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Marzo 1991: Risse al supermercato | Old!

Marzo 1991: Risse al supermercato | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il mese scorso non ci siamo uniti alle celebrazioni per il trentennale di Street Fighter II: The World Warrior perché alcune fonti ufficiali Capcom puntavano sull’8 marzo e insomma, che ci dobbiamo fare? Però, dai, in questo periodo del 1991, sì, Capcom spedisce in sala giochi Street Fighter II: The World Warrior, seguito che amplia, perfeziona, espande in ogni modo possibile il picchiaduro a incontri pubblicato quattro anni prima e origina una vera e propria leggenda nel mondo dei videogiochi. Non mi dilungo perché proprio oggi abbiamo pubblicato il Retroutcast dedicato e perché, insomma, l’argomento è stato toccato già quelle due o tre volte.

Il 15 marzo, invece, esce il Barcode Battler, una console portatile targata Epoch Co. che utilizza un lettore di codici a barre per dettare le statistiche dei personaggi che si fanno combattere nel gioco. Al di là del set di carte con codici fornite assieme alla macchine, il punto è che è possibile dare in pasto al sistema qualsiasi codice a barre e, quindi, scovare magari un personaggio potentissimo nella confezione dei cereali sullo scaffale del supermercato. Il sistema è molto limitato e il “videogioco” davvero rozzo, ma la meccanica piace particolarmente in Giappone, dove la macchina godrà di un buon successo e si meriterà una seconda edizione, addirittura collegabile a Famicom e Super Famicom per l’utilizzo con alcuni videogiochi dedicati. In occidente? Un flop.

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