Outcazzari

Outcast GOTY, più o meno

Outcast GOTY, più o meno

Allora, siamo a fine anno, bisogna assegnare i GOTY o qualcosa del genere, anche noi di Outcast lo facciamo. Più o meno. Chiaramente in maniera del tutto sconclusionata. Ve la spiego. Ho chiesto a chiunque, in quel mucchio di sciamannati che in un modo o nell'altro partecipano al fantastico mondo di Outcast, di dirmi e spiegarmi due cose: il proprio gioco dell'anno (e perché) e un altro premio a gusto totalmente personale (e perché). Chiaramente non hanno risposto tutti, perché molti c'avevano di meglio da fare. Qualcuno mi ha risposto che ci teneva tantissimo a rispondere, per non farsi sfuggire l'occasione di assegnare il suo GOTY a Ninja Gaiden 3, ma poi non ha risposto. Ma insomma, va bene così, sempre meglio che un dito in un occhio. Di seguito trovate quel che ne è venuto fuori. E ne è venuta fuori una roba lunga lunga lunga, che vi mollo qui ad accompagnarvi in questo weekend a cavallo fra un anno e l'altro, durante il quale, con tutta probabilità, non pubblicheremo una bella fava di nient'altro. Quindi, ecco, leggetevelo un po' alla volta, nell'arco di qualche giorno, sorseggiandolo come un buon vino. E anzi, vi metto pure i link alle recensioni dei giochi, chiaramente solo per quelli che abbiamo recensito, casomai c'aveste proprio tanta voglia di leggere. Per un attimo ho pensato di linkare pure i podcast in cui ne abbiamo parlato, ma poi sono rinsavito.

Buona lettura e buon anno!

Giuliano Nardella

Gioco dell'anno: Halo 4 Perché? L'atmosfera creata dai 343 è non solo degna della nomea del brand, ma addirittura superiore ad alcune aspettative. Il multi è sempre ai massimi livelli.

Venditore di fumo dell'anno: Peter Molyneux Perché? Con Curiosity doveva stuzzicare i giocatori a picchiettare blocchi per scoprire un segreto che ci avrebbe cambiato la vita. Purtroppo, tra bug e problemi vari ai server, molta gente è partita e ormai si attende solo la pubblicazione su YouTube del famigerato segreto.

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Erik Pede

Gioco dell'anno: FTL - Faster Than LightPerché? Sarà per la sua ammiccante brutalità, sarà per la sua insospettabile complessità (abilmente nascosta dietro un'interfaccia così ben studiata da apparire già pronta per un controller per console), sarà per la sua deliziosa grafica minimalista o magari sarà semplicemente per la quota lorda di divertimento che sa regalare, ma per me non ci sono dubbi: FTL è il gioco dell'anno. La sua miscela di roguelike, strategia e combattimento spaziale è imbattibile in termini di fluidità nell'integrazione degli elementi e di libertà concessa al giocatore nella gestione degli eventi, mentre la costante sensazione di incombenza di chissà quale disastro genera una tensione meravigliosamente asfissiante. Capolavoro.

Premio "Coscienza storica": Maldita Castilla e Bubble Bobble: The Lost CavePerché? Due giochi diversissimi tra loro, che hanno però in comune lo stesso identico merito: recuperare il passato in modo intelligente, tutt'altro che sterile e profondamente ragionato. Maldita Castilla rinverdisce con successo i fasti di Ghosts'n Goblins, ivi incluso un livello di difficoltà piuttosto elevato, ma arricchisce la formula di base con una realizzazione che imita effettivamente quelle del passato, ma le impreziosisce in realtà con uno stile e una caratura tecnica di prim'ordine e ne aggiorna il funzionamento e le meccaniche per adeguarle ai gusti moderni. Lost Cave, invece, fonda la sua sostanza su una vera e propria fetta del passato, ovvero Bubble Bobble nella sua interezza, ma ne reinventa i contenuti attingendo a piene mani da altre fonti ugualmente antiche. Per entrambi non c'è nessuna concessione alla nostalgia fine a sé stessa, ma soltanto un gran lavoro e un amore sincero per le origini del videogioco. Geniali.

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Alessandro Martini

Gioco dell'anno: Spec Ops: The Line Perché? Unico gioco di guerra che fa riflettere (sulla guerra) e che, nonostante la grafica scrausa e una durata ridicola, dà grosse lezioni a tutti i concorrenti.

Premio "Mobbasta": Call of Duty, Assassin's Creed e Halo Perché?  Perché veramente... basta. E pure a Capcom che ha tentato di imitarli con Resident Evil 6, fallendo miseramente.

Alessandro De Luca

Gioco dell'anno:Diablo IIIPerché? Perché dai, diciamolo, in un panorama di roba a cui gioco sì e no cinque o sei ore, questo mi ha tenuto attaccato per quelle trecento ore. E sì, non sarà il "GIOCO TI FINE TI MONTO" che tanti si aspettavano, però cribbio, è tantissima roba lo stesso.

Premio "Gioco dell'anno con tre anni di ritardo, e meno male che l'ho scoperto solo adesso altrimenti ci avrei per so tre anni di vita":League of LegendsPerché? Io sono uno di quelli che se si fanno prendere dal gioco, è finita. Vedi Diablo III, Monster Hunter e simili. League of Legends, su di me, ha quell'effetto di "Perché devo lavorare quando invece starei attaccato tutto il giorno a giocare?"

Premio "Piglia, incarta e porta a casa David Cage": The Walking Dead Perché? Ha tutto quello che avrebbe potuto e dovuto fare Heavy Rain, con un budget molto inferiore e puntando tutto su una sceneggiatura degna di questo nome. Impara, David Cage.

(Ed eccovi le recensioni di primo, secondo, terzo, quarto e quinto episodio!)

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Marco Mottura

Gioco dell'anno: Catherine Perché? Perché forse, anzi SICURAMENTE ho giocato di meglio, ma è un titolo che non mi dimenticherò mai e che mi ha fatto pensare, emozionare, riflettere e sudare freddissimo. E scusate se è poco.

Momento TOP dell'anno: Spararmi le prime sei missioni di Pikmin Adventure (il minigame contenuto in Nintendo Land) con mia cugina di sette anni, affrontando il tutto con lo stesso IDENTICO approccio che avrei avuto giocando con un vecchio gamer incartapecorito come me. Senza aiuti, senza andare piano apposta, senza fare l'accondiscendente. Perché? Perché combinerai una valanga di minchiate - tipo il VERGOGNOSO update di sistema del Wii U - ma quando tiri fuori dal cilindro cose così, ti amo da morire, Nintendo.

