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Dishonored 2 - Il Corvo e la Civetta

Dishonored 2 - Il Corvo e la Civetta

Il primo Dishonored, uscito nell'anno di grazia 2012, fu un titolo in grado di folgorarmi, letteralmente.  L’azione furtiva e ad armi spiegate (o una commistione di entrambe), la visuale in prima persona, la direzione artistica al tempo stesso fatiscente e barocca: ogni elemento contribuì a farne un’autentica perla, e non solo ai miei occhi, ma anche per il pubblico e la critica dell'intero settore videoludico, che lo elogiò oltremodo.

L'annuncio di un seguito risultò praticamente scontato, e dopo un periodo di tempo quasi vicino a carezzare il lustro, Dishonored 2 è infine giunto tra noi. Con un carico di aspettative così poderoso è difficile lavorare a cuor leggero, tuttavia Arkane Studios è riuscito a confezionare un seguito con tutti i crismi, pur peccando spesso e volentieri di un approccio fin troppo prudente. Ambientato quindici anni dopo il precedente capitolo, il titolo spalanca il sipario e orienta le luci sui due personaggi principali.

La direzione artistica, come al solito, è assolutamente magnifica.

La direzione artistica, come al solito, è assolutamente magnifica.

L’imperatrice Emily Kaldwin e il Protettore Reale, Corvo Attano, si apprestano a commemorare la morte della compianta Jessamine. Un momento di cordoglio collettivo per il popolo di Dunwall, reso ancora più incisivo se si conoscono le vicende narrate nel primo episodio. Una serie di eventi nefasti durante la cerimonia rovescia nuovamente le sorti del regno, e getta i due protagonisti nell'ennesima spirale di vendetta e rivalsa. 

In un periodo storicamente ed economicamente difficile per i sequel videoludici, Dishonored 2 gioca la carta del "more of the same". Nonostante questo possa far storcere il naso e restituire un senso di reiterato déjà-vu, il risultato finale è di assoluta eccellenza e riesce a farsi perdonare (quasi) ogni veniale peccatuccio. 

La nera mietitrice, in un soffio di vento cobalto.

La nera mietitrice, in un soffio di vento cobalto.

Un "trauma" bello grosso avviene nei primissimi momenti di gioco: dopo aver assistito all'incipit che darà il via agli eventi, dovremo scegliere se utilizzare Corvo Attano o Emily Kaldwin. E si tratta di una decisione importante, visto che l'impianto ludico risulterà completamente diverso, qualunque sia la vostra scelta. Se con Corvo incontreremo nuovamente i poteri visti nel precedente episodio, con Emily avremo modo si attingere a una serie di abilità completamente inedite, il tutto in perfetta sintonia con l'estro e la creatività cui gli sviluppatori ci hanno già abituato. 

Un orizzonte sconfinato, un regno da rivendicare, uno spirito indomito da guidare.

Un orizzonte sconfinato, un regno da rivendicare, uno spirito indomito da guidare.

Anche se l'ossatura narrativa rimane per lo più la medesima, il rapporto con gli NPC, il flessibile approccio all'azione e il buon numero di missioni secondarie offrono numerosi spunti di personalizzazione, tanto che nessun giocatore potrà dire di aver vissuto la stessa esperienza. Ad essere sincero, l'idea di dover completare daccapo l'intero gioco se si vogliono approfondire entrambi i personaggi, mi ha inizialmente indispettito.

Tuttavia, dopo 23 ore passate con Emily, rigiocare con Corvo si è dimostrato dannatamente intrigante, e anche se sono lontano dal concludere un secondo giro, posso lodare senza alcun dubbio l'immensa longevità. Si estendono le aree esplorabili, si ampliano le possibilità di approccio ad ogni missione, aumentano oggetti ed equipaggiamenti: Dishonored 2 riesce a prendere quanto di buono offerto col primo episodio e ad amplificarlo laddove possibile.

La buffa danza della morte, impietosa e implacabile.

La buffa danza della morte, impietosa e implacabile.

Ancora una volta, chiunque sia l'eroe di turno, è la parte stealth a farla da padrona. Nulla vieta di produrci in continue stragi e orientare lo sviluppo del personaggio in tal senso, ma è chiaro che il level design e l'intera struttura di gioco sono pensati per favorire un approccio discreto. Anche perché, a voler fare gli impavidi Richelieu, vengono fuori alcuni limiti nell'I.A. dei nemici, con degli scontri all'arma bianca un po' semplicistici. 

Ma si tratta del classico pelo nell'uovo: la nuova creatura di Arkane Studios, eccezion fatta per i pruriti tecnici su PC, si palesa su console (nel mio caso PS4) in forma smagliante. Pur non ostentando chissà quali capacità tecniche, il gioco è artisticamente sublime, con una caratterizzazione dei personaggi grottesca, spigolosa, quasi caricaturale, e un design di ogni area ricco di particolari. Gli sviluppatori sono stati encomiabili nel tinteggiare nuovamente un universo che mescola petrolio e sangue, tecnologia e misticismo, per un risultato finale di sicuro impatto.

Dishonored 2, pur ostentando una generosa dose di pavida prudenza nella stesura dell'impianto ludico, resta il degno seguito di uno degli sleeper hit più amati del 2012.
Un gioco raffinato e sanguinario, nobile e profano, un piccolo universo torbido da esplorare nel silenzio delle ombre o nelle chiassose polveri degli archibugi.
 

Ho giocato a Dishonored 2 grazie a un codice fornitomi dal distributore. Ho portato a termine l'avventura con Emily in 23 ore (cazzeggiando parecchio), reiniziando per una manciata di ore con Corvo. Con sommo gaudio mio e di tutti gli appassionati, gli sviluppatori hanno in cantiere una patch con succose opzioni post-game. Ah, come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.

Old! #186 – Novembre 2006

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High Maintenance: la comedy sulle canne senza le canne

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