Outcazzari

Crypt of the Necrodancer, il virtuoso dei roguelike

Crypt of the Necrodancer è un colpo di genio. Prende un genere ostico, difficile, che tende ad avere una sua nicchia ben precisa, e lo trasforma in una figata adatta a tutti, che si impara in due minuti e conquista per decine di ore. La musica dà ritmo e leggibilità al classico gameplay da roguelike, senza snaturarne la complessità e la bellezza, e l'idea di un dungeon di mostri che si muovono a tempo è una delizia, dal primo all'ultimo pixel. Il trenino degli zombie: avete capito bene, ci sono gli zombie che fanno il trenino.

Cos'è un roguelike? Voi lettori di Outcast, essendo personcine colte, lo sapete di sicuro, ma lo rispiego perché è vitale per capire la bellezza di Crypt of the Necrodancer. I roguelike sono i giochi "simili a Rogue", un gioco del 1980 che proponeva infiniti dungeoun generati proceduralmente, con due caratteristiche molto particolari. Primo: il movimento è a turni, nel senso che ogni volta che il giocatore fa un'azione tutti i mostri fanno la loro, solitamente muovendosi di una casella. Secondo: la morte è inflessibile, spietata, permanente. Basta un passo falso e l'eroe di turno è perso per sempre nell'oblio degli zeri e degli uno.

Crypt of the Necrodancer ripropone lo stesso gameplay, con la differenza che i mostri non aspettano più il giocatore per fare la loro mossa. L'intero dungeon balla a ritmo di musica: ai quattro colpi di ogni battuta corrispondono altrettante azioni dei mostri (e del giocatore, se lo desidera). I roguelike tradizionali richiedono strategia, ragionamento e una buona comprensione dei pattern di movimento dei mostri. Crypt of the Necrodancer fa esattamente la stessa cosa, ma obbliga a muoversi e a ragionare a tempo di musica. Il genio del game designer ha sfruttato questo elemento in più per ideare un sistema di combo: più si riesce a giocare senza mai perdere un beat (e soprattutto senza perdere energia), più sale il moltiplicatore. Il moltiplicatore fa guadagnare più soldi, con i quali si comprano oggetti sempre più potenti, necessari a contrastare un coloratissimo bestiario di nemici.

Crypt of the Necrodancer è bastardo. È bastardo a tempo, ecco.

E la morte? È permanente, sì, ma non troppo. Se si muore si perdono tutti gli oggetti, incluse armi e armature, e si riparte dal via. Tutto da capo! In accordo con le ultime tendenze di design del permadeath, però, il giocatore può fare dei progressi persistenti, che lo rendono più forte e danno un senso all'eterno ricominciare imposto dal genere. In ogni livello sono nascosti dei diamanti che possono essere spesi DOPO la morte, nella lobby, in uno dei tre negozi, dove possono essere sbloccati nuovi elementi di gioco: cuori di partenza, frequenza dell'apparizione dei forzieri, armi/incantesimi/oggetti che possono essere trovati. A ogni partita, dunque, si fanno dei piccoli progressi, quasi impercettibili, ma non si ha mai la sensazione di perdere tempo. Nel mentre il gioco diventa più ricco, e non solo: sbloccando gli elementi a uno a uno, il processo di apprendimento diventa molto più agile. Del resto i roguelike sono difficili e pieni di variabili, e Crypt of the Necrodancer non fa eccezione.

Le zone che si sbloccano dopo la prima cambiano tema, ma la bastardaggine rimane una costante.

A questo gameplay sopraffino si aggiunge una colonna sonora perfetta, firmata da Danny Baranowsky, lo stesso di Super Meat Boy, che all'occasione può essere sostituita con i propri MP3 (che ovviamente detteranno il ritmo di movimento del dungeon). Il tutto è impacchettato dalla delizia dei pixel, con sprite elegantissimi e dettagli che fanno scattare l'amore imperituro, come il pavimento del dungeon che si copre di luci da discoteca quando si è in combo. Crypt of the Necrodancer è stato un colpo di fulmine, per me: mi ha permesso di godermi lo spessore dei roguelike, ma in un formato più leggero e soprattutto più fresco. La prossima volta che qualche brontolone mi dirà che "Non li fanno più i giochi come una volta", e che "Ormai i videogiochi non hanno più cuore", gli mostrerò Crypt of the Necrodancer. E poi lo colpirò con lo spadone di ossidiana.

http://youtu.be/Al8TlAtLu2Y

Ho provato Crypt of the Necrodancer con un codice Steam ricevuto dagli sviluppatori e ho goduto FORTISSIMO. Ci ho giocato per più ore di quanto sia disposto ad ammettere. Se mettesimo i voti agli Early Access, qua sotto ci sarebbe un nove pieno.

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