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I (nostri) migliori anni del videogioco: 1996, non solo Mario, Lara, Chris...

I (nostri) migliori anni del videogioco: 1996, non solo Mario, Lara, Chris...

La memoria spesso fa brutti scherzi, soprattutto la mia. Il bello è che, se penso ai primi anni Ottanta, mi riesce facile incasellare vari videogiochi nell'anno corretto, anche se sembrano di epoche diverse. Tipo chennesò, Battlezone e Pac-Man, che sono entrambi del 1980 ma sembra difficile pensare che già allora ci fossero giochi che simulavano la tridimensionalità. Sono molto meno bravo, invece, con anni più recenti, soprattutto gli anni Novanta, su cui faccio una confusione abissale e penso che alcuni titoli siano usciti tre, quattro, anche cinque anni prima di altri. E invece sono contemporanei.

Prendiamo il 1996, che per me vuol dire Super Mario 64. Avere il Nintendo 64 americano mi ha risparmiato mesi e mesi di spasmodica attesa ma, ecco, a memoria, così su sue piedi, faccio fatica a menzionare un altro gioco importante uscito in quell'anno. Poi vai a sbirciare su internet e ti rendi conto che è stato uno fra gli anni più importanti dell'intera storia del videoludo tutto.

Eh sì, perché proprio nel '96 sono stati pubblicati pesi massimi come Tomb Raider, Diablo, Duke Nukem 3D, Quake, per Dio Quake, il primo Broken Sword, e altri che andremo a citare dopo.

Insomma, certo, Super Mario 64 è forse, per me, il gioiello infinito dell'anno che ha visto uscire al cinema Fargo (e Indipendence Day, OK), ma caspita, con i sequel dei titoli pubblicati nel 1996 ci hanno riempito gli scaffali per più di vent'anni.

E partiamo proprio dal gioco Nintendo che, ricordiamolo, era in bundle, almeno nella versione americana, con la console a 64 bit della casa di Kyoto. La cosa che mi colpisce ogni volta che ci metto le mani sopra è che Super Mario 64 è un gioco attualissimo, a cui si può tranquillamente giocare oggi godendoselo in tutto il suo splendore. Il salto quantico fatto da Nintendo con Mario 64 è una cosa che se ci si pensa è pazzesca. Mario agiva in un mondo completamente tridimensionale, con livelli che si sviluppavano in verticale in maniera mai vista fino ad allora. Basti pensare che Quake, che girava su computer nettamente più potenti del Nitnendo 64, era il primo vero gioco 3D di id Software e non si sognava lontanamente mappe così estreme.

Super Mario 64 ha introdotto così tante innovazioni, sia nel franchise dell'idraulico italiano, sia nel videogioco a tutto tondo, che mi riuscirebbe difficile immaginare se il mio hobby preferito oggi sarebbe uguale senza il titolo di Miyamoto. 

Ma come detto prima, e contrariamente a quanto mi ricordassi, il 1996 non è solo Super Mario 64. Se vogliamo parlare di titoli che hanno fatto epoca, ecco che è impossibile non citare Lara Croft e le sue tette a punta del primo Tomb Raider. Uscito prima per SEGA Saturn e poco dopo su PlayStation, anche Tomb Raider ha cambiato per sempre il modo di intendere i giochi sotto l'etichetta di action adventure. Puzzle ambientali, trappole mortali, animali selvaggi... l'erede della famiglia Croft saltava da un appiglio all'altro, scalava rocce, nuotava, inoltrandosi sempre più in profondità in templi antichi e luoghi sepolti da millenni. Lara, per altro, è stata probabilmente il primo personaggio a diventare un'icona pop, apparendo in decine di copertine di mensili che i videogiochi non li avrebbero toccati neanche con un bastone, come Variety o Rolling Stone. 

