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Old! #153 – Marzo 1996

Old! #153 – Marzo 1996

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Di solito, in questa rubrica, per parlare di questa o quell'altra cosa aspetto che cadano gli anniversari delle date di uscita europee. E infatti in questo episodio non troverete Tekken 2, nonostante in Giappone sia giunto su PlayStation proprio a marzo del 1996. Ciononostante, oggi mi tocca fare una una doppia eccezione e parlare di uscite giapponesi, dato che vado a trattare un gioco che in Europa non ci è arrivato e un altro la cui data d'uscita europea più precisa che sono riuscito a trovare è “2006”. Quindi, insomma, ce la facciamo andare bene così. Tanto più che, altrimenti, non saprei di che altro scrivere, maledetto marzo che finisce per 6 e mi sta mettendo in enormi difficoltà! Ah, truffaldino! Sigla!

Il 9 marzo del 1996 esce in Giappone Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars, primo esperimento “ruolistico” per Mario e progenitore dell'interminabile serie di Paper Mario e Mario & Luigi che vent'anni dopo non ci saremo ancora levati dai piedi. In questo esperimento originale, però, l'idea dell'idraulico piatto non esiste ancora e il gioco propone una struttura visiva isometrica, che nelle fasi di esplorazione sembra quella di un platform un po' rozzo, ma nelle parti di combattimento abbraccia una più classica struttura a turni, seppur impreziosita dagli elementi arcade che diventeranno cardine della serie “cartacea”.

Il gioco, sviluppato da Square Enix sotto la supervisione di Shigeru Miyamoto, propone già il taglio brutalmente autoironico che caratterizzerà gli pseudoseguiti, sui quali non a caso lavoreranno talvolta anche membri pescati dallo staff originale in Square Enix. Non si vedrà però mai un seguito diretto, nonostante il buon successo di critica e di pubblico, e il gioco godrà di una versione occidentale solo nei magici USA. Per potercelo godere in Europa senza maneggiare cartucce NTSC dovremo infatti aspettare l'uscita su Virtual Console nel 2015. E #credici, anche.

Il 22 marzo, invece, si manifesta in Giappone Panzer Dragoon II Zwei, prequel del gioco d'azione di Team Andromeda che Sega ha pubblicato su Saturn neanche un anno prima. Le meccaniche non variano particolarmente e ci vedono ancora cavalcare un dragone per affrontare uno sparatutto su binari. A mutare, però, è la profondità strutturale, con un drago che si evolve nel corso del gioco e svariati bivi che permettono di affrontare strade diverse nei singoli livelli. Inoltre, anche in risposta alle critiche ricevute dal primo episodio, si notano un livello di difficoltà più morbido e una maggiore attenzione alla storia.

Chiaramente, nelle recensioni si menzionerà il basso livello di difficoltà come difetto. E che ci vuoi fare, la gente non è mai contenta. Nel complesso, comunque, il gioco viene accolto bene da pubblico e critica e riscuote un buon successo, nonostante PlayStation abbia ormai abbondantemente iniziato ad utilizzare Saturn per ramazzare il pavimento del mercato dei videogiochi. In molti lo ricorderanno come uno fra i dieci migliori giochi della console e la serie proseguirà poi con una svolta a sorpresa, l'ancor più apprezzato GdR Panzer Dragoon Saga. Ma questa è un'altra storia.

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