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Typoman: una parola può cambiare il mondo

Typoman: una parola può cambiare il mondo

Typoman è uno di quei giochi che abbracciano appieno la concezione più intima degli indie: un prodotto dalla forte personalità autoriale, che presta poca attenzione alle leggi di mercato, preferendo concentrare il proprio carisma sull'idea e le dinamiche che lo animano. Sviluppata da un team tedesco indipendente, l'esclusiva per Wii U si mostra come un platform costellato da elementi puzzle, anche se - di fatto - è la parte enigmistica a rappresentare il vero cuore del gioco. In Typoman il protagonista è uno stilizzato mucchio di lettere, che dovrà farsi largo in un mondo fumoso e allegorico usando il potere delle parole. La giocabilità si dispiega dolcemente grazie alle indicazioni su schermo: è così che le varie lettere accatastate, ciondolanti o sparse per lo scenario, diventano un silenzioso e affascinante tutorial.

Gli enigmi all'inizio sono di una semplicità disarmante. Ma provate a proseguire.
Gli enigmi all'inizio sono di una semplicità disarmante. Ma provate a proseguire.

Oltre a una componente platform di contorno - ma che sa farsi notare a causa di alcuni passaggi fin troppo ostici - il fulcro di Typoman sta nella manipolazione delle parole. Il protagonista dovrà spostare le varie lettere che campeggiano nei livelli, cercando di formare diversi vocaboli per superare puzzle sempre intriganti e ben congegnati. All'occorrenza il GamePad del Wii U diventa una sorta di abecedario, col quale è possibile spostare le lettere laddove l'operazione su schermo diventasse troppo macchinosa. In certi casi, infatti, spingere una "O" verso una "N" per azionare un'ascensore usando direttamente il protagonista può essere più pratico. Viceversa, in molte altre circostanze, un groviglio di lettere potrebbe tendere ad ammucchiarsi o rotolare via, rendendo necessario l'uso del controller.

Le soluzioni visive hanno sempre un retrogusto noir.
Le soluzioni visive hanno sempre un retrogusto noir.

Il gioco è assai stuzzicante nelle sue dinamiche: strutturato quasi a compartimenti stagni, ogni sezione contiene uno o più enigmi, che s'intrecciano grazie a una serie di stantuffi, soffioni, pulsanti e botole. A volte capita di bloccarsi a causa della fisica un po' "aleatoria" che governa l'universo di gioco e che ci spinge ad agire laddove invece è necessario pensare. Prima di arroccarsi su un puntello, quindi, cercando di arrivare con un salto verso una corda, è essenziale studiare l'ambiente in ogni sua parte. In questo senso Typoman si rivela vincente, riuscendo di volta in volta a sorprenderci, anche quando pensiamo di avere la soluzione sottomano. A tal proposito, è necessaria una buona conoscenza della lingua inglese per godere appieno del gioco: certo, si può proseguire anche con un pizzico di intuito e fortuna, o sfruttando i suggerimenti consultabili sul GamePad, ma in quel caso è ovvio che il gioco perda quasi tutto il suo fascino. Peccato per le summenzionate fasi platform, in certi casi fin troppo punitive e che necessitano più precisione di quanto la puntualità dei controlli riesca a fornire. Per fortuna si tratta di casi isolati, che non minano la qualità complessiva del prodotto. Tecnicamente, poi, il gioco tedesco riesce ad ammaliare, con delle soluzioni visive assai riuscite.

Non manca un sottotesto allegorico cui la direzione artistica attinge a piene mani.
Non manca un sottotesto allegorico cui la direzione artistica attinge a piene mani.

L'universo di gioco sembra un mondo steampunk/vittoriano lasciato a marcire: in ogni scenario aleggia l'ombra di una tecnologia decaduta, che ha lasciato il posto a elementi magici e fiabeschi. Ne viene fuori un'ambientazione ibrida e suggestiva, che fa il verso a titoli come Limbo per poi spingersi artisticamente oltre. Tra le pennellate seppia a fare da contorno e le spruzzate di china che disegnano i luoghi più oscuri, la visione d'insieme è assai fascinosa. Da questo punto di vista, Typoman sa reinventarsi deliziosamente ad ogni passaggio, modificando il registro visivo senza tradire lo stile di base. Utilizzando una tavolozza di colori tendente al monocromatico, il gioco mette in risalto ora il rosso carminio delle fiamme che divampano sullo sfondo, ora il verde marcio del miasma nel quale spesso ci ritroveremo a soffocare. Tutto con un gusto che va dal macabro all'essenziale, in una mescolanza di generi mai fuori luogo.

Spesso la fuga è l'unica soluzione.
Spesso la fuga è l'unica soluzione.

E mentre vocali e consonanti si aggrovigliano fra loro trasformandosi in parti dello scenario, il protagonista continua a spingere, sollevare e saltare come un ossesso. La durata relativamente breve dell'avventura (poco meno di quattro ore per i più lesti) non è affatto un elemento negativo, anzi. Spesso e volentieri, per aumentare la longevità, gli sviluppatori si aggrappano a soluzioni di comodo, reiterando più volte gli stessi puzzle o diluendo l'azione con fasi vuote o posticce.

Typoman non cade in questo tranello, facendo di ritmo e organicità dell'azione due fra le sue migliori qualità. Forte di una spiccata personalità e capace di catturare fin dai primi istanti grazie alle sue dinamiche, il gioco dei Brainseed Factory è sicuramente un prodotto di qualità. Profondo, intelligente e ben costruito, Typoman si lascia alle spalle alcuni piccoli problemi di forma per spiccare grazie a una genuina e vigorosa sostanza.

Ho scaricato Typoman tramite a un codice fornito dallo sviluppatore. Ho concluso l'avventura in quattro ore e mezzo, anche se mi sono bloccato per un po' in un paio di occasioni. Immagino che i più abili e/o giovani tra voi potrebbero metterci anche un'oretta in meno.

Old! #137 – Novembre 1995

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