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Le avventure di Rocketeer è Captain America vent'anni prima

Le avventure di Rocketeer è Captain America vent'anni prima

Le avventure di Rocketeer (in inglese The Rocketeer, noi italiani siamo più felici se nel titolo spieghiamo che il protagonista farà avventure, pare) l’ho recuperato tardivamente, senza aver letto il fumetto da cui è tratto, ma che mi ha sempre attirato. Quel gusto anni ‘50 da pin-up, quei colori vividi, mi sembrava un film su un supereroe d’altri tempi, cosa che un po’ è. Ed è diretto da Joe Johnston, uno a cui non riesco a voler male, sin da quando mi stregò con Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi prima e con Pagemaster - L’avventura meravigliosa poi (sì in originale è solo The Pagemaster, ma l’avventure, ehi, l’avventura!). A uno che ti fa innamorare nell’infanzia perdoni tutto, infatti a me piace Jurassic Park III perché è onesto in quel che fa, e la sua colpa è venire dopo Spielberg. E poi ha diretto Captain America - Il Primo Vendicatore che parla di uno col casco combattere NazistiCurioso anche come The Rocketeer sia uscito proprio tra Tesoro e Pagemaster e sia più del “filone onesto” di Johnston.

Un film Marvel? Quello è Tony Stark?

Il film è prodotto da The Walt Disney Pictures per un pubblico gigantesco, nelle intenzioni, quindi sì, ha quell’aria da “Si vede che è un film Disney”. La Disney che nel 1991, quando uscì, era in pieno rinascimento con i suoi classici e sembrava poter dominare il mondo (oggi lo domina davvero, potrebbe comprare Outcast.it da un momento all’altro, giopep porta già i guanti di Topolino ma nega) e quindi ogni cosa che portava su schermo all’epoca sembrava comunque una fiaba, The Rocketeer compreso.

Visivamente direi che il film adatta molto bene il fumetto.

Del resto la trama si presta. Siamo alle porte della seconda guerra mondiale, nel periodo storico dove forse era davvero più facile capire subito chi era cattivo e chi no (c’entrava una svastica, spesso) e c’è questa star di Hollywood, Neville Sinclair, che ha assoldato una banda di gangster per rubare uno zaino dotato di razzi all’aviatore Howard Hughes, realmente esistito (qui è Terry O’Quinn, Locke di Lost e basta, secondo il mio cuore. Locke coi capelli, stavolta). Dopo il furto lo zaino viene nascosto in un campo d’aviazione, dove conosciamo il protagonista, Cliff Secord, pilota acrobatico.

Basta poco per far saltar fuori grazie alla ragazza attrice di Cliff, Jenny Blake, che Sinclair sotto sotto è un nazista, che quello zaino razzo lo vuole donare alla Germania perché lo utilizzi in guerra, replicandolo in massa. Talmente nazista che la banda di gangster a suo soldo, quando lo scoprono, si ribellano spinti da insano patriottismo, che criminali ladri assassini sì, ma mai al servizio dei nazisti. E insomma, fiabona Disney, col ragazzo dal grande cuore e la bella attrice come fidanzata, e un costume/arma/armatura/tutto da scovare e utilizzare per fare del bene. E poi c’è il costume. Rocketeer è un supereroe fatto e finito, come del resto lo era nelle intenzioni del fumetto. Quasi fosse un personaggio della Golden Age dei comics ripescato in tempi moderni. Marvel ha anche cercato di infilarlo nell’MCU ai tempi di What If…? ma Disney ha preferito di no, perché non era ancora tempo di ributtare il personaggio tra le fauci del pubblico. O forse perché di lì a poco sarebbe stata intenzionata a farlo, come vedremo.

Il fatto è che gli abiti da aviatore sono già un super-costume. Mettici un casco ed è fatta.

I giornali raccontano infatti proprio del Rocketeer, durante il film, di come un sia un eroe volante che salva le persone in pericolo. C’è tanto di combattimento finale su un dirigibile in fiamme contro Sinclair, super villain perfetto, siamo tutti d’accordo quindi che il personaggio sia un supereroe fatto e finito? La regia di Johnston come detto è innocua, ma dando un’occhiata alle tavole del fumetto mi pare abbia optato (forse su espressiva richiesta) a riportare fedelmente l’opera originale, senza darsi a voli autoriali, in particolare rendendo piuttosto bene le sequenze in cui Cliff si sposta con lo zaino a razzi, visto che il rischio fossero un po’ bruttarelle era dietro l’angolo, non avendo la CGI a palla, negli anni 90’.

Invece il look da film d’altri tempi aiuta un sacco a digerire qualsiasi sequenza possa apparire datata. Tutta la pellicola ha quella spruzzata vintage bellissima. Un film ormai vintage che omaggia il vintage, forse The Rocketeer risulta più bello oggi che allora (e ne parliamo tra poco di come lo recepì il pubblico).

Le atmosfere del tempo che fu, buoni e cattivi, un superman aviatore, una storia d’amore, una fiaba delle campagne USA, con enormi strizzate al sogni di Hollywood (bellissimo che è proprio grazie al duello con Sinclair che la scritta a lettere bianche enormi “Hollywoodland” perde il suo “land” diventando “Hollywood”; non so quante versioni esistano ormai, nella narrativa, di come quel “land” non ci sia più). Un mix di elementi che mi sembra perfetto per conquistare tutti, di farsi volere bene. Invece a fronte di trentacinque milioni di dollari di budget ne ha totalizzati solo quarantasei in tutto il mondo. Ahia!.

Sparito dai radar fino al 2019 il franchise è stato resuscitato da Disney con una modesta serie animata in CGI per i più piccoli durata due stagioni e nel 2021, visto che siamo nell’epoca dove tutto merita di essere resuscitato, è stato confermato The Return of the Rocketeer, che sarà un sequel vero e proprio del primo. Però niente cinema, solo Disney+, perché i primo film sembrava un sogno sull’epoca dei sognatori, ma ora non si sogna più. Scherzo (ci ha comprati Disney, sì o no?).

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata alle gioie del volo, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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