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Gears of War 5 - Motoseghe e amore

Gears of War 5 - Motoseghe e amore

Gears of War è un gioco che, quando uscì per Xbox 360 ormai tredici anni fa, non avrei mai sospettato avrebbe guadagnato un successo come quello di cui ha goduto nel corso degli anni. Forse non possiede il peso di un Halo o di un Call of Duty, ma le parole Gears of War riportano alla mente in praticamente ogni appassionato di videogiochi l’immagine di nerboruti guerrieri che affrontano una minaccia proveniente dal sottosuolo, che li odia per motivi più o meno chiari. A questo proposito, mi sento anche di dire che la trama di Gears 5 spiega finalmente le origini delle locuste. Naturalmente non starò a dire qui in che modo, spoilerare un segreto portato avanti per cinque giochi sarebbe criminale.

Il gameplay è del tutto invariato rispetto ai precedenti capitoli. Anche le armi sono pressoché le stesse, con pochissime novità e modifiche. Si è sempre un soldato a piedi, relativamente poco agile, che deve sfruttare le coperture per combattere usando armi, per la maggior parte piuttosto imprecise. Le novità in ambito gunplay sono rappresentate dal drone che accompagna il giocatore; le sue abilità speciali, infatti, offrono l’unica vera e propria innovazione bellica, permettendo di diventare invisibili, prendere il controllo temporaneo di un nemico, piazzare mine, eccetera. Il tutto funziona magnificamente bene e, pur non reinventando la formula di base, il risultato finale è più che apprezzabile e gli scontri a fuoco presenti in Gears of War 5 sono perlopiù godibili e avvincenti.

Trama e personaggi non sono diversi. Ve ne sono alcuni che sono veterani di lunga data, altri che sono stati introdotti solo in Gears of War 4. Per chi non si è mai avvicinato alla serie, basti sapere che testosterone e machismo la fanno da padrone, anche nella protagonista femminile del gioco. Ci sono poi personaggi assolutamente odiosi, tanto che mi sono chiesto più volte come mai nessuno dei protagonisti reagisca con la giusta violenza.

La campagna per giocatore singolo è caratterizzata da missioni dal respiro piuttosto ampio e vi sono anche due macro aree nel secondo e nel terzo atto, che offrono un’esperienza di gioco quasi free roaming. Viene infatti concesso di esplorare liberamente l’ambiente di gioco e affrontare le varie minacce con il proprio ritmo, magari prendendosi del tempo per sbloccare obiettivi secondari o trovare armi “reliquie” sensibilmente più potenti di quelle regolari. Stimo che terminare l’intera avventura richieda circa sei ore, magari otto se ci si prende davvero il tempo di esplorare i due livelli aperti.

Vi sono poi altre modalità di gioco che per molti giocatori rappresenteranno, immagino, l’attrattiva principale. Qui faccio una premessa, con la massima onestà professionale che posso avere: non amo il multiplayer, ma è altrettanto innegabile che Gears of War 5 sia uno di quei giochi con una fitta componente dedicata al gioco online, e in effetti le modalità sono parecchie. Le ho provate, per quanto ho potuto, e al di la del classico deathmatch a squadre, sono presenti modalità che introducono variabili sfiziose, come la necessità di uccidere il leader avversario per bloccare il respawn dell’intera squadra nemica, o altre che permettono di riportare in vita un proprio compagno di squadra per ogni nemico sconfitto.

Più interessante ancora, da un certo punto di vista, la modalità fuga, che vede i giocatori collaborare in squadra per fuggire da un nido di locuste, dopo aver portato al suo interno una bomba velenosa per distruggerlo. Si tratta di una modalità frenetica e che spinge a calibrare bene l’uso delle limitate risorse e la fretta di fuggire, dato che il tempo a disposizione non è poi neanche così tanto.

E la realizzazione tecnica di questo tripudio di violenza… è all’altezza? Qui, in realtà, si sfonda una porta aperta. Gears of War 5 è una vera gioia per gli occhi: lo ho giocato con una RTX 2080, mettendo ogni impostazione al massimo su un monitor a 144hz, e il risultato è stato di trovarmi davanti a una fra le rappresentazioni più artistiche e gradevoli di violenza e spargimenti di sangue che abbia visto negli ultimi anni. Colpo d’occhio, piccoli dettagli, i nemici, tutto contribuisce a immergere nel mondo creato dagli sviluppatori. Sono anche presenti molte opzioni grafiche per regolare il livello di dettaglio, in modo che il gioco sia fluido per quasi ogni configurazione, e la risoluzione dinamica, da quanto ne so, funziona magnificamente per regolare automaticamente il dettaglio grafico e mantenere la fluidità desiderata. Ottimo.

Veri e propri difetti è difficile trovarne, in Gears of War 5. Non amo tutte le armi (il Lancer mi sembra appena di una virgola troppo poco potente, per dire), e anche altre, come il fucile di precisione o il fucile semiautomatico, fanno meno danno di quello che armi simili dovrebbero fare, almeno come sensazione. Un altro difetto che ho trovato sono i personaggi. La protagonista è insipida e non ho gradito molto il suo spirito da ribelle della domenica, così stupida che mette in pericolo i suoi compagni… e anche alcuni comprimari sono completamente odiosi, come Jinn. La cosa non sarebbe un problema se Gears of War 5 permettesse di “fargliela pagare”, ma in realtà nulla si potrà contro di loro e il tutto si riduce a subire passivamente le idee poco intelligenti di due personaggi che fatico a considerare realmente apprezzabili.

Ho ottenuto il gioco grazie a un codice per il download fornito da Microsoft Italia. Ho proceduto a divorare la campagna, apprezzandone i set pieces e le situazioni più adrenaliniche. Non ho purtroppo potuto avere a disposizione un contatore delle ore di gioco come in Steam, ma direi che la campagna principale abbia una longevità tra le sei e le dieci ore, mentre la componente online offre divertimento fintantoché lo si desidera. Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.

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