Outcazzari

Le fotografie magiche di Snapshot

Snapshot è l'ennesimo platform game bidimensionale che segue le orme di gran bei giochi come Braid o The Misadventures of P. B. Winterbottom (o ancora, perché no, del recente Gateways). Ovvero, videogame 2D apparentemente canonici che si basano però su una particolare meccanica che li caratterizza. Come forse potete intuire dal titolo, questo elemento in Snapshot è rappresentato dall'abilità di scattare delle foto. Ma procediamo per ordine, partendo dalla trama: nel gioco interpretiamo un piccolo robot che, sfuggito ad un incidente nel deposito in cui si trovava, è costretto a vagare per la superficie di un pianeta in cerca di non-ho-capito-bene-cosa-e-non-mi-importa. Fine trama. Casomai non l'aveste capito, noi giocatori impersoniamo 'sto robottino giallorosso (periodaccio per essere giallorossi, in effetti... ) di nome Pic e dovremo guidarlo attraverso gli oltre cento livelli di gioco, suddivisi in quattro differenti scenari. http://www.youtube.com/watch?v=xv8873czQi0

Di base saremo impegnati a correre, saltare e di tanto in tanto aggrapparci qui e li o accucciarci per intrufolarci chissà dove, come in un platform game abbastanza canonico. Sin dai primissimi livelli dovremo però imparare a sfruttare la particolare macchina fotografica installata in Pic, capace di catturare in un'istantanea alcune sezioni del livello in cui ci troviamo. Meglio ancora, le foto in questione (fino a tre, realizzabili in sequenza) possono poi venire ri-applicate nel livello, facendo ricomparire elementi precedentemente fotografati. Per farla facile: dovete saltare in alto e vi serve qualcosa su cui salire? Facile: fotografate quella cassa che avete incrociato poco fa, tornate dove c'è il punto troppo alto da raggiungere, piazzate la foto li sotto et voila, la cassa si sarà magicamente spostata.

Snapshot: una fotografia

Le applicazioni della macchina fotografica non si limitano però a questo. Ad esempio, in una foto è possibile registrare del movimento, per cui fotografare un oggetto in caduta libera permette effettivamente di farlo cadere altrove. Meglio ancora, orientando la foto si può far ricomparire un oggetto modificandone la traiettoria. Ecco dunque che oggetti che precipitano o proiettili sparati da chissà cosa possono diventare preziose armi da sfruttare per tenere in vita l'altrimenti indifeso Pic. Alcune divertenti varianti richiedono di "spostare" le fonti di illuminazione di livelli in penombra o effettuare rapidissime combinazioni di fotografie mentre il nostro robottino sarà impegnato a saltare dall'una all'altra.

In effetti i modi di sfruttare la macchina fotografica non sono poi tantissimi e gli sviluppatori hanno cercando più che altro di mischiare situazioni già viste per dare vita ad enigmi più elaborati. Dunque, durante i primi livelli di gioco ci divertiremo a sperimentare e tutto ci sembrerà logico e talvolta anche geniale. Poi purtroppo il senso di ripetitività si farà sentire e, al di la qualche situazione più originale delle altre, ci troveremo a riapplicare sin troppo spesso formulette alle nuove situazioni che incontreremo, facendo un uso un po' esagerato delle succitate casse.

Snapshot: proiettile

Un secondo problema presente in Snapshot è il sistema di controllo che non sempre risponde in modo ottimale ai nostri input, magari ogni tanto ignorando la possibilità di aggrapparsi alle sporgenze o facendo saltare Pic con un leggero ritardo. Non sarebbero difetti gravissimi se non fosse che far morire il disgraziato robot significa ricominciare il livello daccapo, un evento che nelle fasi avanzate del gioco può essere piuttosto snervante. il tasso di difficoltà non sale mai oltre livelli di frustrazione, sebbene la progressione fra i vari stage del gioco non sembri troppo omogenea, con picchi di difficoltà cui si alternano manciate di livelli piuttosto facili. Oltre a superare livello dopo livello, potremo divertirci a fotografare alcuni oggetti nascosti qui e li per sbloccare elementi bonus: i fan dei segreti avranno pane per i loro denti, considerando che talvolta individuare un elemento nascosto significa rielaborare il livello ignorando il metodo di risoluzione principale.

Tutto questo si presenta piuttosto bene da un punto di vista grafico, proponendo personaggi ben definiti e animati in modo simpatico. I fondali risultano invece leggermente piattini, con uno stile grafico meno definito e che dopo un po' rischia di venire a noia, specie considerando che nel corso del gioco assisteremo a soli tre cambiamenti di ambientazione. Un po' troppo ripetitivo l'accompagnamento sonoro, con musiche orecchiabili ma che dopo un po' vi fanno venire voglia di metter su la vostra playlist di MP3.

Snapshot non è un brutto gioco, ma al tempo stesso non riesce ad esprimere al meglio il potenziale rappresentato dalla sua idea di fondo. Portare a termine molti livelli diventa frutto di automatismi logici che possono venire presto a noia e, quando ci si rende conto che trovare gli oggetti segreti è più divertente che completare il livello stesso, significa che qualcosina che non va c'è.

Ho scaricato Snapshot su PC grazie ad un codice gentilmente fornito dagli sviluppatori, usando Steam. Ho giocato un po' di livelli e mi sono dedicato anche alla risoluzione "alternativa" cercando gli oggetti segreti. A differenza di titoli simili, il gioco ha arrancato sul mio vecchio portatile, pur non presentando una realizzazione tecnica "pesante", comportandosi però bene su un PC più "carrozzato" con 4GB di RAM. Ah, Snapshot uscirà anche su PlayStation 3 e su PlayStation Vita.

Voto: 6.5

Boardcast #24 - Il Tempo delle Fiere - Parte 3

L'Opinionista #26 - Il concime artificiale più costoso del mondo: Resident Evil 6