Outcazzari

The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, preghiere in pixel art

The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, preghiere in pixel art

Dopo la piacevole anteprima di qualche settimana fa, arriva sui nostri schermi la versione completa di The The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, gioco in pixel art dell’italianissima MorbidWare.

Per chi si fosse perso le quattro cavolate scritte dal qui presente nell'anteprima sopra menzionata, facciamo un breve ripasso di cos'è The Textorcist. Ray Bibbia, il carismatico protagonista, è un esorcista “privato” che non segue più la Chiesa di Roma ma lavora da freelance. Ray è un tipo tosto ma si ritrova suo malgrado a combattere demoni, persone possedute e un varia pletora di bestie sataniche in una Roma a 16-bit più oscura e livida che mai. Il fatto, però, è che Ray Bibbia non combatte con spade fiammeggianti o globi di fuoco sacro, lui, giustamente, combatte i cattivi con le preghiere tratte dalla Bibbia che porta sempre con se. Ovviamente in latino.

Girando per le strade di questa Roma alternativa, dove il Vaticano domina incontrastato in una sorta di dittatura oscurantista, il giocatore deve muovere il coriaceo esorcista, parlando con i personaggi non giocanti e assistendo a dialoghi sempre interessanti e ironici. Ma proprio sul metodo di controllo si basa la caratteristica principale e più peculiare di The Textorcist, che lo differenzia da qualsiasi altro titolo simile sul mercato.

Innanzitutto, diciamo che si può affrontare l’avventura di Ray Bibbia anche con un joypad, ma in questo modo si snatura in maniera profonda l’anima del gioco. The Textorcist: The Story of Ray Bibbia deve essere affrontato nella maniera più cruda e violenta, ovvero con la tastiera.

Il giocatore, per combattere i demoni, se sceglie di usare la tastiera, deve digitare le preghiere che il nostro bizzarro eroe deve declamare per avere la meglio sui malvagi esseri. Praticamente una versione sacra di Typing of The Dead, con la piccolissima differenza che chi ha le mani sulla tastiera non solo non deve sbagliare neanche una lettera, pena ricominciare la parola o l'intera frase da capo, ma deve anche evitare la camionata di proiettili che le creature sparano sul sacerdote. E quando dico camionata, intendo che un qualsiasi sparatutto Treasure sembra un'allegra scampagnata domenicale.

Ogni volta che Ray viene colpito in maniera forte da un nemico, perde la Bibbia, che viene scagliata a qualche metro di distanza, e quindi non può più essere letta per declamare le preghiere. L’esorcista, quindi, sempre schivando tutti i colpi, deve recuperarla e ricominciare a esorcizzare il demone di turno. Per altro, alcuni di questi sono in grado di oscurare temporaneamente le parole da digitare, cosa che rende ovviamente impossibile, per quei specifici momenti, proseguire con la frase sacra.

Giocando con il joypad, diventa invece tutto un po’ più semplice, perché al posto di digitare lettera per lettera è sufficiente premere i dorsali LB e RB seguendo le combinazioni a schermo, quasi fosse un rhythm game, mentre si usa comodamente la levetta analogica sinistra per muoversi ed evitare il bullet hell che ci viene vomitato (spesso letteralmente) addosso.

The Textorcist è un gioco difficile, molto, molto, difficile, soprattutto se affrontato con la tastiera, e anche se !e tematiche proposte possono sembrare al limite del buon gusto religioso (a me hanno fatto spaccare), il lato più blasfemo che andiamo ad incontrare sono i santi che vengono giù uno per uno a causa delle bestemmie che escono dalla nostra bocca. 

Se ho già detto che il titolo di MorbidWare mischia, a mio parere in maniera geniale, Ikaruga con The Typing of the Dead, non è da meno tutto l’impianto artistico, basato su una pixel art deliziosa, molto azzeccata e ispirata. Anche la colonna sonora è adeguata al gioco e allo stile grafico, con brani metal dalle influenze elettroniche sempre comunque in sintonia con lo stile 8/16 bit, che per esempio, al fan medio di Hotline Miami, fanno sorgere un sorriso compiaciuto sul volto. 

The Textorcist, però, non è solo combattere contro personaggi indemoniati (che poi, alla fine, risultano tutti come una sorta di boss) ma c’è, e qui possiamo dire che il gioco è molto meno riuscito che nelle battaglie a suon di preghiere, anche una parte più esplorativa. In queste sezioni, Ray deve scoprire indizi, risolvere qualche puzzle o compiere determinate azioni. Anche qui, come in tutto il resto del gioco, le azioni sono da effettuare scrivendo (o, se si usa il joypad, premendo i tasti dorsali) quello che si vuole fare, seguendo sempre i caratteri a schermo. Quindi, se c’è da rispondere al telefono, dobbiamo digitare “Answer” (sempre non sbagliando le lettere), oppure “Open” se vogliamo aprire una porta. 

E qui arriviamo ad un altro punto che magari può dare qualche grattacapo a qualcuno, ovvero che il gioco è completamente in inglese (e, per le preghiere, in latino), pur essendo gli sviluppatori italiani. Detto che il gioco è splendidamente godibile in inglese e che in questo modo ha sicuramente un respiro più internazionale, questa scelta, per chi non ha troppa dimestichezza con la lingua della regina, può costituire sicuramente un problema nel godere delle battute, del sarcasmo e della trama in toto di The Textorcist, ed essendo le preghiere in latino, ovviamente, con il fatto che è necessario digitare velocemente in una situazione a dir poco “scomoda” (con tutti  proiettili che arrivano addosso), tutto risulta molto più ostico.

The Textorcist: The Story of Ray Bibbia è un gioco molto simpatico, ispirato, con qualche momento più noioso, ma comunque ben fatto e solido, veramente valido. È però un gioco per una nicchia di persone che vuole provare una roba tutta nuova e molto molto difficile. Se ci si ritrova in questa categoria, The Textorcist è un perfetto passatempo di caduta dei santi dal calendario.

fre.png

Ma se si preferisce qualcosa di più tranquillo o semplicemente più standard, è meglio guardare altrove.

vas.png

Ho giocato a The Textorcist: The Story of Ray Bibbia grazie a un codice Steam gentilmente fornitoci dagli sviluppatori. Ho sconfitto diversi boss, guadagnandomi probabilmente l’inferno eterno (ma, visto il gioco, non mi sembra neanche così sbagliato). Come detto, il gioco è ottimamente localizzato in inglese e la speranza è che questo suo respiro più internazionale gli dia la ribalta che merita. The Textorcist: The Story of Ray Bibbia è disponibile solo tramite download su Steam e su GOG.

Paperback #31: BLAME! - Adventure-seeker Killy in the Cyber Dungeon Quest

Paperback #31: BLAME! - Adventure-seeker Killy in the Cyber Dungeon Quest

La fantascienza brutale di Appleseed

La fantascienza brutale di Appleseed