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Stefano Talarico

Gioco dell'anno: Borderlands 2Perché? Sì, ok, lo so io, lo sapete voi, è abbastanza scontato. Al di là dell'ormai indelebile etichetta che mi porto dietro (riuscirà il nostro eroe a cambiarla con l'anno nuovo? I nostri esperti dicono di no), Borderlands 2 è stato veramente una sorpresa straordinaria. Come ho già detto nelle varie recensioni, quello che mi ha stupito di più sono gli ennemila curatissimi dettagli, la scrittura decisamente sopra le righe con cui sono stati caratterizzati tutti i personaggi e la straordinaria resa visiva del tutto. Senza contare che, se all'alba del 2012 mi aveste detto che avrei finito due volte (con una voglia matta di farmelo una terza) un FPS da circa trenta ore, beh, semplicemente vi avrei riso in faccia. E a proposito di risate, se avessi potuto dare più di un premio extra, ci sarebbe stato "Miglior cattivo 2012" da dare indiscutibilmente a Jack il Bello, un animo cazzaro in un involucro bastardissimo.

Miglior gioco non 2012 del 2012: Deus Ex: Human RevolutionPerché? Recuperato senza particolari aspettative nel corso del 2012, Deus Ex: Human Revolution è stato pure lui una grande sorpresa. Pur presentando qualche limite tecnico, l'ultimo capitolo della saga creata in origine da Warren Spector ha molto del mio "videogioco ideale": un'ambientazione cyberpunk, un gameplay dagli approcci multipli sviluppato ottimamente, che ho apprezzato anche più rispetto a quello del "cugino" Dishonored, e una trama cupa, profonda, e con i possibili epiloghi che riflettono quel senso di assenza di un'insindacabile verità che attraversa tutto il gioco. Ognuno ha un suo pensiero, un suo modo di affrontare le sfide proposte, e un finale da scegliere a seconda della coscienza sviluppata nel corso dell'avventura. Insomma, un gioco assolutamente non banale, che ha forse raccolto meno di quanto avrebbe dovuto, e che sono molto contento di aver giocato.

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Gianluca Ferioli

Gioco dell'anno: Halo 4Perché? Perché è bello, perché adoro Halo e lo aspettavo come l’impepata di cozze al ristorante, perché è fatto bene, perché ha un bellissimo multy anche se mi ammazzano sempre.

Gioco più pericoloso dell’anno:Paper Mario: Sticker StarPerché? Perché se mi beccano che ci gioco di nascosto al lavoro sono cazzi a  pH  bassissimo.

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Lorenzo Antonelli

Gioco dell'anno: Forza Horizon Perché? Perché c'è in gioco il perfetto equilibrio 2012 tra spettacolarità 2012 e corretta ripartizione dei carichi di una vettura, tra divertimento e trazione posteriore, tra plausibilità e bilanciamento del baricentro, per interi panorami di puro cazzeggio a quattro ruote. Forza Horizon è un nuovo modo d'intendere l'automobilismo digitale, un modo migliore. Dal Colorado, verso l'infinito e oltre!

Gioco dell'anno 1984 nel 2012:Retro City RampagePerché? Perché se fosse uscito nel 1984, o se il 2012 fosse stato, in realtà, il 1984, c'avrebbe fatto esplodere la coccia a tutti quanti, quel gioco lì. Invece...

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Fabio Bortolotti

Gioco dell'anno: FezPerché? Sì, Fez, fortissimamente Fez. Ci sono tanti motivi per cui quel burbero sociopatico di Phil Fish ha dato vita alla vera perla del 2012, ma ne descriverò solo uno, il più semplice e romantico: Fez mi ha fatto tirare fuori un bloc notes e una matita, che sono rimasti lì sotto la TV, a riempirsi di scarabocchi e appunti, livello dopo livello. Ogni tanto, anche quando facevo altro, passavo vicino alla console e vedevo quei simboli: prendevo i fogli in mano, ci pensavo un po'. E poi, ogni tanto... eureka! L'illuminazione, l'intuizione, l'emozione di far partire l'Xbox per vedere se la soluzione è quella giusta. Ho giocato a Fez insieme a un amico, sullo stesso divano, alternandoci ai comandi e ragionando insieme sui tanti enigmi. Ci sono stati momenti di stupore per i colori, per le rivelazioni, per la musica. E poi, anche quando la console era spenta, capitava di prendere in mano il telefono per discutere le potenziali soluzioni. Non mi capitava, sinceramente, dai tempi di Indiana Jones and the Fate of Atlantis. Fez è un gioco bello fuori e bellissimo dentro. Se il 2013 riuscirà a regalarmi un'emozione simile, anche solo per una volta, sarà un altro grande anno per i videogiochi.

Premio "Mi iscrivo ai terroristi": XCOM: Enemy UnknownPerché? Dopo una prima patch, che fixava alcune restrizioni al numero di alieni su schermo, XCOM è diventato un po' più difficile. Io, nel frattempo, in scimmia totale per la strategia a turni, avevo iniziato una gloriosa partita in modalità Ironman (quella in cui non si possono ricaricare le posizioni precedenti e ogni mossa è definitiva). Giocando così, tutto diventa più emozionante: rischiare la vita di un soldato fa tremare le gambe, sia perché ci si è affezionati, sia perché gli ufficiali di grado più alto sono risorse preziose, difficili da rimpiazzare. Stavo attaccando la base aliena (SPOILER!), quando le cose si sono messe male. La mia squadra, dopo un passo falso, si è trovata in una posizione di svantaggio, assediata da un branco di alieni e da uno dei loro robottoni, quelli che sparano due volte a turno e fanno più male di un clistere di 'nduia. Ritirata! Ritirata! Ma era troppo tardi. Una raggio colpisce in mezzo alla fronte il mio capitano, il cecchino veterano che mi portavo dietro sin dalla prima missione. MALEDETTI BASTARDI! Il poveretto cade a terra, rischiando di morire dissanguato. Ho solo tre turni per mandargli il medico e fargli stabilizzare le ferite, quindi tutti i miei uomini iniziano a creare un diversivo. Rischiano la loro vita per consentire al medico della squadra di rattoppare il vecchio Seasick Steve. L'operazione è un successo: ho usato l'ultimo medikit, ma la morte per dissanguamento è scongiurata. Il soldato rimarrà a terra fino alla fine della missione, ma sopravvivrà. Gioia e tripudio! Nel frattempo, il robottone alieno sta prendendo schiaffi a destra e a manca, e morirà di lì a un turno. L'infame scatoletta di tonno, però, ha investito la sua ultima mossa nel modo più bastardo che si possa immaginare. Ha lanciato un razzo in direzione del mio povero cecchino, uccidendolo sul colpo. Quanto bisogna essere stronzi per lanciare un razzo a un soldato che è già a terra? Eh? Eh? E visto che giocavo in modalità Ironman... quel soldato è morto per sempre. RIP Seasick Steve.

