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Mio cugino Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice

Mio cugino Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice

Se non vi proiettate per direttissima nelle opzioni del gioco per ammutolire quel bordellosissimo, lacerante suono che accompagna ogni maledetta lettera, sillaba e parola proferita da protagonisti e personaggi coinvolti, Mio cugino Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice farà abbastanza esattamente così: "Priripì-piripì-piripì-piripì-piripì-parlano parlano parlano-piripì-piripì-piripì-parlano parlano parlano-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-piripì-altre parole altre frasi-piripì-piripì-piripì-piripì e, per l'ennesima cazzo di volta, piripì-piripì."

Fatelo, perché è peggio della sirena che svegliava all'alba Jerry Gallo/Vincenzo Gambini in Mio cugino Vincenzo: in confronto, quella era un adorabile e rilassante carillon.

Un pratico sunto del fatto.

Mio cugino Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice ripropone tutti gli stilemi, le meccaniche e le idiosicrasie della serie forense di Capcom, come summa – nel bene o nel che palle – di una ricetta che funziona da ormai un lustro (o quel che è) e piace. Non aspettatevi novità o stravolgimenti madornali, insomma, ma il solito ed efficace impianto ludico di sempre, un intreccio di storie strampalate eppure appassionanti, con pregevoli sequenze da visual novel (realizzate dallo stesso team - A-1 Pictures - che si è occupato della serie animata) e un botto-ma-proprio-un-botto di dialoghi. Detto questo, benvenuti a nel pazzo, pazzissimo Regno di Khura'in.

Il Regno di Khura'in, ispirato al Tibet (o poco ci manca), si erge su un'alta catena montuosa, è un luogo a dir poco bizzarro. Sacerdoti e governanti sono una cosa sola, il sistema giudiziario è soverchiato da religione + misticismo e gli avvocati sono più che malvisti. Anzi, peggio ancora: secondo la legge/usanza del posto, in caso di condanna, il difensore legale condividerà il destino dell'imputato. Naturalmente, Mio cugino Phoenix Wright resta invischiato nell'abominale tribunale del luogo, con il rischio di rimetterci la pelle e il ciuffo. Più che la procedura penale, è la magia che gioca un ruolo fondamentale: la principessa Rayfa Padma Khura'in è infatti in grado di rievocare in tribunale le ultime memorie della vittima. La Divination Séance è dunque l'unica nuova meccanica introdotta, e consiste nel cercare di individuare le contraddizioni tra le memorie del defunto, analizzando in lungo, in largo e sempre a ritroso i cinque sensi.

Cinque, come gli episodi che compongono questo nuovo sesto capitolo, che non si svolge solamente affanculo sulle montagne, ma anche a Los Angeles, dove Apollo Justice e Athena Cykes sono impegnati con un’accusa di omicidio ai danni di Trucy Wright, la figlia adottiva di Phoenix.

Meglio Maya Fey o Marisa Tomei?

Come al solito, il gameplay del gioco è bipartito in fase processuale e investigativa, con tutti i pregi e i problemi di sempre: caccia al pixel e linearità disarmante, che non ammette alcuna scorciatoia. Hai capito già da un pezzo chi, come e perché? Vorresti saltare alle conclusioni, forte di un ragionamento diverso, eppure efficace? Non puoi, frechete, dovrai presentare le prove secondo un ordine preciso, rispettando l'iter e i tempi previsti dagli sviluppatori.

Ma insomma, questo Mio cugino Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice merita l'acquisto? Indubbiamente sì, e senza alcuna obiezione, se siete appassionati di lungo corso. Vi ritroverete fra le mani un capitolo curato, appassionante e ben longevo (diciamo sull'ordine delle 25 ore), che non stravolge l'impianto ludico della serie, ma ne migliora sensibilmente svariati aspetti, dall'evoluzione stilistica a una scrittura di alto livello, passando per una Maya Fey che diventa sempre più bella.

Assolutamente no, invece, se non conoscete abbastanza mediamente l'inglese, perché non è localizzato in italiano. Attenzione, dunque.

Ho acquistato Mio cugino Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice sul Nintendo eShop e ci ho giocato in team con la signora Di Pentatron, prevalentemente dopo cena e sotto le coperte. 

Il caso è chiuso!

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