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Boardcast #68 - Il deck-building di Trains

Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei boardgame. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati. Di tutte le nuove meccaniche di gioco apparse sul mercato negli ultimi anni, sicuramente quella del deck-building - che si basa cioè sul modificare il proprio mazzo da gioco nel corso della partita, introdotta dall'ottimo Dominion - ha maggiormente influito su questo variegato hobby, dando vita a decine e decine di giochi che la sfruttano in modo più o meno centrale. Qui su Boardcast ho già trattato in passato un paio di giochi che sfruttano il deck-building, come ad esempio Resident Evil Deck Building Game e Puzzle Strike. È la volta di parlarvi di un gioco da tavolo che riesce a implementare bene questa meccanica applicandola però ad un genere decisamente più particolare: quello dei giochi ferroviari. Una sotto-categoria che spazia da boardgame tutto sommato semplici come Ticket to Ride e TransEuropa/TransAmerica a veri e propri mostri della durata di ore e ore (basti pensare alla serie 1835 e via dicendo).

La scatola del gioco, un po' anonima e abbastanza massiccia.

Il qui presente Trains appartiene alla prima di queste categorie, e si presenta come un gioco abbastanza leggero della durata di circa 30/45 minuti. Nel gioco saremo impegnati a sviluppare la rete ferroviaria di due aree del Giappone (Tokyo e Osaka, ovvero le due facce del tabellone), costruendo binari e contribuendo allo sviluppo delle città presenti sulle mappe. Per farlo avremo a disposizione inizialmente un piccolo mazzo di dieci carte uguale per tutti i giocatori, dal quale ne vanno estratte cinque, che rappresentano le azioni e le risorse disponibili nel nostro turno.

Giocando carte sarà possibile sia modificare la mappa di gioco, aggiungendo i collegamenti e secondo un semplice set di regole che tiene conto del tipo di terreno e della vicinanza alle città, sia comprare altre carte. Prima di ogni partita, infatti, viene selezionato un set di dieci mazzetti di carte aggiuntive tra i ventitre disponibili nella confezione: turno per turno, i giocatori acquistano carte dai suddetti mazzetti e le incorporano nel proprio, modificandolo così a seconda delle strategie che vogliamo intraprendere. Ci sono carte che permettono di piazzare più binari, altre che rendono agevole costruire gallerie, altre ancora che consentono semplicemente di pescare più carte, così da ampliare la mano del turno. Le combinazioni sono davvero molte, e unite alla doppia mappa e al setup iniziale rendono le partite piuttosto varie tra loro.

Una delle due mappe presenti nel gioco, quella di Osaka.

Il gioco include anche alcuni elementi prettamente "a tema", come la presenza di carte "detriti" che entrano nel mazzo del giocatore - "appesantendolo" - in seguito a ogni opera di costruzione e che vanno dunque smaltite con apposite azioni. L'interazione tra i giocatori non è troppo diretta, e consiste principalmente nell'intralciare i piani di costruzione sulla mappa ad eventualmente sfruttare opere altrui per ottenere punti.

Trains, del giapponese Hisashi Hayashi, rappresenta dunque un'ottima idea sfruttata - una volta tanto - a dovere: si impara rapidamente e richiede un tempo ridotto per lo svolgimento delle partite, i componenti sono tutti piuttosto chiari e ben pensati (anche se la plancia è un tantino spoglia) e la varietà tra una partita e l'altra gioca a suo favore. Gli unici appunti che posso fargli sono l'assenza di una versione in italiano (sebbene il testo sulle carte sia tutto sommato facilmente traducibile) e una distribuzione europea abbastanza limitata. Se comunque apprezzate i giochi basati sul deck-building e non vi spiacciono i treni, dovreste proprio cercare di entrare in possesso di una copia del gioco.

Old! #48 – Gennaio 2004

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