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Gianluca Loggia

Gioco dell'anno: Baldur's Gate - Enhanced Edition Perché? La faccio lunga. Io desideravo una roba tipo l'iPad da quando ho smesso di comprare fumetti cartacei per una mera questione di necessità. Vivevo in un monolocale e proprio non ce la facevo più a tenere insieme tutta quella carta. Era il periodo in cui in Italia stavano pubblicando le prime robe Ultimate, che tra l'altro mi piacevano tantissimo. Con la musica era già successa una cosa fantastica: l'arrivo dei lettori portatili MP3. Nel mio Creative Zen da 20 GB potevo tenere in MP3 tutta la mia musica e portarmela in tasca tranquillamente. Volevo qualcosa di simile anche per i fumetti e sapevo che era teoricamente possibile. Quando è arrivato l'iPad, ovviamente ho cominciato a collezionare fumetti digitali in tutti i modi possibili e l'esperienza diretta mi ha confermato che ovviamente è una goduria spaziale leggere le robe in quel modo. L'oggetto, però, era ottimo anche per giocare. In particolare, si dimostrava evidentemente fichissimo per avventure grafiche e giochi di ruolo vecchio stile. Pensavo: "Certo che un Baldur's Gate, qui, sarebbe proprio la morte sua". Sì, più Baldur's Gate che Diablo, che comunque ci starebbe bene, perché Baldur's Gate, con il combattimento basato sul motore Infinity di Bioware, e cioè con il concetto di mettere in pausa per decidere con calma le azioni di tutti i membri del party, mi sembrava veramente proprio perfetto per un tablet.

E alla fine è arrivato anche Baldur's Gate, nella sua Enhanced Edition, per iPad. Non l'ho neanche iniziato, ancora, sono solo troppo felice che esista. Probabilmente il gioco perfetto per la piattaforma in questione. Bello, molto "narrativo", lunghissimo, con tanta esplorazione, combattimenti molto tattici, una quantità di nerdismo esagerata. Il tutto a portata di mano. Figata totale.

Miglior grado di attenzione al fatto che il digital delivery per i videogiochi possa essere proposto in modo comodo e intelligente: Steam, Xbox Live e PlayStation Plus Perché? Dunque, si tratta di un ex aequo tra tre attori principali. Oppure di tre nomination tra cui non so decidermi, non lo so, vediamo un po' insieme.

Il primo attore è Steam, che già da anni dimostra quanto il digital delivery possa essere spesso e volentieri preferibile, anche dal punto di vista economico (per l'utente, dico), al classico acquisto della scatola nel negozio fisico. Con Big Picture, la nuova interfaccia arrivata in queste ultime settimane del 2012, e pensata per situazioni da TV/salotto/controller, il sogno di avere una collezione di giochi sempre a portata, e di poter passare dall'uno all'altro senza doversi alzare dal divano per cambiare disco, diventa sempre più realtà. Il limite di Steam, anche con Big Picture, paradossalmente è sempre il PC, fantastico per le sue infinite possibilità, ancora imperfetto per un utilizzo totalmente "comodo". Però, appunto, con Big Picture si va in quella direzione e Valve sta anche pensando a qualcosa di più semplice, a livello di hardware, da utilizzare con Steam e Big Picture solo per giocare. Insomma, mi piace come ci si sta muovendo.

Il secondo attore è Xbox Live, primo servizio nella storia dei videogiochi ad aver portato il digital delivery nel mondo console con Xbox Live Arcade e che negli ultimi anni sta allargando i suoi orizzonti con i Giochi su richiesta, ovvero la riproposta in digital delivery dei giochi retail per Xbox 360. Ora, il limite di quest'ultima iniziativa era decisamente il prezzo dei singoli giochi. 30 euro per un gioco che nei negozi si trova facilmente a 15-20 è decisamente un po' troppo. Se si escludono alcune eccezioni, quindi, il prezzo ha sempre penalizzato l'iniziativa. Ora, la cosa bella del 2012 è che con le offerte che cominciano a farsi vedere su Xbox Live, queste eccezioni stanno aumentando sempre più. Negli ultimi mesi, è stato possibile acquistare, a 10 euro l'uno, giochi come Oblivion, Bioshock, Bioshock 2, Splinter Cell: Conviction, Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate, Metro 2033, Darksiders II, i primi due Assassin's Creed e altri. Alcuni sono lì a 15 euro (il primo Mass Effect, per esempio), altri a 20 euro, che è un prezzo abbastanza accettabile in molti casi. Insomma, lo scenario sta lentamente cambiando e i saldi che sono in arrivo in questi giorni (dal 18 al 31 dicembre) dovrebbero dare un'altra bella botta a questo cambiamento. Anche qui, il sogno di passare da un gioco all'altro senza alzarsi dal divano si fa pian piano più concreto.

Il terzo attore è PlayStation Plus. Una strada un po' diversa dalle altre due, ma comunque per certi versi assolutamente efficace. Si paga un abbonamento mensile/annuale e ci si becca dei giochi proprio completamente gratis, chiaramente utilizzabili fintanto che l'abbonamento è attivo. Ci sta. Come idea base, soprattutto cercando di immaginarne eventuali potenziali sviluppi (la butto lì: flat totale), ci sta assolutamente.

