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Marvel Swimsuit Special, il Postalmarket della Casa delle Idee

Marvel Swimsuit Special, il Postalmarket della Casa delle Idee

Oggi, signora mia, non si può più dire niente, e su questo siamo tutti d'accordo, ma per fortuna c'è ancora chi può ricordare un'epoca d'oro in cui tutto era possibile, anche un magazine targato Marvel concepito integralmente per attirare lettori arrapati con paginate e paginate di supereroine più o meno note in raffigurate bikini. Sembra di vederli tutti, i capoccia della Marvel dei primi Novanta, davanti al loro mega-tavolo da riunione rigorosamente in mogano, seduti con la vista su NY alle spalle mentre decidono di fare le cose in grande. “Sarà tipo il Postalmarket, ma ci faremo pagare”: nasce Marvel Illustrated: The Swimsuit Issue. Già, benché sia passata alla storia col titolo di Marvel Swimsuit Special, la serie assumerà questa titolazione solo dal secondo anno, con un nuovo imperdibile #1 da portare sugli scaffali delle fumetterie.

È vero che negli anni Novanta tette & fondoschiena si trovavano ovunque, anche nella bigotta Italia dove ormai Drive In aveva compiuto la sua opera e sdoganato la sessualizzazione del corpo femminile a fini commerciali, quindi per avere successo bisognava puntare in alto. E dopo aver intuito le potenzialità dei corpi dei propri eroi, e soprattutto delle proprie eroine, suggerita anche dall’esplosione di popolarità di un poster degli X-Men in piscina firmato Jim lee, come fanno i geni, Marvel decise di copiare dai migliori, ovvero il celeberrimo Sports Illustrated Swimsuit Issue. Tirarono a bordo del progetto tutti i disegnatori più in voga del momento, da Marc Silvestri a John Romita JR, fino a Dale Keown, concedendo a tutti una splash page per raffigurare Tempesta, Spider-Woman, Jean Grey, e occasionalmente qualche guest star maschile, nei loro giorni di relax vacanziero. 

Le donne di Marc Silvestri si riconoscono dell’aespressione.

Brillantemente, a qualcuno venne in mente di giocare a carte scoperte sull'emulazione e infarcire il finto magazine di altrettanto finte pubblicità con protagonisti gli eroi Marvel (il maschile in questo caso non è da intendersi come generico). Nonostante l’abbondante presenza di uomini rassicuranti negli inserti pubblicitari, signoramia, per prevenire le critiche dei benpensanti si pensò dunque di piazzare qua e là persino qualche ometto in costume, non sia mai che qualcuno potesse pensare che il vero intento fosse mungere dollari a una mandria di soli maschi etero arrapati. L'importante, in fondo, era mungere. 

Questi sono gli anni Novanta, amico mio, e l'industria del fumetto USA è tenuta su dalla vagonata di variant cover componibili, metalliche, olografiche comprate in molteplici copie dai soliti pochi lettori di prima e da alcuni gonzi pseudo investitori, che in breve si sarebbero ritrovati in mano scatole e scatole di ciarpame senza valore. Nel frattempo, però, i più fortunati là fuori oggi possono vantare la collezione completa delle ben 5 edizioni di Marvel Swimsuit Special pubblicate tra il 1991 e il 1995. 

Nell'originale la scusa è quella dei Giochi Super Olimpici, evento che inaugura la tradizione del flebile collegamento tra il tema e le decine di illustrazioni tra lo stupido e l’ammiccante di supereroine in costume. In questo primo caso, di fatto le Olimpiadi organizzate da Stark risultano essere solo un tema per gli editoriali che occupano le prime pagine, tutto sommato divertenti al pari delle finte interviste ai personaggi che cavalcano il tono che dominerà la serie, ovvero leggero e guascone. Marvel Illustrated: The Swimsuit Issue  non ci prova nemmeno a fingere di avere una storia da raccontare, due paginette di concerto di Dazzler (ad aprire o chiudere i Giochi Super Olimpici?! Mah…) nelle Terre Selvagge bastano per introdurre la contemporanea presenza di tutti quei volti noti, di solito nascosti dietro maschere e mantelli, impegnati questa volta a sfoggiare i loro corpi scolpiti da matite e chine tra le spiagge e la giungla dell’esotica location, nei panni di modelle e modelli per i costumi disegnati da Janet Van Dyne, ovvero Wasp.   