Il 1996 è stato un anno clamoroso a livello videoludico e infatti troviamo un altro grandissimo gioco che proprio nel 2017 è arrivato a reinventarsi per continuare a prosperare, ovvero Resident Evil. Il titolo Capcom, ovviamente ispirato in qualche maniera ad Alone in The Dark, portava finalmente l'horror, quello vero, sui nostri schermi in una maniera inedita: un po' avventura, un po' rompicapo, con una giusta dose di fucilate e necessaria capacità di gestire le risorse. Il metodo di salvataggio, gli amati/odiati "ribbon" di inchiostro e le macchine da scrivere erano amati e odiati contemporaneamente. Indimenticabile ancora oggi il salto sulla sedia (e relativa imprecazione) all'entrata in scena dei cani zombi. La paura vera.

Il 1996 presentato così sembra essere un anno "console only" e invece no. Un trittico di giochi a dir poco strepitoso ha calcato gli hard disk di chi si poteva permettere un PC di un certo livello, e sto parlando di titoli come Quake, Diablo e Duke Nukem 3D. Ecco, probabilmente, per il tipo di gioco, per la tecnologia che ci sta dietro, a percezione ricordavo Quake come decisamente più recente degli altri due, e invece, scartabellando qui e lì, viene fuori che sono stati pubblicati tutti nel 1996. 

Quake, il primo del franchise, lo adoravo. Quell'aspetto quasi medievale ma nel contempo distopico, la sparachiodi, i rottweiler, la colonna sonora dei Nine Inch Nails (il cui logo era su ogni cassa di munizioni) , gli enormi nemici che girovagavano tra i livelli in attesa solo di segarci in due... insomma, era inquietante e brutale. id Software, poi, decise di cambiare completamente ambientazione per il sequel (e titoli successivi della saga) e mi è spiaciuto parecchio, perché gran parte del bello di Quake era quell'atmosfera quasi fantasy, che poi è stata irrimediabilmente persa, visto che si è deciso di virare sulla fantascienza horror, sovrapponendo un po' troppo la serie con Doom

Sempre rimanendo in ambientazione fantasy, arriviamo a Diablo, capolavoro Blizzard, che ha dato il via al genere Action RPG, in cui il combattimento rigido a turni veniva finalmente sostituito da un metodo in tempo reale con il tasto sinistro del mouse premuto in maniera forsennata per portare gli attacchi ai nemici. Questo aspetto, i dungeon generati in maniera procedurale e quell'atmosfera "alla Gauntlet" decretarono un successo clamoroso, e chissà se già allora, nelle menti dei capoccia di Blizzard, si stava facendo strada l'idea di un gioco online multigiocatore che pochi anni dopo sarebbe diventato un fenomeno globale da tredici milioni di abbonati, World Of Warcraft.

Duke Nukem è un caso a parte. Tecnologicamente non era nulla di che, nel '96: tutto era già stato visto in Doom e Quake era un gioiello di tecnica, paragonato al titolo di 3D Realms. Ma come spesso accade, non era tanto la tecnica che impressionava, in Duke Nukem 3D, ma i toni da film anni Ottanta di serie B. 

Un protagonista violento e sboccato, nemici a forma di maiale e cinghiale, sexy shop, night club, cinema a luci rosse (dove ovviamente non si vedeva nulla) come ambientazione di un livello... insomma, Duke Nukem 3D era la versione cazzona di Doom e questo, insieme comunque a un gameplay curato e ad alcune chicche come il jetpack, fece sì che il gioco di 3D Realms diventasse un vero e proprio cult. 

Tornando in casa console, e in particolar modo PlayStation, altro grandissimo gioco del '96 è il primo episodio nella serie del marsupiale più amato da Sony, ovvero Crash Bandicoot. Personalmente non ho mai capito l'entusiasmo per la serie di Crash. Forse la mia mente era ottenebrata da Super Mario 64, ma non riuscivo proprio a capire perché un gioco in cui il protagonista aveva un movimento così limitato potesse essere considerato un capolavoro. Crash ebbe però un successo stratosferico, tanto da convincere Sony ad utilizzarlo come mascotte per diverso tempo, in contrasto a Mario e Sonic, non riuscendo però del tutto a creare quella sinergia tra PlayStation e personaggio di Naughty Dog, come invece è stata capace Nintendo con l'idraulico Italiano. Certo, non mi sarei mai immaginato che gli stessi autori di quel coloratissimo mondo di pupazzi fuori di testa, quasi vent'anni dopo, avrebbero partorito un gioco violentissimo, brutale e spettacolare come The Last of Us. Ma d'altra parte la dirigenza dello studio, nel frattempo, è cambiata.

