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Racconti dall'ospizio #190: Oddworld - Abe's Oddysee era più horror degli horror

Racconti dall'ospizio #190: Oddworld - Abe's Oddysee era più horror degli horror

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Alla saga di Abe non ho mai giocato tantissimo, anche parlando dei capostipiti, Abe’s Oddysee e Abe’s Exoddus. Sicuramente non ho mai trovato tutti i mudokon. Ecco, la parola mudokon l’ho bene chiara in testa. Che poi non sono nient’altro che gli altri alieni, della stessa razza di Abe (che si pronuncia “eib” e non “abe” così come è scritto, ma so che qualcuno ancora lo fa). Ma da piccolo mica stai lì a seguire e capire tutto. Quindi, quando girava voce che si dovessero trovare tutti e cento i mudokon per sbloccare il vero finale, fu subito panico. Che diamine erano, i mudokon?

Per chi non lo conoscesse, Abe’s Oddysee è un platform game alla Prince of Persia (il primissimo) con fortissimi elementi puzzle, in cui lo scopo è superare varie aree, liberando sulla via i prigionieri. Si tratta di scappare dai mattatoi Ernia, dove viene prodotto scatolame con la carne dei mudokon stessi. Si possono usare comandi a distanza per spiegare ai mudokon dove andare, evitando di farli precipitare o esplodere, per dire. Magari, facendoli cooperare con Abe anche a distanza, quando si trovano sullo sfondo.

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Ed ecco svelato l’arcano, all’epoca lo capimmo grazie a una rivista di videogiochi in cui dicevano “prigionieri” e non mudokon. Trovare e salvare tutti e cento i prigionieri. Pazzia, per dei ragazzini. Trovammo anche un codice che portava direttamente al finale e lo inserimmo. Ovviamente, voleva dire arrivare alla fine con zero prigionieri salvati. Altro che bad ending.

Con la deriva della saga su Xbox, mentre io avevo PlayStation 2, persi completamente di vista Abe e il suo strano mondo, quindi non ci tornai mai con le mie vene folli completiste (dopo questo articolo, mi è venuta voglia, sì.) anche perché dovevo superare l’altro scoglio, oltre a quello della difficoltà: la paura. Abe faceva una paura fottuta. Quel mondo marcio e putrescente, le voci col riverbero inquietanti, i mostri con gli occhi luminosi. I mudokon stessi erano orribili. Oggi, invece, adoro quel look, che all’epoca mi attirava a sé respingendomi allo stesso tempo. E no, non bastava l’idea di un tasto per scorreggiare per farmi vincere l’inquietudine. Oggi trovo che un tasto per scorreggiare sia semplicemente geniale. Ma agevoliamo l’introduzione, sentite che atmosfera da gioco per bambini, adatto se volete ucciderli, magari.

Il remake, Oddworld: New ‘n’ Tasty, secondo me, ha perso quel fascino, ripulendosi troppo. E le schermate fisse che ora invece scrollano hanno un po’ rotto certe parti. Se dopo anni volete trovare tutti e cento i mudokon, provate a buttarvi sull’originale, magari se avete una PlayStation 3 su cui scaricarlo. O una PlayStation Vit,a addirittura. O ancora… beh, oh, c’è su PlayStation Classic.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a PlayStation Classic e alla prima PlayStation, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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