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Oltre i limiti, tragedia o lieto fine?

Oltre i limiti, tragedia o lieto fine?

Alzi la mano chi conosce Ai confini della realtà (o The Twilight Zone). Una serie di fantascienza amata e storica, che merita tutto il rispetto di questo mondo, e forse anche di più.

Appena meno nota è una serie che le somiglia moltissimo, e che ho visto spesso confondere con l’originale: Oltre i limiti (The Outer Limits). I punti di contatto e le somiglianze tra le due serie sono molti: entrambe presentano episodi autoconclusivi, entrambe cambiano attori e situazioni, ma sono anche sufficientemente diverse da avere dei “toni” e delle atmosfere sensibilmente diversi.

Sensibilmente più spostata verso la fantascienza e l’azione, The Outer Limits presentava storie forse meno filosofiche ma più dinamiche, spesso caratterizzate da una conclusione che oggi verrebbe definita “alla Shyamalan”. Ancora ricordo quella in cui un astronauta era convinto di aver salvato il suo gruppo e se stesso da una minaccia aliena, solo per poi, negli ultimi secondi di puntata, vedere che era stato sopraffatto da un parassita alieno che, mentre lo divorava lentamente, gli riempiva la mente di ciò che lui sperava di vedere. Erano molte le puntate caratterizzate da un finale tetro, privo di speranza, e altrettante quelle che invece presentavano un epilogo più positivo, lasciando sempre nel dubbio lo spettatore su come sarebbe andata a finire la serata. Da feroce amante del lieto fine, ammetto, una settimana su due mi trovavo col magone e la depressione a mille.

Non oserei dire quale serie io preferisca tra The Twilight Zone e The Outer Limits; probabilmente la prima è migliore per i suoi contenuti a volte filosofici ma la seconda costituiva la versione televisiva di raccolte di fumetti come Lanciostory o Skorpio e per questo aveva una sua attrattiva unica. Inoltre a differenza della sua serie cugina, The Outer Limits non si tratteneva e mostrava senza particolari problemi scene degne di un film horror o estremamente violente.

Impossibile citare una trama unica, data la natura episodica della serie: le puntate uscirono in una prima serie dal 1963 al 1965, con una seconda serie moderna che andò avanti dal 1995 al 2002, ed è sinceramente di quest’ultima che consiglio la visione, perché è anche quella che, comprensibilmente, è invecchiata meglio. O meno, che è più o meno la stessa cosa.

Lascio questo piccolo ricordo con le parole d’apertura di ogni puntata, sperando creino interesse in chi non le ha mai sentite e possano riportare invece alla mente qualcosa di bello a chi, come me, non sapeva mai se avrebbe visto una storia avvincente o tragica.

Non c’è nulla di rotto nel vostro televisore. Non cercate di aggiustare l’immagine. Noi stiamo controllando la trasmissione... Noi controlleremo il segnale orizzontale. Noi controlleremo il segnale verticale. Possiamo cambiare la messa a fuoco per rendere le immagini soffuse o farle diventare di una chiarezza cristallina. Per la prossima ora, noi controlleremo tutto ciò che vedrete e sentirete... State per partecipare a una grande avventura. State per sperimentare il timore e il mistero che vi giungono dalle profondità della mente per arrivare oltre i limiti.

Questo articolo fa parte della Cover Story “Febbraio bizarro”, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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