Di sicuro avete già incontrato questa immagina, la celebre pin-up di She-Hulk realizzata da John Romita JR., spesso riportata tagliando i bei maschioni sulla destra,

La tradizione delle due paginette di storia viene mantenuta anche nel passaggio al nuovo titolo, Marvel Swimsuit Special, e alla nuova numerazione, ma sparisce completamente il comparto editoriale, il rispetto del tema si fa ancora più flebile e ad essere onesti anche la qualità delle illustrazioni rapidamente cala. D’altra parte, già nel 1992 i migliori artisti della scuderia avevano saltato la barricata per fondare la propria etichetta indipendente, Image Comics, e il calibro di talenti a disposizione per lo speciale in costume da bagno cala di anno in anno, pur potendo comunque ancora contare su gente con un certo manico, come Quesada, Madureira e un Mike Deodato Jr. non ancora nel suo periodo fotografico. 

Dopo le Olimpiadi, le eroine e gli eroi Marvel vengono coinvolti in una festa di fidanzamento in Wakanda, per raccontare il quale ovviamente bastano una manciata di vignette e un brindisi prima di mettersi tutti in posa. Già da Marvel Swimsuit Special #1 l’impressione è quella di un prodotto molto meno curato e pensato: il tema olimpico e le sponsorizzazioni di Stark e Van Dyne davano al primo speciale quel gancio spiritoso con l’Universo Marvel che posava un leggerissimo velo di intrattenimento sulla natura biecamente economica dell’operazione, al punto da rendere la  lettura di qualche pagina persino vagamente interessante ancora oggi. 

Nel 1993 si sbraca del tutto: Pip il Troll ruba le Gemme dell’Infinito per portare tutti a un party sulle spiagge dell’Isola dei Mostri: non serve nemmeno una scusa per i bikini. L’anno successivo invece si va tutti sulla Luna con gli Inumani per il loro celebre Water Festival, che deve essere un po’ l’equivalente locale della Festa del Grazie, mentre l’ultimo Marvel Swimsuit Special spreca malamente l’idea più intrigante del mazzo, il, tentativo del Principe di Madripoor di rilanciare il turismo locale. 

Kevin Kowlan e il suo quartetto di eroi pronti per il bagno: da sinistra Wolvie, la Cosa, Bestia e Hulk.

Il declino di Marvel Swimsuit Special (avviato per altro da un punto piutto basso) segue quasi in parallelo quello della Marvel in quel lustro, abbandonata dai suoi talenti migliori, condizionata dai pessimi risultati economici di alcune parti dell’azienda e intestardita nel produrre fumetti il cui unico selling point era costituito dalla prospettiva di un guadagno futuro. A condizione, ovviamente, di non sfogliare mai l’albo per non fargli perdere valore, il che racconta molto della cura riposta in buona parte delle storie all’interno degli albi in vendita in quel periodo.

Non a caso, nel giro di qualche anno Marvel si ritrovò a dichiarare bancarotta per poi ripartire nel 1997 dopo l’acquisizione da parte di Toy Biz e un rilancio editoriale che vide in primo piano la figura di Joe Quesada. Passato nel giro di qualche anno da disegnatore emergente a Editor-in-Chief della Casa delle Idee, il buon Joey Q provò a riportare le storie e i personaggi al centro dell’attenzione dell’editore newyorkese, rilegando al passato questo intercorso di cui ci ricorda con poco entusiasmo, traghettando il colosso fino all’arrivo della Disney e di una nuova stabilità. 

La cover di MARVEL SWIMSUIT SPECIAL: FRIENDS, FOES & RIVALS #1, in uscita il 9 luglio, realizzata da Wilson Moss.

In una notizia del tutto non correlata a quanto appena detto, Marvel ha annunciato ad aprile che la tradizione dello speciale in costume riprenderà quest’anno con nuovo rilancio dal titolo MARVEL SWIMSUIT SPECIAL: FRIENDS, FOES & RIVALS #1 che vedrà coinvolti i principali artisti della scuderia e addirittura presenterà una breve storia scritta da Tim Seeley e Tony Fleecs, per i disegni di Nick Bradshaw, in cui verrà ripresa l’attività di designer di costumi da bagno di Janet van Dyne. E per celebrare anche la tradizionale natura commerciale del formato, l’occasione sarà buona per presentare in anteprima dei design di nuovi costumi di Marvel Rivals, a breve in vendita come contenuti aggiuntivi a pagamento. 

Nel caso in cui vi steste chiedendo se aver acquistato all’epoca Marvel Swinsuit Special  possa essersi rivelato un buon investimento, oggi si possono trovare diverse copie vendute come “in ottimo stato” di ciascun numero a una quindicina di euro l’una. Poi, francamente, sull’ottimo stato di conservazione e sull’uso che possa essere stato fatto di questi albi, io non mi sento in condizione di poter garantire nulla.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata alle spiagge, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui. 

Gioventù spiaggiata

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