Insomma, si tratta di tre proposte un po' "in divenire" (con Steam che sicuramente, tra le tre, è quella che vanta lo stadio più avanzato) e anche per questo le vedo ancora più come tre nomination. Dice: "E allora perché non hai scelto un'altra roba da premiare?" Eh, perché questo è uno dei campi da gioco che mi attizzano di più e nel 2012 ha fatto gran bei passi avanti. Volevo comunque sottolinearli in qualche modo. Poi, queste chiacchiere le facciamo anche per riflettere/discutere, quindi...

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Davide Moretto

Gioco dell'anno:JourneyPerché? Il mio gioco dell'anno è inaspettatamente (almeno per me) Journey. In un 2012 che ha visto l'uscita di megaproduzioni dal calibro di Halo 4 e Assassin's Creed 3, che ha visto il ritorno di Resident Evil sia su portatile con Revelations sia su console casalinghe con il sesto capitolo, il titolo che mi ha preso, colpito, ammaliato e fatto innamorare di più è il piccolo gioiello di thatgamecompany. Due ore passate a vivere un'emozione raramente provata in un gioco, condividendola con compagni di cammino sconosciuti ma mai così azzeccati. Una cosa bellissima, veramente. Lacrima. Grazie.

Gioco più buggato dell'anno: F1 2012 Perché? Forum Codemasters assaltato da utenti infuriati con problemi di ogni tipo: dai salvataggi corrotti, a dei tremendi glitch grafici, sino ad arrivare a quelli più fortunati (me, per esempio) a cui il gioco manco partiva. Risoluzione? Tante patch, poche scuse e il passaparola degli smanettoni che ha dato sollievo a molti (ma non tutti) che invocavano un aiuto ultraterreno. E la Ferrari manco ha vinto il mondiale. Tristezza.

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Lorenzo Baldo

Gioco dell'anno: Mel Gibson The Hedgehog se Veste de NegroPerché? Per l'immane capacità di trasformare l'orrido in splendido, il disturbante in affascinante, la cacofonia in melodia. Brutto, sporco, ruvido e compiaciuto nel suo essere.

Premio "Any Given Sundance":Indie Game: The MoviePerché? Uno spaccato di vita toccante, delicato, il miglior tramite per stabilire un rapporto empatico con alcune delle menti più brillanti del mondo videoludico. Chi non ne avesse colto la profondità è cordialmente invitato ad appendere il joypad al chiodo, evitando di perdere tempo ulteriormente.

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Andrea Maderna

Gioco dell'anno: Journey Perché? Perché  gli ho messo 10 qua su Outcast, che volete che vi dica? Non mi è capitato molte altre volte, di mettere un voto del genere. Forse qualche 10 l'ho tirato fuori su PSM, tipo a un'edizione di PES dei tempi belli, ma non ricordo altro e, di sicuro, non c'è stato molto altro. Certo, ho messo dei 5/5 in contesti in cui si usava quella scala di valori, ma non è esattamente la stessa cosa. Comunque, dai, non male, come giro di stronzate per evitare di dover dare delle argomentazioni serie, no? La verità è che non mi piace decidere un singolo gioco dell'anno, preferisco guardare a quella manciata di "più significativi". Anche perché, parliamoci chiaro, come fai a decidere quale sia il gioco PIÙ MIGLIORE fra Journey e questi qua sotto? Dai, sono troppo diversi fra loro, non ha senso confrontarli direttamente. Si può fare, per carità, macchissenefrega.

Questi qua sotto: Dishonored, The Walking Dead, Fez, Resonance, Lone Survivor, Lollipop Chainsaw, Little InfernoPerché? Perché sono le altre "cose" di quest'anno che mi sono rimaste e mi rimarranno fortissimo dentro, qualunque sia il motivo. Questi e quello non sono necessariamente gli otto giochi che considero oggettivamente migliori, qualsiasi cosa voglia dire, perché se provassi a fare un discorso del genere, ci dovrei per forza buttare dentro perlomeno anche NBA 2K13 e New Super Mario Bros. U. E magari dovrei aggiungerci pure altro. Però la verità è che sono quelli. Sono loro. Ovviamente lo sono fra quelli che ho giocato, ché ci sono diverse cose (tipo Hotline Miami, per fare un esempio a caso) che mi sono perso e sono abbastanza convinto sarebbero finite in questo elenco, se le avessi giocate. Ma non le ho giocate. Basta, dai, lascio la parola a gente che ha cose più interessanti da dire.

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Andrea Babich

Gioco dell'anno: New Super Mario Bros. UPerché? Perché è talmente banale che io dica questa cosa che probabilmente è quasi oltraggiosa. Io stesso non avrei mai creduto di dirlo. Non ho mai amato eccessivamente l'atmosfera che si respira nella serie New. Ho sempre percepito il tutto come un po' troppo ingessato, seppure nel contesto eccellente dei Mario platformisti. Questo nuovo capitolo cambia tutto, lo sento gioioso e arioso, più vicino non solo alle atmosfere, ma alla gloriosa bastardaggine di level design di un Super Mario World. Sarà banale, e lo imputerete al mio stile vecchio. Benissimo, è così: sono vecchio e banale, ma non posso che testimoniare in merito al gioco che mi ha fatto stringere più ossessivamente il GamePad quest'anno. Ricordo alcuni dei livelli cooperativi a due (uno GamePad, l'altro controller) come uno dei momenti più avvincenti degli ultimi anni. Vi chiedo solo di non pensarmi come un nostalgico. La nostalgia è caratterizzata da un vagheggiare un qualche cosa della nostra vita passata che, più o meno distorto dai ricordi, idealizziamo come il simbolo di un epoca migliore di noi stessi ("Che bello Bomb Jack, ti ricordi che partitone al mare a Bibione (VE) nell'estate del 1985?"). Qui è una questione di mera predilezione di un certo stile ludico piuttosto che un altro. I modi, i tempi, i ritmi e le trovate di New Super Mario Bros. U si confanno pefettamente alla mia anima di eterno fanciullino pascoliano videoludico.

Premio "Migliore remake di una roba vecchia rifatto nello stile grafico e ludico di un'altra roba vecchia ma diversa": GridRunner Perché? Vince a mani basse GridRunner di Jeff Minter per iOS. Credited to Lambco come gioco di parole tra Lamb e Namco.

A MANI BASSE. D'altro canto non è che sia una categoria particolarmente affollata. Comunque.

