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Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate. Nostalgia canaglia

Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate. Nostalgia canaglia

La maledizione di Castlevania è in parte dovuta ad un mezzo-sangue androgino dalla chioma bianca e fluente. Dal quel meraviglioso capitolo - un Simphony of the Night comunque non esente da difetti - la saga Konami ha perpetrato l'infausto reato dello "stampino", ricalcando una serie di episodi su Nintendo DS certamente pregevoli, ma dal fiato dannatamente corto in quanto ad idee e innovazione.

Falliti, totalmente o in parte, tutti i tentativi di portare il brand in 3D, gli iberici di Mercury Steam hanno deciso di ricorrere all'arma dell'emulazione. Pur distinguendosi per un level e un character design degni di nota, Castlevania: Lords of Shadow ha pescato abbondantemente da God of War, senza dimenticare una spruzzata di Shadow of the Colossus, preparando un minestrone saporito, ma un tantino derivativo.

Questa lunga premessa per dire che Mirror of Fate è  -di fatto - un Lords of Shadow bidimensionale. Il motore poligonale è quindi meramente coreografico e l'enfasi è posta sui combattimenti, con poca esplorazione e pochissimo backtracking. La mappa presente sullo schermo inferiore fa quasi tenerezza, vista la linearità dell'avventura. Le uniche sortite negli stage già conclusi sono faccenda riservata ai completisti: nulla che ricordi anche lontanamente una struttura alla metroidvania. Non che questo sia un male, anzi: in tal modo gli sviluppatori hanno potuto imporre la propria personalità, mantenendo una linea di coerenza che si prolungherà sicuramente col già annunciato Lords of Shadow 2.

Il problema è che una spiccata identità e un lavoro volenteroso non bastano per creare un ottimo titolo: Mirror of Fate patisce un senso di approssimazione, e di certo andava ripulito e limato. I controlli, ad esempio, pur essendo galvanizzanti in quel guizzare continuo della frusta, soffrono di un leggerissimo ritardo nell'input. Nulla di trascendentale, ma in un action i colpi e le schivate devono avere un rapporto di uno a uno con la pressione dei tasti. Il leggero lag nelle esecuzioni delle mosse non è mai tanto lento da risultare frustrante, ma neanche sufficientemente reattivo da dimostrarsi impeccabile. Ci si mette anche la goffaggine nel salto dei protagonisti, sempre pronti ad attaccarsi a sporgenze sospese nel vuoto, ma con la grazia di una pianta grassa quando si tratta di sollevarsi o lasciarsi andare.

Ulteriore dissonanza - termine assai caro alla serie - sta tra il cel-shading delle cutscene, davvero buone, e il motore poligonale base. Sono così diversi che vien facile pensare: "Ehi, ma perché non hanno realizzato l'intero gioco in cel-shading?" Lords of Shadow gioca "sporco", ma lo fa in buona fede, e anche se pare una contraddizione, è tutto vero. Lo spirito bidimensionale, l'utilizzo di personaggi storici, lo scandire della narrazione in tre atti distinti - con relativi protagonisti - riesce a legare all'avventura. Le combo non sono tantissime, le magie si riducono solo a due per personaggio (e c'è chi ne ha di terribili) e il level design e fin troppo semplice.

Ulteriore batosta viene dalla realizzazione tecnica: promosse le musiche orchestrali, un po' anonime ma tecnicamente superbe, non si può dire lo stesso del motore grafico. Mirror of Fate non gira praticamente mai a 30 FPS. Con il 3D attivato, poi, pur godendo di alcuni momenti di grazia visiva, il crollo è ancor più evidente: tra stroboscopia faticosa per gli occhi e frame rate ai minimi termini, la leggibilità dell'azione è seriamente compromessa, e il consiglio è di giocare senza l'effetto tridimensionale. La fluidità ne guadagna tantissimo, statene certi.

Dopo questa invettiva decisamente aspra, potreste aspettarvi una cocente insufficienza, eppure non è così. Il fascino di un'azione bidimensionale tanto concitata e dirompente, il carisma di location e personaggi, la passione che trasuda da quei dettagli infusi da Mercury Steam non passano inosservati. Così come non passano inosservati i combattimenti coi boss, e il desiderio continuo di proseguire nell'avventura, incapaci di spegnere all'ennesimo save. Sono segnali positivi su un prodotto acerbo, ma fascinoso, di una pietanza spesso insapore, ma che trova nel suo impalpabile carisma quel sale che vi porterà a giocarlo, e magari ad apprezzarlo, nonostante i numerosi difetti.

Ho giocato Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate grazie ad un codice review fornitomi da Nintendo. L'ho completato in una dozzina di ore, ma immagino si possa sforbiciare un bel po' di tempo se non si ha voglia di esplorare a fondo il titolo. Cosa che, invero, potrebbe risultare probabile per la maggior parte dei fruitori.

Voto: 6

Old! #7 – Marzo 1993

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