Vite sprecate
Gioco tanto, più di molti altri, eppure mi capita spesso di domandarmi se sia la cosa giusta da fare, se nella vita non ci sia altro, meno divertente magari, ma più significativo. Sarei la stessa persona che sono oggi, senza i videogiochi?
Penso spesso alle parole di Ludwig Göransson, che agli Oscar 2024 ringraziava i genitori per avergli regalato strumenti musicali invece di videogiochi. Molti si offesero senza motivo, ai videogiocatori piace un sacco farlo per ogni cosa, ma per me è evidente che tutti noi avremmo potuto dirottare il tempo speso con del buon intrattenimento (facciamo finta che lo sia anche il Final Fantasy XVI di turno) su altro. Sullo studio, sugli amici, sull’amore, sul lavoro, sulla lettura, sulla scrittura, sulla noia, anche sulla droga, certo, qualsiasi cosa che potrebbe in qualche modo averci reso una versione migliore di quello che siamo oggi.
Se Totti, Del Piero e Baggio, ne prendo tre a caso, avessero passato tutto il giorno a giocare a Fortnite, divertendosi come matti, eh, non avrebbero privato l’universo di qualcosa di grande? Magari è quello che sta succedendo, magari c’è una generazione di giocatori fantastici che si spegne su Call of Duty invece di portarci ai mondiali. Siamo sicuri che ne valga la pena?
L’umanità è andata avanti anche perché non aveva molto di meglio da fare, pure Einstein avrebbe schifato la fisica se si fosse innamorato dei JRPG, io riesco a immaginarmelo nel suo ufficio brevetti ad ammazzare il tempo con uno Steam Deck tra le mani. Quante avventure avrebbe vissuto, quanti colpi di scena… Ma oggi avrei dovuto usare un altro esempio, no?
Prendetevi un secondo prima di frignare, non è certo da me che può arrivare un attacco ai videogiochi. Però, non abbiamo mai avuto tanto contenuto accessibile, tante possibilità di non fare di meglio… Non ci stiamo un po’ lasciando andare?