Tron ha folgorato, alas, fulminato parecchia gente sulla via dell'estetica digitale. Minter è tra loro, tra i primi, tra i più grandi. Ha assorbito il design di Syd Mead, di Peter Lloyd e dell'ahinoi, compianto Moebius e lo ha immediatamente stravolto, praticamente in tempo reale, a suo uso e consumo con GridRunner, uscito sugli 8 bit tra il 1982 e il 1983. La Matrice diventa il giardino finto-vettoriale dove pare trovare rifugio un Centipede, fuggito chissà come da un cabinato Atari. Minter ci aggiunge due laser a bordo schermo, uno sull'asse X, l'altro sull'asse Y: passano e sparano lunghi fasci letali mentre noi siamo impegnati a giocare quello che credavamo, in effetti, solo un clone di Centipede. Questa multiplanarità mentale richiesta al giocatore è tipica di Minter, e agisce tanto sul piano ludico quanto sul piano culturale. Mescolare i gameplay, mescolare i riferimenti ludici e stilistici e venirsene fuori con qualcosa di serenamente citazionistico, eppure anche completamente nuovo. Minter lo faceva nel 1982 e lo fa trent'anni dopo con Gridrunner su iOS (meglio su iPad con iCade, ma va bene anche sull'iPod Touch unto di patatine mentre siete ubriachi sull'ottovolante, eh).

Arrivato ai cinquant'anni, YAK può divertirsi a citare se stesso come gli pare, miscelando in questo remake del suo titolo del 1982 le feature presenti nei tanti altri GridRunner da lui stesso creati da allora, e infine ingrigliandoli all'interno di un layout grafico che è quello tipico dello shooter da sala giochi di inizio anni Ottanta (Konami/Namco, come gusto, con una spruzzata di effetti sonori provenienti da Zoo Keeper di Taito). E agli assi X e Y della griglia diventano i protagonisti del best uso del tilt screen EVAH. Se tenete l'iOSdevice verticalmente, giocate alla nuova versione di GridRunner "finto vecchio coin-op". Se inclinate di 90° in senso antiorario, di colpo appare la versione Commodore 64. Se inclinate di 90° in senso orario, appare invece la versione Vic 20. Con quello spirito guascone da "because we can". Ma, soprattutto, questo è il Gridrunner perfetto in termini di giocabilità, al di là dei divertissement estetici. Provatelo. Date soldi a quel vecchio pecorone innamorato, perdìo. Non per simpatia, ma per i giochi che vi dà!

Biagio Etna

Gioco dell'anno: Dishonored Perché? Banalmente, per completezza, sfida, carisma, scenario. In una generazione accusata di semplicismo, Dishinored sembra urlare il contrario. Tutto è costruito nel minimo dettaglio. Un videogioco carico di emozioni e ricco di possibilità, come non ne vedevo da tempo.

Premio "Ce l'hai solo tu": Fez Perché? Sarà per il suo borioso autore e relative dichiarazioni a random, per la patch che distrugge le console o semplicemente per quell'aria di misticismo che lo circonda, insomma, non so esattamente il motivo, ma FEZ mi è antipatico. Ne riconosco i notevoli pregi e la struttura sicuramente geniale. Ma proprio come per una bella ragazza che se la tira, penso: "Aoh, ma mica ce l'avrai solo te".

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Francesco Destri

Gioco dell'anno: The Walking Dead Perché? Non avrei puntato un decimo del mio misero stipendio su una nuova serie di Telltale dopo Jurassic Park (ma nemmeno il Monkey Island episodico mi aveva fatto impazzire). Eppure questi baldi californiani hanno tirato fuori dal cilindro una serie che resterà a lungo nei miei ricordi. Va detto che, a parte il primo capitolo, giocato al day-one e finito in un'oretta senza particolari entusiasmi, ho aspettato e mi sono sparato la classica full immersion di un weekend con tutti gli altri quattro episodi, un po' come faccio con qualsiasi serie TV che mi piace. Beh, che dire? Sono quasi tornato bambino, quando mi leggevo un libro-avventura al giorno; le scelte morali, i colpi di scena, la cattiveria e la disperazione, la bambina dagli occhioni grandi grandi, quel doppiaggio da favola. Con qualche enigma degno di questo nome sarebbe stato a un passo dal capolavoro, ma già così è impossibile non amarlo.

Ma porca di quella... dell'anno: ZombiU Perché? Lo ammetto. Non sono un giocatore hardcore e l'unica volta che ho visto Fez è stata in Indie Game: The Movie, quando a Phil Fish tra un po' viene un coccolone di fronte ai continui crash del suo "bambino". Forse lo ero vent'anni fa, ma nemmeno allora mi ricordo di sfide titaniche con gli amichetti o di sessioni di gioco di ventiquattro ore continuate. Quando becco un gioco già difficile di suo e con un sistema di salvataggio da linciaggio istantaneo nella pubblica piazza, so già che mi aspettano giorni difficili. Per fortuna non ho dovuto recensire ZombiU (Ualone, non ti invidio), ma me lo sono ritrovato in bundle con la versione figa di Wii U. Inizio fantastico, grande atmosfera, il GamePad rulla, la grafica fa un po' pietà ma la tensione è alle stelle. Poi muoio, muoio e muoio ancora, perdo tutto, muoio, torno nel cortile per riprendermi le armi, muoio, arriva l'orda e muoio, riesco ad arrivare a un cancello, muoio, faccio fuori dieci zombi con un mitragliatore, muoio. Salvo il gioco in una stanzetta, esco, muoio e non ricomincio dalla stanzetta ma cento metri più indietro in una cantina. Sarà anche un bel gioco e magari, con un po' di Xanax in corpo, riuscirò anche a finirlo, ma dopo tre ore di questa solfa ho messo su Mario, Luigi, sua nonna e sua zia e mi è tornato il sorriso sulle labbra. Ah, mi accorgo adesso di aver parlato solo di zombi... sai che novità.

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Ugo Laviano

Gioco dell'anno: Journey Perché? Perché un videogioco può avere poche e semplici idee di gameplay ma che sostengono alla perfezione tutto quel che c'è da dire e fare nel suo mondo; perché ha una semplicità comunicativa estrema senza mai sembrare cheap; perché ha una direzione artistica da sturbo e una colonna sonora ammaliante; perché ha una potenza narrativa enorme pur rinunciando del tutto alla parola; perché ha un ritmo scandito alla perfezione e un multiplayer in grado di far legare due sconosciuti e far loro vivere assieme una vita intera. E questo anche se dura due ore, o forse, perché.

