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The Matrix: Path of Neo, quasi fuori tempo massimo | Racconti dall’ospizio

The Matrix: Path of Neo, quasi fuori tempo massimo | Racconti dall’ospizio

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Nel periodo compreso fra il maggio del 2003 e il novembre dello stesso anno era esplosa la “Matrix-mania”. Matrix Reloaded era da poco uscito al cinema e di lì a sei mesi sarebbe arrivato anche Matrix Revolution per chiudere la trilogia delle sorelle Wachowski. In quei mesi, Matrix era presente ovunque: nei forum dedicati al cinema non si parlava d’altro; sulle riviste, da quelle specializzate fino alle più generiche, si trovava ogni sorta di articolo: interviste agli attori, recensioni e speciali. Nei negozi era possibile acquistare qualsiasi tipo di prodotto legato ai film: poster, t-shirt, occhiali da sole e molto altro. Su MTV passavano il videoclip di Sleeping Awake dei P.O.D. almeno due o tre volte al giorno, e capitava spesso di incrociare per strada gente in spolverino nero nonostante il caldo. Poteva forse mancare un videogioco basato sul film? Ovviamente no, ed ecco spuntare nei negozi Enter The Matrix, sviluppato da Shiny Entertainment. La trama prendeva spunto da un episodio della serie Animatrix, e si sviluppava parallelamente a quella del secondo film approfondendo eventi e situazioni che in Matrix Reloaded venivano solamente abbozzati. A livello di meccaniche, era il classico action adventure di quel periodo a base di combattimenti e esplorazione, con alcune sezioni di guida. Purtroppo Enter the Matrix era nel complesso un gioco mediocre, tecnicamente modesto e sviluppato in fretta e furia in modo da essere pubblicato a ridosso dell’uscita in sale di Matrix Reloaded. Detto questo, il difetto più grande del titolo consisteva nell’impossibilità di vestire i panni di Neo, a favore di due personaggi secondari, Niobe e Ghost. Insomma, giocare a un tie-in di Matrix senza Neo è un po' come guardare un film della serie Halloween senza Michael Myers (tipo Halloween 3). Due anni dopo, verso la fine del 2005, una volta esauritosi il fenomeno del film arrivò The Matrix: Path of Neo, sempre sviluppato da Shiny Entertainment e che permetteva finalmente di giocare nei panni di Keanu/Neo (ben quindici anni prima di Cyberpunk 1977, Reeves aveva già prestato la sua immagine per il personaggio di un gioco, sia qui che nel tie-in basato su Constantine).

In The Matrix: Path of Neo era possibile rivivere tutte le fasi principali della trilogia cinematografica, compreso lo spettacolare combattimento contro gli infiniti cloni dell’agente Smith. Le differenze con Enter The Matrix erano, fortunatamente, numerose, sia a livello tecnico che di gameplay: le animazioni erano molto più fluide e le ambientazioni più curate, con comandi reattivi. Inoltre, le fasi di combattimento riproducevano fedelmente quelle dei film anche se l’esecuzione di certe combo era una pratica moderatamente complessa. Purtroppo i cali di framerate erano frequenti, e nelle fasi più concitate la telecamera sballava creando confusione.

Nonostante tutto, The Matrix Path of Neo si rivelò complessivamente un prodotto di discreta qualità in grado di rendere il giusto omaggio a una saga cinematografica che, nel bene o nel male, è stata fondamentale per la fantascienza moderna, senza contare il finale alternativo che valeva da solo il giro di giostra.

Di The Matrix: Path of Neo conservo a tutt’oggi un ricordo agrodolce, dovuto soprattutto al fatto di averlo recuperato un po’ tardi, quando ormai i film avevano esaurito la botta e nessuno pensava all’eventualità di un nuovo capitolo. Oggi che si parla di Matrix 4, chissà che Neo e soci non facciano capolino anche sulla nuova generazione di console.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Keanu Reeves, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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