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Coito interrotto

Coito interrotto

Perché nascono i giochi in accesso anticipato? Perché di grana, nel mondo dei videogiochi, ne gira pochina e gli sviluppatori indie hanno pensato bene di sfruttare la passione degli appassionati per farsi accompagnare economicamente durante lo sviluppo. È, sulla carta, un win/win su tutta la linea, perché i giocatori possono smetterla di farsi fottere dalla scimmia dell’hype e gli sviluppatori possono monetizzare molto prima di essere pronti per finire negli store.

Epperò, non sono tutte rose e fiori. Da ogni buona idea, questo mercato è abilissimo a trarne fuori il peggio possibile e la situazione è, col tempo, un attimino degenerata.

Problema 1: Tutto scorre

Nonostante mi riprometta sempre di non farlo, mi è capitato più volte di imbattermi in titoli in accesso anticipato. Vuoi anche perché il mercato ne è ormai praticamente sommerso. Il più grosso problema di questo approccio, per quanto mi riguarda, è che i giochi tendono a cambiare molto nel corso dello sviluppo e, a meno che uno non voglia proprio dedicargli la vita, si è costretti a reimparare tutto da capo ogni qual volta si decide di metterci sopra le mani. A volte la difficoltà viene stravolta, si aggiungono nuove aree e boss, nuove armi, nuovi inventari, con un prodotto così in divenire è facile confondersi e sentirsi disorientati.

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Problema 2: Laggente

Ma i cambiamenti non sarebbero un problema se non avessi il timore che sia la community, più che una precisa visione originaria, a guidarli. Dopo ogni build, infatti, chi sta dietro al gioco si mette ad ascoltare i pareri dei giocatori (cosa buona e giusta) perché in fondo sono proprio loro che vanno accontentati. Ma, e questo è un fatto, il pubblico non può sapere di volere quello che potrebbe sorprenderlo. Vogliamo sempre le stesse cose, una confort zone, non essere sbalorditi. Eppure, i videogiochi sono eccezionali quando ti stupiscono; quando scopri che qualcosa funziona divinamente e incrocia il tuo gusto anche se non lo credevi possibile; quando, in pratica, chi sviluppa videogiochi ti dimostra che le sue idee valevano più dei tuoi dubbi. Ma se hai una community che ti chiede di andare in una direzione - community, per giunta, che ti ha finanziato - avrai davvero il coraggio di credere ancora nelle tue idee?

Problema 3: La gatta calma, che fretta c’è?

Non è facile, ora che il crunch time è salito agli onori della cronaca, criticare chi si prende tutto il tempo di cui ha bisogno per finire un gioco. Ma io lo farò, perché sono stronzo e perché quello del crunch time è un argomento molto spinoso che andrebbe affrontato con più postille e asterischi. La sensazione è che, intascato il denaro, alcuni sviluppatori se ne sbattano di portare sul mercato un prodotto finito e rifinito e che usino l’accesso anticipato come scudo protettivo dalle critiche. Capita quindi che prodotti strafinanziati navighino per anni nel limbo, evitando di impegnarsi definitivamente col proprio pubblico o di fare scelte definitive. Gli angoli, insomma, tarderanno ad essere smussati e ai giocatori finirà, per troppo tempo, materiale grezzo tra le mani.

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Problema 4: Il tempo non è sempre tiranno

L’ultimo limite dell’approccio anticipato è rappresentato dalla risposta del mercato. Mostrando un’idea grezza al pubblico, si corre il rischio di bruciarla prima che possa diventare veramente meritevole. Spiego: un buon prodotto potrebbe essere mollato per scarso appeal sul pubblico prima del dovuto; prima, cioè, che il suddetto pubblico possa avere davvero dei validi motivi per mostrare interesse. Quanti videogiochi nella storia sono sbocciati solo dopo anni di sviluppo? Metti Fortnite in early access, nessuno lo compra, cancellato. Chiaro che tutto è più complicato senza le spalle di Epic, ma a volte c’è chi ha bisogno di più tempo per diventare grande, e sarebbe un peccato segargli le gambe sul nascere.

Novembre 1980 – Cannonate in sala giochi | Old!

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Plot twist

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