Premio "Il ritorno al passato sa essere una figata spaziale nelle mani giuste": Ex aequo a New Super Mario Bros. U, Fez, Dishonored e Double Fine Adventure Perché?New Super Mario Bros. U, perché sono troppi anni che aspettavo New Super Mario World. Fez perché erano secoli che non riempivo quaderni di appunti per decifrare enigmi e alfabeti alieni ed è stato bellissimo. A Dishonored perché era da Deus Ex che aspettavo di poter giocherellare con dei livelli realmente aperti e aprocciabili in un sacco di modi diversi. Alla Double Fine Adventure perché erano veramente troppissimi anni che attendevo una nuova avventura grafica scritta da Tim Schafer.

Stefano Castelli

Gioco dell'anno: XCOM: Enemy Unknown Perché? Semplicemente perché non posso esimermi dal votarlo: ho atteso per anni che la serie di Xcom tornasse, mi sono persino sorbito innumerevoli - e spesso immondi - cloni che non sono mai riusciti neppure a sfiorare la grandezza dell'originale (con l'esclusione di Silent Storm, in cui però di alieni non c'è proprio traccia). Ci voleva Firaxis, per compiere lo stesso miracolo già effettuato con Civilization (rigorosamente il 4): svecchiare, rispettare, riproporre e conquistare il giocatore. Persino il multiplayer, hanno azzeccato, e addirittura le versioni per console sono grandiose. Dunque, GOTY per me e auguro un'invasione di alieni sbavanti in salotto a tutti quelli che non l'hanno comprato.

Gioco più Natalizio del 2012: Little Inferno Perché? Perché trasuda spirito natalizio più dei bastoncini di zucchero colorati. C'è il caminetto, fuori fa freddo, solo a guardarlo senti il tepore. Inoltre puoi bruciare i giocattoli. E quante volte avremmo voluto farlo, magari quando ci aspettavamo un bel Transformer o un mezzo dei G.I. Joe e qualche zia si presentava con l'ennesima automobilina o con un pupazzo? Fuoco e fiamme siano. Dopotutto, siamo tutti un po' piromani dentro, alla faccia del MOIGE.

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Elena Avesani

Gioco dell'anno: Rayman Jungle Run Perché? Veloce, compulsivo, flusso continuo di morte e resurrezione, Rayman Jungle Run è il gioco che ho giocato, e sto giocando, di più quest'anno. Il tempo è ormai poco per i polpettoniqualsiasi [tutto attaccato, NdR] con una storia, sempre la stessa, con un'ambientazione, un mondo in cui immedesimarmi. In questo 2012 ho fatto fatica a staccare la mente dal mondo reale e dai suoi problemi. One shot, cinque, dieci, venti minuti a Rayman Jungle Run mi divertono e impegnano senza sentirmi troppo decerebrata.

Premio "Non volevo rovinare l'amicizia sta grandissima cippa": Fez Perché? È una domenica mattina di aprile. Io e F. siamo seduti sul mio divano mentre sto giocando a Fez, un po' perché voglio andare avanti e un po' per mostrarglielo. Mi incarto, c'è un enigma in cui mi incarto e non riesco a proseguire. Mentre mi rigiro disperata tra un pixel e l'altro, gli spiego il discorso del 2D, della rotazione, delle prospettive, lui guarda, "Ah figo", e a un certo punto mi dice "Fai così, fai colà". *PAM*, enigma risolto. Io esulto, gli tiro una pacca sulla spalla e gli dico "Sei un grande, sei un mito", lui tutto soddisfatto mi sorride. Poi scriverà sul suo blog che è stato un bel momento. Perché, i giovani d'oggi, fa brutto dire le cose belle a voce, in faccia. Meglio dirsi solo quelle brutte e fanculo.

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Roberto Magistretti

Gioco dell'anno: SpelunkyPerché? Bof, gioco del 2012 per modo di dire, visto e considerato che l’originale è del 2008. Ma c’è anche da dire che nel 2008 era disponibile solo su PC, tra l’altro in un’edizione un po’ traballante che è stata sistemata e aggiustata nei mesi/anni successivi. Insomma, fino a quando non è arrivato su Xbox 360, Spelunky è stato un gioco di nicchia & di culto. Le cose sono cambiate quando è stato pubblicato sul Marketplace della 360. Ma appena appena. Questo perché, pur “svecchiato” da una (bruttina) presentazione grafica pop/cartoon che ha sostituito quella tutta pixel dell’originale, Spelunky resta sempre una roba che può essere apprezzata solo da un certo tipo di videogiocatori. Tipo quelli che negli anni Ottanta sono riusciti a venire fuori dalla giungla di Pitfall!, per esempio. O, anche, da quelli che nei Novanta hanno trovato il coraggio di infilare la testa nelle grotte di Rick Dangerous per Amiga (per chi se lo ricorda) o in quelle di Spelunker (come sopra). Questi sono tutti rimandi piuttosto superficiali, comunque. Perché Spelunky è sì un platform bidimensionale di quelli di una volta. Ma non solo. Aprendolo e sistemandolo sotto alle lenti di un microscopio, infatti, si può notare come la meccanica interna sia  un po’ quella dei dungeon crawler e un po’ quella dei roguelike, con un level design “casuale” che trasforma ogni partita in un’avventura diversa. Uguale, ma diversa. Spelunky è cattivo, difficile, punitivo. E criptico. E vecchio. E fuori tempo massimo. Ogni tanto ti trovi davanti a un videogioco che ti assomiglia. Quando capita, non puoi far altro che infilarlo al primo posto della tua personalissima classifica di “giochi dell’anno”. E quindi, sì, il gioco del 2012, per quel che mi riguarda, è ‘sto Spelunky.

