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Match Point & Il danno: quando l’amore passionale ti consuma

Match Point & Il danno: quando l’amore passionale ti consuma

L’amore è uno di quei temi così complessi e stratificati che credo sia materia ostica anche per tutti quegli psicologi che negli anni hanno invaso le librerie con i loro trattati, tentando di classificarlo, o peggio ancora di trovare una sorta di razionalità in tale sentimento.

Per quanto mi riguarda, gli anni e l’esperienza mi hanno portato alla conclusione che, fondamentalmente, ci sono due tipi di amore: quello romantico, cioè composto prevalentemente da sentimenti di affetto, e quello passionale, in cui c’è una forte attrazione fisica, che brucia tanto rapidamente fino ad arrivare ad esaurirsi, non prima, però, di aver causato qualche danno alle persone che provano tale sentimento.

Per la Cover Story di questo mese, ho deciso di analizzare la seconda tipologia di amore, quello passionale, prendendo come esempio due film: Match Point di Woody Allen e Il danno di Louis Malle.

Match Point vede come protagonista Chris Wilton, un irlandese istruttore di tennis di umili origini che si trasferisce a Londra in cerca di vita migliore. Grazie al suo lavoro, Chris conosce Tom Hewitt, facoltoso rampollo di una ricca famiglia borghese. I due fanno amicizia e il giovane irlandese fa colpo su Chloe, sorella di Tom, con la quale inizia una storia che lo porterà all’entrata nella famiglia Hewitt con conseguente scalata sociale. Chris sembra apparentemente un uomo perfetto: di bell’aspetto, educato, rispettoso, amante dell’opera, dell’arte e della letteratura, in particolare di Delitto e castigo di Dostoevskij. Ben presto lascia il modesto appartamento in cui viveva e l’impiego come istruttore di tennis per accettare un posto come dirigente in una delle società del padre di Chloe. La vita di Chris sembra essere arrivata ad una svolta quando s’infatua di Nola Rice, fidanzata di Tom, aspirante attrice americana che è la sensualità fatta persona. Fra i due scatta una profonda attrazione che li porta ad una relazione clandestina fatta di incontri puramente carnali. Come a volte accade in questo tipo di relazioni, lei rimane incinta e mette Chris alle strette perché lasci la moglie e inizi una nuova vita con lei. Lui però è riluttante, in quanto lasciare la moglie significherebbe lasciare una vita ricca ed agiata, compreso il redditizio lavoro che ha ottenuto solo ed esclusivamente grazie al facoltoso suocero. Trovandosi di fronte a un bivio, l’attrazione passionale di Chris finisce per esaurirsi in favore della razionalità. Dopo aver confidato il suo tormento a un amico, capisce di non volere abbastanza Nola da buttare tutto all’aria e decide di elaborare un piano per sbarazzarsi dell’amante. Se l’apparente perfezione del personaggio di Chris era stata prima soltanto macchiata dalla perdita di moralità per il tradimento ai danni della moglie, adesso viene completamente sgretolata dopo che viene mostrata la natura fredda e calcolatrice del suo personaggio, che non esita a sacrificare anche un’innocente per salvare la propria posizione sociale. Nonostante il lato umano di Chris venga fuori, mostrando il proprio senso di colpa per i delitti commessi e augurandosi di essere scoperto, il suo lato negativo finisce comunque per prendere il sopravvento, non crollando mai di fronte alla sua famiglia e nemmeno davanti alla polizia, quando tutto sembra perduto.

Match Point è un film denso di tematiche: moralità, avidità, arrivismo e, soprattutto fortuna, in quanto il protagonista rimane impunito solo grazie a un evento fortuito (sia all’inizio che nella prima parte del film viene ribadito il concetto dell’importanza della fortuna nella vita rispetto al talento, tant’è che lo stesso personaggio di Chris è l’esempio perfetto di questo concetto, in quanto uomo senza nessun talento e capacità che raggiunge il benessere e una posizione sociale di tutto rispetto solo grazie al fortuito incontro con Tom). Ma emerge in maniera altrettanto forte e significativo il tema dell’amore passionale. Quella fra Chris e Nola è una relazione esclusivamente fisica, fra due persone accomunate dalla bellezza esteriore e dall’arrivismo ma prive di sentimenti reali. Le loro relazioni con Chloe e Tom Hewitt sono basate solo sull’interesse economico, così come quella fra loro due non ha prospettive oltre la camera da letto. Lo stesso Chris si rende conto, una volta che lei rimane incinta, di non avere futuro con Nola e di non amarla realmente se non per un puro desiderio sessuale, tant’è che una volta esauritasi la fiamma della passione, in lui ritorna la fredda razionalità. L’indecisione fra la moglie e l’amante e i continui segreti, compresi i delitti commessi, lo hanno comunque segnato, mettendolo spesso alla prova, pur senza sopraffarlo mai.