Chiuderei questo excursus sul 1996 citando una software house che ho amato alla follia e che purtroppo il tempo, i manager e Sony hanno fatto scomparire: Psygnosis. Il 1996, per il publisher inglese, è stato sicuramente se non l'anno, uno fra gli anni più importanti della sua storia, perchè proprio nel '96 sono stati pubblicati tre giochi che personalmente porto nel cuore come pochi altri e che hanno avuto un riscontro di critica e di pubblico decisamente positivo:  Formula 1, Destruction Derby 2 e una robettina come Wipeout 2097.

Pur non essendo ovviamente il primo titolo dedicato alla Formula 1 (su PC i fan potevano già godere del primo Formula One Grand Prix di Geoff Crammond e Grand Prix 2 è proprio del 1996), il titolo di Bizarre Creations era l'arcade su licenza che mancava e che i giocatori su console si potevano solo immaginare. Erano presenti tutte le scuderie e i tracciati del campionato del 1995 e, nel limite delle potenzialità tecniche di PlayStation, la percezione di velocità e di sfida era comunque alta ed esaltante. 

Altro gioco di guida, ma dallo stampo nettamente diverso, era Destruction Derby 2, sequel che si presentava come un titolo molto più maturo e curato del predecessore, in cui tra le varie tipologie di competizione c'era ovviamente il destruction derby, che richiedeva di distruggere le altre auto, ma anche gare vere e proprie in cui era necessario arrivare primi (ovviamente senza esclusione di colpi).

 

Ultimo, ma forse più famoso del terzetto, è Wipeout 2097. Sviluppato direttamente da Psygnosis, migliorava praticamente in ogni settore il primo episodio della serie, uscito l'anno prima: un gameplay meno severo, tecnicamente superiore, più piste e una colonna sonora eccezionale e fuori paramento per l'epoca. Sony, infatti, con la serie Wipeout era riuscita a fondere il videogioco con uno stile ben riconoscibile sia a livello grafico, con loghi, design delle navette e stile azzeccatissimi, sia a livello sonoro, con la collaborazione della scena dance undeground inglese. La versione PlayStation, infatti, poteva sfoggiare nella soundtrack artisti dal calibro di Future Sound Of London, Chemical Brothers e Prodigy, con una versione strumentale della super hit Firestarter. Wipeout 2097 era un gioco meno estremo del predecessore, ma proprio per questo permetteva di rischiare di più nell'affrontare le curve, nell'uso delle armi e nel pennellare traiettorie per andare sempre più veloce.

No, il 1996 non è stato solo Super Mario 64, ma anzi, se oggi il mondo dei videogiochi è come lo conosciamo, dobbiamo pensare che proprio in quell'anno sono nati franchise che, tra alti e bassi, sono riusciti a rinnovarsi fino ad oggi e che, sicuramente, ci faranno compagnia ancora per molto tempo.

Il 1996 riassunto in maniera arbitraria e incompleta: Broken Sword: Il segreto dei templari, Crash Bandicoot, Destruction Derby 2, Diablo, Duke Nukem 3D, The Elder Scrolls II: Daggerfall, Formula 1, Grand Prix 2, Mario Kart 64, Nights: into Dreams, Pokémon Rosso e Blu, Quake, Resident Evil, Super Mario 64, Tekken 2, Tomb Raider, Wipeout 2097

Questo articolo fa parte della Cover Story "I (nostri) migliori anni del videogioco", che trovate riepilogata a questo indirizzo.

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