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The Unfinished Swan: qui non ci sono brutti anatroccoli

The Unfinished Swan: qui non ci sono brutti anatroccoli

Sony è oramai diventata il porto sicuro delle produzioni particolari e fuori dal coro. Ma non lo dico con quella malcelata boria di chi si erge a intenditore. The Unfinished Swan è un titolo assolutamente innovativo, e i suoi assi nella manica sono il senso di dispersione e solitudine, la meraviglia e il guizzo artistico, in una commistione di emozioni che non può lasciare indifferenti. La narrazione segue le ferree leggi della fiaba, nel senso più stretto del termine: tavole disegnate a mano, che ricordano Edward Gorey e altri artisti del Novecento, troneggiano sui muri, mentre una narratrice legge le varie pagine del racconto sparse per il gioco. L'esile plot è quindi facilmente fruibile, eppure carico di una sfumatura ironica che riporta alla mente le sfaccettate fiabe dei fratelli Grimm. Un bambino, un cigno e un mondo creato da un pennello magico. Dire altro significherebbe fare un torto a questo splendido titolo. In molti si sono arrovellati sull'ipotetico gameplay di The Unfinished Swan. Sempre che ce ne fosse uno, dicevano i più maligni.

Il titolo procede per gradi, quantomeno a livello visivo, le azioni principali sono riassumibili nell'esplorazione, qualche salto e una marea di inchiostro (o altro) da spruzzare. L'eccezionalità del gioco sta nel condurci prima nel nulla assoluto, fatto di un bianco quasi ipnotico, e poi portarci per mondi sempre più strani e bizzarri, in cui Dalì, Magritte, e in generale tutta la scuola del surrealismo, esplodono con prepotenza sullo schermo. Scalinate infinite, colonne perfettamente levigate e senza alcun capitello che ne faccia intuire l'origine, mondi ammantati d'un grigio chiaro, spezzato da finestre, vasi e panchine completamente nere.

Questi sono solo alcuni dei paesaggi che dovremo esplorare, e mi sono tenuto volutamente vago per non rovinare uno dei punti di forza del titolo. Il livello che certamente vi resterà nel cuore è proprio il primo, dove un universo invisibile prende forma grazie ai vostri getti d'inchiostro. Dove prima c'era il nulla, ecco che appare un ponticello di legno sulle rive d'un lago, o una grata. Ma tutto rimane tratteggiato a malapena, poiché dipendente da quanto inchiostro desidererete usare. Dopo un po', guardandovi intorno, vi sembrerà davvero di ritrovarvi in una sorta di "dipinto incompleto", dove staccionate, panchine e statue "sporcano" lo schermo restituendo un meraviglioso senso d'insieme, pur nella sua incompiutezza. E se pensate che tutto questo è generato in maniera casuale, che nessun livello sarà mai uguale all'altro, comincerete a rendervi conto della potenza estetica ed ammaliante del gioco.

La progressione è lineare, anche se un minimo di curiosità vi spingerà a giocherellare con i getti di inchiostro, o a sperimentare i nuovi colori che via via avrete a disposizione. Alcuni enigmi piuttosto basici, ma sempre appaganti, vi intratterranno quel poco necessario a non attraversare i livelli troppo speditamente. Frequenti estensioni verticali vi faranno venire più di un brivido, sia per i vertiginosi paesaggi sottostanti, che per i salti da una sezione all'altra. Anche in tal senso, però, The Unfinished Swan rimane volutamente semplice, facendo riapparire il giocatore nello stesso punto di un'eventuale dipartita.

Eppure, continuare a far funzionare quel sistema di carrucole, colorare i muri, esplorare alla ricerca di palloncini nascosti - la moneta per acquistare poteri intriganti, ma superflui - vivere questa meravigliosa fiaba, non vi stancherà mai. La tecnica su cui poggia il gioco, infine, aiuta senza dubbio all'immedesimazione. Il motore grafico incespica solo raramente e la direzione artistica è a livelli eccellenti. Come pure non mancano melodie soavi e delicate, che accarezzano il lirismo e fanno da tenue sottofondo alle nostre imprese.

In ogni caso, è d'obbligo premettere che The Unfinished Swan è un titolo basato quasi esclusivamente sul suo carisma e la sua imperscrutabile suggestione. Chi desidera un'avventura, una sorta di Ico in prima persona, o qualcosa in più di una fascinosa fiaba videoludica, stia alla larga dal gioco. Anche in virtù di una longevità decisamente bassa: parliamo di due/tre ore, o anche meno, a seconda di quanto vi intratteniate negli scenari. Eppure sembra impossibile rimanere insensibili di fronte a un titolo di tale portata. L'amore per l'arte, la fiaba, il senso dello stupore che ha spinto lo sviluppo del gioco, sono lapalissiani e bucano letteralmente lo schermo. Non ci si può lamentare di un'incantevole fiaba come questa, soprattutto se siete voi a crearne le pagine, prima di sfogliarle.

Ho acquistato The Unfinished Swan in anticipo grazie all'iscrizione al PSN Plus. L'ho finito in tre ore abbondanti, soffermandomi ad ammirare gli scenari e cercando i palloncini nascosti.  I controlli tramite Move, per quanto sfiziosi all'inizio, si rivelano presto stancanti, e a volte poco precisi.

Voto: 9

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