Libro videogiocoso dell'anno: The Making of Prince of Persia: Journals 1985-1993 Perché? Per qualcuno, leggere, parlare, scrivere di videogiochi è divertente/interessante tanto quanto giocarli sul serio. Pare strano (e forse nemmeno tanto), ma è così. Di buoni libri videogiocosi nel 2012 ne ho letti un bel po’, dal gigantesco Atari Inc. - Business is Fun (di Marty Goldberg e Curt Vendel) a The Making of Prince of Persia (Jordan Mechner). Ed è proprio quest’ultimo quello che mi ha colpito di più. Più che una cronaca romanzata degli anni che hanno visto Mechner impegnato sulla prima avventura elettronica del principino, The Making of Prince of Persia è una sorta di diario adolescenziale. Un diario scribacchiato da un ragazzo che all’epoca (fine Ottanta, primi Novanta) era niente, o quasi, e che il tempo avrebbe poi trasformato in un gigante. A me i vincenti non è che piacciano più di tanto. E quindi il Mechner milionario che flirta con Hollywood e con gli squali in gessato grigio di Ubisoft mi è pure antipatico. Ma quello che si riconosce tra le pagine di The Making of Prince of Persia è un’altra persona. Un ragazzino fragile, insicuro e trascinato dagli eventi lontano da casa e dai suoi affetti, con le tasche dei pantaloni piene di nostalgia & malinconia. Si parla di come è nato Prince of Persia, in questo diario. Ma si parla anche e soprattutto di “altro”. E che “altro”.

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Luigi Marrone

Gioco dell'anno: Journey Perché? Journey quale esperienza sublime, capace d’offrire un “viaggio-vita” metaforico, gnostico, arcaico e preverbale che accende corrispondenze simboliche col sé e l’infinito.

Journey quale messa in scena di uno splendido affresco in movimento di luce e oro che non comparirà mai in un centro commerciale quale screen-test di un Sony Bravia, ma che ogni avventore sarebbe scioccato nel mirare.

Journey quale isolato gioiello depositato nel network PlayStation, facilmente liquidabile quale temporanea “velleità” pur essendo funambolo senza rete di protezione nel voler rappresentare questioni d’esistenza fondanti.

Journey perché il “multiplayer” disabilita il poter conoscere l’identità di chi s’incontra durante il proprio viaggio, polverizzando quindi etnie, sesso, colore ed età dei giocatori nel nome del “Non è tanto chi sei quanto quello che fai che ti qualifica”.

Journey perché verso la meta, ad ogni nuovo viaggio, ogni gesto compiuto diviene infinito.

Premio “Miglior gioco in singolo di Vita Alternativa dell'anno scorso che ho giocato quest'anno”: The Elder Scroll V: Skyrim Perché? Per concetto e sua natura, Skyrim è pura misantropia. Fornisce l’illusione d’una continuità dentro un universo-altro che corre e soggiace parallelo all’esistenza del giocatore. Farsi prendere bene da Skyrim vuol dire scegliere di rimanere conturbati da un’elevatissima discrezionalità nel vagare, combattere, leggere, conoscere e svelare, permettendo la progressiva perdita egoica del sé nel reale per una sua forte e introversa caratterizzazione nel virtuale.

Skyrim è un mondo di violenza e magia interamente localizzato in italiano, con mille dialoghi e storie e libri e caverne e architetture e altrettante piccole magnifiche perle di sub-quest create con passione da chi ha deciso di non sapere né volere risparmiarsi mai. Un’esperienza dalle mille sfaccettature, che quanto più viene svelata tanto più rifulge e ubriaca di sé.

Seppure inflitto da alcune incertezze tecniche, quale (grezzo) diamante uno Skyrim è per sempre.

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Marco Salvaneschi

Gioco dell'anno: Far Cry 3 Perché? Perché è l'ultima pietra che mancava per seppellire del tutto il periodo buio di Ubisoft e delle sue serie simbolo: gli annus horribilis 2007 e 2008 del primo, ripetitivo Assassin's Creed; del secondo, monotono Far Cry 2; e di quel più paraculo che principesco Prince of Persia, ribattezzato nell'occasione "PoP-porno" per gli amici (di PSM).

Game (mission) design e art design vanno finalmente a braccetto, fatti l'uno per l'altro come devono essere per vivere e farci vivere felici e contenti in simbiosi col gioco. Ed ecco che anche sull'isola non siamo più isolati in un lussureggiante deserto d'idee: perché, alla fine, la quest delle quest è quella di farti apprezzare fino in fondo quell'art direction che, a sua volta, dev'essere mezzo, mai fine. Le nostre lontane grida sono state finalmente ascoltate.

Premio "Non ce la farò mai": PlayStation Plus Instant Game Collection Perché? Beh, basta saper contare. Sul mio personalissimo cartellino, quest'anno l'Instant Game Collection offerta dal rinnovato e ormai rinomato servizio PlayStation Plus si aggiudica il prestigioso premio "Non ce la farò mai" - "Angoscia" per gli amici - con un margine rassicurante di una buona manciata di punti, e di game. D'altronde, "far finta" di scaricare i giochi gratis in offerta ogni settimana per poi lasciarli lì a prendere la polvere virtuale per mesi è molto più facile ed economico che accumulare le scatole incellofanate sugli scaffali reali della cara vecchia Dusty (Old)Games Collection. A diminuire l'Angoscia per gli arretrati accumulati senza speranza alcuna di essere giocati, il fatto che molti dei giochi disponibili in modalità Instant lo  fossero già anche in quella Dusty. Che culo, eh?

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Marco Calcaterra

Gioco dell'anno: Trials EvolutionPerché? Nella mia top 10 di tutti i tempi, senza dubbio. Più permissivo del brutale Trials HD, Evolution mette d'accordo sia i puristi del genere che i casual gamer. L'editor è spaventoso: ci si può fare un clone tanto di Pong, quanto di Dance Dance Revolution, ma il vero valore aggiunto lo fanno le centinaia di eccezionali percorsi "convenzionali" creati dalla community, spesso superiori a quelli creati da RedLynx. Potenzialmente infinito. Un 10 secco.

Premio al fotofinish: MiasmataPerché? Anche se in extremis, voglio premiare IonFX, sviluppatori di Miasmata, per aver avuto l'ambizione e il coraggio di creare un survival(molto)horror(poco) assolutamente fuori dagli schemi e incredibilmente coinvolgente. Un'esperienza profonda, che mi ha fagocitato per una settimana.

