotesi più accreditata, in entrambi i casi, è che gli atleti in rosso possano aver beneficiato di un arbitraggio favorevole (perché visivamente più salienti).
Proprio perché il rosso è il colore più intenso e capace di suscitare reazioni più forti, in ambito videoludico viene solitamente usato con parsimonia, per non rischiare di sovraccaricare troppo la scena che si presenta agli occhi del giocatore. Tuttavia, non mancano esempi famosi di come gli sviluppatori abbiano usato esplicitamente questo colore per generare associazioni immediate ai temi evidenziati poco sopra. In The Witcher 3, per esempio, Triss Merigold cambia il suo vestito da blu a rosso prima di una cena romantica con Geralt, accentuando la tensione erotica dell’incontro.
Senza andare a scomodare Mirror’s Edge, che fa del rosso il colore guida, questo è il più efficace per attirare l’attenzione sugli elementi chiave dell’interfaccia utente con cui interagire: come l’alone che circonda un avversario, il suo nome, o pulsanti da premere e barre d’energia. Queste ultime, insieme alle pozioni curative, sono spesso di colore rosso, non solo perché richiamano il sangue, ma anche perché sono tra gli elementi più importanti da monitorare durante il gameplay. Non è un caso se l’immagine viene desaturata e la cornice dello schermo comincia a lampeggiare in rosso quando la nostra salute è agli sgoccioli.
Queste considerazioni ci portano così a uno degli esempi più iconici (e pratici) nel contesto dei videogiochi: i barili esplosivi. Come le casse vuote, sono uno dei prop distintivi di quest’arte digitale. Un po’ come il piede di porco, usato come oggetto contundente piuttosto che per fare leva, i barili esplosivi sono una cosa che ha perfettamente senso solo in un videogame, dato che nella realtà nessuno sarebbe abbastanza stupido da lasciarli in giro per l’ambiente. Eppure, quante volte ti è capitato di incontrarli sparsi ovunque, a cominciare da Doom, passando per Resident Evil 4, per arrivare poi a qualsiasi altro generico FPS? Avete mai fatto caso a come questi barili pieni di esplosivo siano posizionati sempre in modo strategico, spesso alle spalle di un manipolo di avversari particolarmente aggressivi, o accanto a una barriera che può essere distrutta?
Ci siamo passati tutti.
Il loro colore rosso, spesso abbinato a un’etichetta di avvertimento ben visibile, indica in maniera inequivocabile il pericolo imminente: una semplice salva di colpi può far esplodere quel barile, causando danni ingenti ai nemici vicini, alterando drasticamente la sensazione di sfida e modificando lo scenario circostante.
I nostri adorati barili sono l’esempio perfetto di come il colore possa comunicare immediatamente il pericolo e guidare le azioni degli utenti in maniera pianificabile: vedi il rosso dalla distanza, capisci subito cosa fare per usare gli elementi interagibili del livello a tuo vantaggio (o per evitare di essere colpito dagli avversari). Il colore rosso dei barili esplosivi diventa così un segnale immediato di allerta e utilità, facilitando decisioni rapide in momenti di grande tensione, come durante uno scontro.
Quindi, ricorda: se vedi un barile rosso, spara. Se indossi una skin rossa, be’, preparati ad essere sparato…
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata al colore rosso, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.