Outcazzari

Ti odio… ma ti finisco!

Ti odio… ma ti finisco!

Ognuno ha le sue fissazioni. Qualcuno non riesce a vivere senza riempirsi le barre dei collezionabili, qualcuno deve per forza alzare il Platino, qualcuno ha bisogno di vedere riempita la propria barra percentuale… e io non vi giudico per questo. Cioè, non ho grossa stima di voi, ma non vi giudico. Io, per esempio, devo finire i giochi. Sempre. Anche quando non li sto amando, addirittura se li sto odiando, devi raschiarmi via dal pad per farmelo lasciare in sospeso.

Sicuramente perché li pago e, quindi, mi aggrappo alla speranza con le unghie e con i denti prima di ammettere la disfatta del mio portafoglio. Mi capita lo stesso con i libri e, invece, non ho problemi ad abbandonare le serie TV se mi stanno stracciando le guglie. Proprio per questo, immagino, con la roba del Game Pass sono molto meno intransigente. Il mio cervello non percepisce la prova come un acquisto vero e proprio e, quando va male, disinstallare non è un così gran problema. Sperimentare senza dover soffrire per molte più ore del necessario è sicuramente uno degli aspetti positivi del modello pass, capace di far provare a giocatori con meno tempo libero di me anche esperienze che altrimenti eviterebbero a prescindere.

Un po’ perché son curioso e perché, con gli anni, ho imparato che i videogiochi sanno anche stupirti. Deathloop l’ho quasi abbandonato dopo le prime ore ma ha saputo conquistarsi la mia fiducia. Se oggi sono un videogiocatore è perché ho voluto provare per la seconda volta Tomb Raider e perché me ne sono innamorato.

Ma posso farne tanti di esempi. Spesso le prime ore di un videogioco non sono indicative dell’esperienza completa, qualche volta c’è qualcosa di più profondo del gameplay puro ed è successo che il pacchetto completo, arrivato ai titoli di coda, fosse per me molto più significativo della somma di ogni singola parte. È bellissimo quando un gioco ti sorprende, quando ti coglie alle spalle, ma bisogna uscire dalla propria comfort zone per far sì che questo possa accadere.

Di certo mi piace parlare dei giochi che provo e, sembrerà strano in questo pazzo mondo di gente che capisce tutto dai trailer, mi piace parlare solo dei giochi che ho giocato veramente. Come potrei sostenere un dibattito sui problemi di Cyberpunk 2077 se non lo avessi portato a termine e non avessi visto qualcosa in più dei suoi evidenti bug? Eh, sembra strano da dire, mannaggia al cazzo.

A rincarare la dose, ho un secondo problema. I titoli di coda mi bloccano completamente. Non importa quanto mi stia divertendo con il gioco, non importa quanto fantastiche mi dicano essere le sezioni post end-game, di sicuro non mi importa se la trama rimane mozzata, non riesco ad andare oltre. Lo sento come un avviso degli sviluppatori, come un modo per distinguere me dagli sfigati senza vita che invece andranno avanti, e in me si spegne proprio il desiderio, il senso di sfida.

Non credo di essere solo ed è statisticamente probabile che voi siate peggio di me. Vero?

Ai miei tempi la KASTAH era diversa!

Ai miei tempi la KASTAH era diversa!

Novembre 1981: Il primo sparatutto multidirezionale e la prima rivista di videogiochi | Old!

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