Davide Giulivi

Gioco dell'anno? Hawken Perché? Perché che il free-to-play, come sistema, potesse dare vita a roba multiplayer godibilissima lo si sapeva già dai tempi di Quake Live e Team Fortress 2. Si sapeva anche che in fondo questa gratuità non significava per forza dover spendere un botto di grana per poterle effettivamente vincere, le partite, visto che il più delle volte lo spendere vero denaro significa esclusivamente raggiungere il livello spaccaculi in minor tempo, o bullarsi di una tutina mimetica che mollami Lady Gaga. Quello che non sapevamo era se il free-to-play potesse dare vita ad un gioco tecnicamente tosto, e Hawken ha abbattuto tale dubbio con la grazia di un cingolato bipede. I - tre livelli tre - di Adhesive games sono un orgasmo per gli occhi a base di motori fumiganti, retrorazzi roventi e lamiere illuminate dal tramonto, tanto da mettere a dura prova la nostra ultima GeForce e da farci pensare che l'idea dei giochi AAA gratuiti, suggerita da Cevat Yerli, non sia del tutto utopica. Poi fa niente se continuano a vendere le scatole con le statuine a 199 €, a noi piace la varietà.

Premio "Vi camminiamo sopra come sempre": Big Picture Perché? Perché parliamone, dai. Dopo vent'anni a fare console, i tre sopravvissuti del giurassico ancora ti fanno cercare gli amici con i codici e le tastiere QWERTY a schermo. Arriva la combriccola di Gabe, quella che pubblica i giochi in base ai voti della gente, ti sottopone i mod migliori e ti vende la roba a prezzo di "isoletta nel pacifico dove l'unica Iva è la Zanicchi" e così d'amblè propone l'interfaccia assolutamente più figa al mondo da utilizzare con il gamepad. Ovvio, poi basta lanciare lo splendido Far Cry 3 per rompere l'incantesimo, costringendoti ad allungarti sul mouse per avviare la partita, ma non è che le software house, poverette, possono tenere dietro il ritmo di Gabe. Ci metteranno il loro tempo, poi si inchineranno alla più completa e assoluta superiorità dei ragazzi di Valve. Adesso questi ultimi hanno deciso di fare il PC standard con Linux per far girare i giochi del 2013 sulla TV e a me e al Maderna toccherà l'arduo compito di dirlo a Ballmer. Fortuna che Kazuo Hirai ha capito tutto qualche mese fa, dandosi al golf.

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Davide Tosini

Gioco dell'anno: Dishonored Perché? Ci ho pensato un sacco, pure troppo, forse. Ma, alla fine, ho deciso che il mio GiUoco dell'Anno non può che essere Dishonored, di Arkane Studios.

I motivi? Tanti. Comincio dal più semplice: Dishonored mi ha dimostrato che non serve avere un protagonista con un nome figo per fare un gioco bello. Perché è troppo facile fare "robbabbuona" quando impieghi Solid Snake (Metal Gear Solid), Gordon Freeman (Half-Life) o Gordon Ramsay (filetto alla Wellington). Ben più complesso è tirare fuori dal cilindro una figata spaziale quando ti dai una martellata in faccia chiamando il tuo eroe Corvo Attano. Detto fuori dai denti, è proprio un nome dimmerda, in ogni lingua del mondo. Il secondo motivo ha invece a che fare con il mio lavoro. Mi hanno parlato di Dishonored ben prima che venisse annunciato. Tutto quello che potevano dirmi senza essere costretti a uccidermi era: "eh, lo fanno quelli di Arkane, è uno sparatutto in prima persona e ha a che fare con lo steampunk". Niente screen, niente video, niente cover art da vedere in anteprima. E gli ho dedicato una delle cover di The Games Machine. Ripensandoci ora, mi ha detto discretamente culo.

La terza e ultima ragione è - finalmente! - legata alla parte ludica del gioco. Dishonored si è fatto rigiocare diverse volte, in diversi momenti, con diversi modi di fruizione. Questa cosa non mi capita con tutti gli shooter. Anzi, a ben vedere, non mi capita mai. Dunwall, invece, è fatta talmente bene che è un piacere gironzolare per le sue vie, sia scegliendo di fare le cose alla Dexter, senza lasciare tracce, sia massacrando tutto quello che si muove. Ed è fantastico che non ci sia un approccio giusto o uno sbagliato: c'è il modo in cui tu vuoi giocare. Senza puttanate in mezzo. Pollice su.

Premio Fastidio 2012: Diablo III Perché? Il premio speciale, nella categoria Fastidio, va sicuramente a Diablo e al suo cazzo di errore 37. Diablo III me lo sono goduto un sacco, anche se Torchlight II mi ha convinto di più, ma se fosse stato un gioco che attendevo meno a darmi il tormento in questo modo, non facendomi entrare nei server quando e come volevo io, l'avrei disinstallato in meno di quattro secondi netti. Visto che sono abituato a trovare il lato positivo di quasi tutte le cose, alla fine ho deciso che anche l'errore 37 poteva essere sfruttato. Come? Per imparare nuove e interessanti imprecazioni stando seduto di fronte a uno schermo!

E ho avuto un sacco di tempo per farlo, credetemi.

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Gregory Raffa

Gioco dell'anno: Nessuno Perché? Mi astengo dal votare il gioco dell'anno. Non so se si possa fare, ma perché non permettersi un gesto sopra le righe come regalo di Natale?

C'è stato nel 2012 un titolo che ha sensibilmente scosso l'industria? Qualcosa che mi ha fatto esclamare: "Caspio, questo non l'avevo ancora visto!" Forse Fez, con il suo splendido stile e la sua difficoltà "antica", forse Super Hexagon, che sa ricordare quanto possa essere divertente e appassionante un idea semplice. Journey mi è piaciuto tantissimo, ma, non so... Mi è sembrato mancasse qualcosa quando è finito. Faccio lo snob e passo oltre, sperando che il prossimo anno abbia in serbo qualcosa di più stuzzicante, che mi faccia brillare gli occhi ed esplodere il cuore.

Premio "Senza vergogna": PlayStation All-Stars Battle Royale Perché? L'idea di prendere diversi personaggi tratti dalla propria scuderia per farli prendere a pattoni l'un l'altro non è necessariamente un concetto che, se riproposto, possa definirei plagio. Certo, però, che c'è modo e modo di fare le cose, e PlayStation All-Stars Battle Royale lo fa in un modo talmente spudorato da generare mestizia davvero in qualunque essere umano ci posi sopra gli occhi. Definirlo un Super Smash Bros reskinnato è usare un eufemismo. C'era davvero bisogno di fare una mossa simile? Le vendite come sono andate? Ne è valsa la pena? Mah.

Il tributo alla vecchiaia di Street Fighter X Mega Man

La normale eccellenza che è propria di New Super Mario Bros. U

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