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Il Ritorno di Kenshiro poteva rimanere benissimo dov’era

Chi ha vissuto la propria infanzia negli anni Ottanta, si sarà imbattuto almeno una volta nell’anime Ken il guerriero, quindi farò a meno di spiegare di cosa trattasse. Di quell’anime, andato in onda qui in Italia su alcune reti locali, ho ricordi molto vaghi, a parte l’ambientazione post-apocalittica e un alto livello di violenza. Non ho più seguito nulla di Hokuto no Ken dopo quel periodo, quindi conosco poco o niente dell’opera in questione, a parte Ken che girovagava insieme ai due bambini (Wikipedia prontamente mi ricorda che si chiamano Burt e Lynn) piallando di mazzate un sacco di brutti ceffi.

Nel settembre del 2014, Rai 4 trasmette per la prima volta in TV il film in live action Il Ritorno di Kenshiro, coproduzione USA/Honk Kong uscita direttamente in home video e mai arrivata in Italia, completamente doppiato per l’occasione nella lingua di Dante. Non avendo probabilmente nulla di meglio da fare quella sera, decido di vederlo, sia mai che mi venga voglia di recuperare l’anime. E invece, già dopo pochi minuti, capisco perché il film ci ha messo quasi vent’anni ad arrivare qui da noi: è un prodotto semplicemente terribile.

Come ho sottolineato poco sopra, non conoscendo molto bene l’opera da cui è tratto, non posso giudicarlo in quanto adattamento (ma non fatico a pensare che sia pessimo anche da quel punto di vista), ma solo come film d’azione a sé stante, e non si salva nulla nemmeno in quel senso.

Il film, manco a dirlo, vede il prode Ken impegnato a combattere il rivale Shin che, oltre ad avergli rapito Julia, l’amore della sua vita, vuole conquistare tutto il conquistabile a suon di botte e violenza.

Il cast annovera tale Gary Daniels – con una capigliatura stile Wham – nel ruolo di Ken (sbirciando nella sua filmografia vedo che ha partecipato ai due film di Tekken, il che è tutto un programma), Costas Mandylor nel ruolo di Shin (mi pare che l’unica cosa rilevante che abbia fatto sia qualche film della serie Saw) e Malcom Mc Dowell nel ruolo di Ryuken (come sia finito a fare una roba del genere è un vero mistero, e resta in scena giusto due minuti) più una serie di anonimi attori asiatici. L’ambientazione scimmiotta quella dei primi Mad Max, ma di qualità enormemente scadente, e tutto il film sembra essere un insieme di scene sconnesse, con situazioni al limite del ridicolo, come Shin che divide la mappa con squadra e righello o uno dei banditi che ha una foto di Julia appuntata alla giacca senza alcun motivo logico.

Ma l’apice del trashume viene raggiunto proprio dai combattimenti: pochi e fatti tutti male, con una scena talmente ridicola che non può essere descritta a parole, bisogna guardarla:

Insomma, siamo dalle parti delle produzioni Asylum o giù di lì. Se morite dalla voglia di guardarlo, lo trovate su YouTube.

Questo articolo fa parte della Cover Story “Meglio tardi che mai”, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.