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Spyro Reignited Trilogy vi riporta a quegli anni lì, con quei feeling lì e se è quello che volete è una figata

Spyro Reignited Trilogy vi riporta a quegli anni lì, con quei feeling lì e se è quello che volete è una figata

Activision fa il bis, nel 2017 ci ha ridato il Crash originale, con la sua inquadratura e le bestemmie per i livelli difficilissimi allora come oggi, mentre in questo 2018 che va verso la fine, ecco che ci propone i tre originali Spyro, con la Spyro Reignited Trilogy.

In un unico pacchetto, troviamo la trilogia originale, tre avventure che all’epoca sono uscite nell’arco di tre anni, dal 1998 al 2000. Avventure con elementi platform, più che giochi di piattaforme puri. Ma soprattutto con dozzine e dozzine (e dozzine) di collezionabili. Collect-a-thon puro, una caccia forsennata alle gemme per poter sbloccare livelli su livelli. La difficoltà di fondo, infatti, non sta tanto nello sconfiggere i nemici o capire come superare le aree, quanto nell’uscire dal livello col contatore che segna il 100%, pena l’onore che scende e l’ansia da completismo che sale.

Insomma, da sempre Spyro è quel titolo da giocare per farsi un bel giro rilassato mentre raccogli cose, con sporadici picchi di difficoltà in alcune sfide secondarie (come i percorsi in volo, con quel maledetto timer che scende mentre si cerca di distruggere tutti gli oggetti sparsi per l’arena nel giusto ordine). Anche in questo remaster il feeling è rimasto immutato, anzi forse la difficoltà già tarata verso il basso è pure diminuita, visto che sono stati apportati accorgimenti e migliorie nei movimenti e nella risposta dei comandi -giustamente - quindi alcune sezioni che ricordavo macchinose sono volate via senza problemi.

Toys for Bob, il team che si è occupato dei lavori, ha mantenuto la posizione di ogni gemma, nemico o enigma dei titoli originali, limitandosi appunto a leggeri colpi di lima. Dal punto di vista grafico, invece, il lavoro è semplicemente eccezionale. Ogni ambiente o personaggio ha subito un’iniezione di poligoni e una spolverata per dargli un look più in linea coi gusti moderni. Ambientazioni e interni all’epoca, spogli da qualsiasi oggetto, hanno guadagnato tappeti, arazzi e quadri. I draghi da salvare nel primo capitolo sono stati tutti dotati di una precisa personalità e con un look unico, mentre all’epoca erano piuttosto simili tra loro.

Il primo Spyro the Dragon è forse quello che ha beneficiato maggiormente del restyling, e con la sua semplicità di fondo, a mio avviso, resta la miglior proposta del pacchetto. È vero che avanzando nei capitoli aumentano le abilità di Spyro (su tutte, la possibilità di arrampicarsi o di nuotare anche sott’acqua) ma si arriva anche a un’esagerazione col terzo capitolo, che aggiunge persino personaggi secondari da controllare. Il che, sulla carta, è qualcosa di buono e che aggiunge varietà al gameplay, ma spesso le sessioni “extra-Spyro” sono un po’ macchinose, anche qui, oggi come allora. Controllare il pinguino armato fino ai denti, il Sergente Byrd, non è così immediato e divertente come il draghetto viola. O saltare con Sheila il canguro, così come dare mazzate con lo yeti Bentley.

Del resto, la stessa Insomniac, all’epoca, disse che con un quadrupede come protagonista non era facile inventarsi nuove abilità o sessioni di gioco, e dopo due episodi iniziava a stagnare. E infatti, dopo Spyro: Year of the Dragon, la software house ha detto ciao ciao ai draghi e ha imbracciato la serie di Ratchet & Clank, fatta di armi e personaggi soprattutto bipedi. Ovviamente, tutto ciò è una riflessione generale sulla trilogia originale, che giustamente doveva essere riproposta fedelmente, così come è stato per Crash Bandicoot. E Toys for Bob lo ha fatto davvero al meglio.

Odiavate Spyro, cercate platform puri e non tollerate il collezionismo ossessivo di oggetti? Tutto resta come prima: ignorate questa trilogia e passate oltre. Amavate il piccolo drago, è stato la vostra infanzia oppure, per qualsiasi motivo, non lo avete recuperato all’epoca e per anni lo avete sognato? Probabilmente andrete in overdose di gioia vedendo su schermo tanta meraviglia. Restano poi tutti i neofiti, magari giovanissimi, che potrebbero avvicinarsi al gioco, attratti dal suo look. Bravi tutti, insomma: se volevate il ritorno di Spyro, meglio di così era impossibile.

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Ho giocato a Spyro Reignited Trilogy su una PlayStation 4 Pro, sia in formato digitale (grazie a un codice ricevuto da Activision) che fisico (comprato coi miei soldini). Il gioco pesa 67 giga e su PS4 parte del gioco è su disco (il primo capitolo), con il resto da scaricare. Mentre su Xbox One c’è solo un launcher e va scaricato interamente. Però vi prego, non dite che vi stanno truffando: visto il peso del gioco e il costo non irrilevante di stampare due dischi invece di uno (non tutti sono Rockstar), era inevitabile. Comunque, in preda all’eroina, ho finito al 100% tutti i capitoli, scoppiandoli mentre salivavo, e tra una manciata di trofei (tutti molto facili), sono a un passo dal platino con tutti e tre. Ogni Spyro dura dalle cinque alle dieci ore, in base a come lo si affronta e a quanto bene lo si conosca. Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.

Old! #280 – Novembre 1988

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