L’amore passionale e il suo essere così consumante e bruciante vengono trattati anche ne Il danno, film del 1992, pellicola che con Match Point ha diversi punti in comune.

Anche in questo caso ci troviamo in Inghilterra, ma il protagonista è totalmente diverso da Chris Wilton, sia umanamente che socialmente.

Stephen Fleming è un affermato politico inglese, benestante grazie alla sua professione di medico, sposato e con figli. La sua vita scorre in maniera perfettamente equilibrata, quando il figlio maggiore Martyn, giornalista, porta a casa l’affascinante Anna Barton, donna dal passato misterioso. Stephen ne rimane irrimediabilmente attratto, e fra i due nasce una relazione fisica e passionale. A differenza di quanto avviene nel film di Woody Allen, i due amanti vedono la loro storia da punti di vista diversi. Se Anna non chiede nulla di più a Stephen oltre la natura della loro relazione, il politico è totalmente succube dell’attrazione che la donna esercita su di lui, tanto da essere pronto a distruggere il suo matrimonio pur di stare con Anna, consapevole che portare la relazione alla luce del sole significherebbe farsi odiare per sempre dal figlio e mettere a repentaglio la propria carriera. Ciò che l’uomo prova per Anna va oltre l’attrazione fisica, vorrebbe stare con lei come se fossero una normale coppia, il desiderio che prova nei confronti della donna lo consuma interiormente, tanto da decidere in prima battuta di troncare la relazione con la donna dopo che lei decide di accettare la proposta di matrimonio del figlio Martyn.

Così come in Match Point, anche ne Il danno il protagonista, provato interiormente dalle sofferenze sentimentali, deve fare i conti, nel terzo atto del film, con una tragedia che finirà per segnarlo per sempre.

Se però Chris Wilton decide liberamente di uccidere Nola per salvare la propria posizione sociale, Stephen Fleming, dopo aver perso il figlio Martyn – che ha scoperto la relazione clandestina - a seguito di un incidente, capendo di aver perso ormai tutto, si ritira a vita privata in pieno isolamento, guardando quotidianamente una foto di lui, Anna e Martyn insieme, quasi come se fosse una penitenza da scontare per ciò che ha fatto.

Entrambe le pellicole, pur narrando storie diverse, raccontano un tipo di amore, quello passionale, basato sul puro desiderio, che sotto la coltre del piacere e della lussuria, non fa altro che distruggere emotivamente e mentalmente le persone, perché non contengono, se non a sprazzi o in maniera totalmente effimera, l’amore romantico, ma solo quello fisico e possessivo, oltretutto “sporcato”, se così vogliamo dire, da bugie e menzogne dovute al doversi dividere fra coniuge e amante.

Infatti, sono proprio le menzogne e l’immoralità dei protagonisti a portarli a vivere delle tragedie che li segneranno in maniera indelebile per il resto della loro vita, con la differenza che Stephen Fleming accetta di pagare per i propri peccati mentre Chris Wilton no, sfuggendo a qualunque tipo di giustizia, che sia terrena o divina.

Ho riguardato recentemente sia Match Point che Il danno e, se la pellicola di Woody Allen è invecchiata benissimo nonostante abbia quasi vent’anni sulle spalle, altrettanto non si può dire per quella di Louis Malle, forse troppo forzata in certi frangenti ed eccessivamente frettolosa in certi passaggi, come nel racconto del doloroso passato di Anna.

D’altronde, come ci ha insegnato la storia fra Buffy e Spike - di cui ho scritto qui – l’amore passionale va sempre a finire male.

La fiducia è un contorno per amori consumati. L’amore vero è selvaggio, è appassionato, è pericoloso, brucia, consuma.
— Spike
Quella specie di amore ti travolge, e alla fine si consuma nel nulla.
— Buffy

Questo articolo fa parte della Cover Story “Febbraio romantico”, che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.

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