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Old! #164 – Giugno 1986

Old! #164 – Giugno 1986

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 3 giugno del 1986, Nintendo pubblica in Giappone Super Mario Bros. 2 per Famicom Disk System. Non si tratta, però, del gioco che noi occidentali conosciamo come seguito di Super Mario Bros., ma di un'altra roba che tanti anni dopo impareremo a conoscere come Super Mario Bros.: The Lost Levels. È infatti una continuazione diretta, che ripropone la stessa situazione "narrativa" del capostipite (Peach rapita da Bowser) ma introduce alcune novità, tanto sul fronte dei power up, quanto su quello di un Luigi per la prima volta distinto da Mario per inerzia e capacità di salto. Inoltre, il gioco è caratterizzato dal fatto che i suoi 32 livelli (più quelli bonus) sono sensibilmente più tosti rispetto alla media del capitolo originale.

Ed è per questo motivo che, nel 1988, Nintendo sceglierà di portare in occidente un diverso Super Mario Bros. 2, quello che appunto conosciamo noi e che è in realtà un'abile opera di reskin applicata a Doki Doki Panic (che del resto, a quanto pare, era stato inizialmente concepito da Shigeru Miyamoto e Kensuke Tanabe come sorta di spin-off di Super Mario Bros.). Ma di quello ne parliamo magari fra due anni. Super Mario Bros. The Lost Levels vedrà invece la nascita della sua prima incarnazione occidentale grazie all'inserimento nella collezione Super Mario All-Stars per Super NES. Da lì in poi arriveranno svariate conversioni su praticamente qualsiasi macchina Nintendo, fino alla fine dei tempi.

Dieci giorni dopo, una Infocom ormai palesemente incapace di adattarsi alle evoluzioni del mercato e messa da tempo in grave difficoltà dal progetto Cornerstone (responsabile per ben cento licenziamenti) viene ufficialmente acquisita da Activision. L'acquisto muove 7,5 milioni di dollari e le dichiarazioni ufficiali sono ovviamente quelle che ci si aspetta: "Andrà tutto bene", "Le aziende rimarranno separate", "#tranquilli". La realtà dei fatti è che la dirigenza Activision cercherà di applicare il proprio modus operandi all'attività di Infocom, anche in contesti nei quali non ha senso farlo, e metterà lo studio ancora più in crisi. Appena tre turbolentissimi anni dopo, arriverà la chiusura definitiva dello studio.

Infine, il 25 giugno del 1986 Access Software pubblica Leaderboard, primo episodio in una serie di simulazioni golfistiche creata dai fratelli Bruce e Roger Carver, cofondatori dello studio. Apprezzatissimo da critica e pubblico, Leaderboard ha fra i suoi tratti distintivi l'utilizzo dell'acqua in diversi percorsi. Roba che nel 2016 daremo per scontata ma, ehi, falla tu nel 1986 su Commodore 64. Nel corso degli anni arriveranno espansioni e seguiti, con i Carver che continueranno per quasi due decenni a tirar fuori un capolavoro golfistico dopo l'altro, anche grazie alla successiva creazione delle serie Golf e, soprattutto, Links.

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