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XCOM: Enemy Unknown e quella voglia matta di strategici a turni

XCOM: Enemy Unknown e quella voglia matta di strategici a turni

Di UFO: Enemy Unknown ho ricordi piuttosto vaghi, anche perchè non sono mai impazzito per gli strategici a turni e in quel periodo mi gasavo molto di più con i primi vagiti RTS di Dune e Command & Conquer. Eppure di questo classico targato Microprose ricordo chiaramente due cose: la grandissima atmosfera, con un senso di morte imminente e tangibile, e la difficoltà bastardissima, che unita al sistema a turni mi ha reso questa caccia agli alieni un po' avversa. X-Com: Apocalypse mi piacque ancora meno (maledetta interfaccia), ma ultimamente ho ripescato quasi per caso X-Com: Terror From the Deep ed è stato (quasi) amore a prima vista.

Ecco perché quando il Maderna mi ha chiesto se volevo recensire XCOM: Enemy Unknown, ho accettato volentieri, scaricando subito il codice review da Steam e buttandomi in questa nuova "alien invasion" con tanto di Unreal Engine 3, nuova interfaccia e versione per entrambe le console HD, che per molti significa ancora oggi semplificazione e banalizzazione. Impossibile però, mi sono detto, che Firaxis tradisca lo spirito hardcore della serie e la butti in caciara e infatti non è successo nulla di tutto ciò. XCOM: Enemy Unknown è semplicemente un titolo rinnovato e diverso da tutto quanto visto nella serie dal '94 al 2001. L'approccio, la gestione, l'interfaccia, l'efficace implementazione di un pad ad affiancare mouse-tastiera e i combattimenti a turni sono stati sicuramente rivisti in ottica più semplificata, ma da qui a dire che Firaxis abbia fatto un favore ai casual gamer ce ne passa. D'altronde, riproporre un modulo tattico-strategico di vent'anni fa non avrebbe avuto senso ed ecco che gli scontri con gli alieni, sottolineati da efficaci cambi di inquadratura con visuale quasi in terza persona, prevedono ad esempio la copertura automatica dietro i ripari e altre facilitazioni che prima ci potevamo solo sognare.

Anche tenere conto di tutte le varianti della base e dei suoi vari reparti di produzione e ricerca non è più quella selva di clic, menu e passaggi labirintici richiesta in passato. Grazie a tutti questi aspetti, l'impatto iniziale con XCOM: Enemy Unknown è notevole e la difficoltà appare fin da subito meglio equilibrata, con la divisione della squadra in quattro classi (un po' abusate, ma fa lo stesso) e un modello di sviluppo dei membri in senso ruolistico, che dopo un po' permette di controllare unità sempre più potenti, corazzate e armate in modo davvero massiccio. Anche senza spendere decine di ore in questi potenziamenti, si capisce subito che il livello di sfida non raggiunge le vette spesso frustranti di UFO: Enemy Unknown, dove anche un semplice passo falso significava morte quasi certa. Eppure il bello di questo nuovo capitolo è proprio giocare, giocare e rigiocare ad libitum. Le missioni, a parte alcune fondamentali per progredire nella trama, si possono benissimo rigiocare una seconda volta incontrando oggetti, ripari e nemici diversi grazie alla rigenerazione casuale di questi elementi. Se poi aggiungete le location più avanzate con mappe multilivello, la possibilità di distruggere parti dello scenario e la mole di cose da fare e da osservare nella base principale, è difficile staccarsi dal gioco una volta che si è entrati nel suo diabolico meccanismo. Volendo c'è anche il multiplayer competitivo squadra contro squadra, ma sinceramente, dopo due partite sono tornato al mio team in singolo senza rimpiangere particolarmente gli scontri online.

Da un punto di vista tecnico XCOM: Enemy Unknown non ambisce a particolari vette, ma l'Unreal Engine 3 fa sempre la sua bella figura e le esplosioni, certi dettagli delle armature e l'impianto cinematografico delle inquadrature nei combattimenti non passano inosservati. Purtroppo si sente già il bisogno di una prima patch per sistemare alcuni bug non proprio trascurabili. Se infatti la gestione della telecamera all'interno delle astronavi più grandi è "solo" fastidiosa nella selezione del giusto livello, il respawn improvviso e casuale degli alieni (per fortuna capita raramente) causa molti più problemi, come anche alcune percentuali di successo nei combattimenti che appaiono a volte sballate o comunque troppo ottimistiche. Anche con questi difetti, XCOM: Enemy Unknown rimane comunque uno strategico a turni di grande spessore, longevo senza stancare o ripetersi troppo, profondo nelle scelte più gestionali come in quelle prettamente tattiche e perfettamente centrato nel suo voler essere a metà strada tra passato e presente. D'altronde Firaxis non ha mai sbagliato un colpo in quindici anni di onorata carriera... e non poteva certo farlo con la rinascita di XCOM.

Ho scaricato XCOM: Enemy Unknown da Steam grazie a un codice ricevuto dal distributore italiano e l'ho giocato per una quindicina di ore, cercando di vedere e sperimentare tutto il possibile, dedicando invece poco tempo alle sfide online, che rivestono comunque un ruolo secondario nell'economia del gioco.

Voto: 8,5

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