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Baba Is You è una carogna, ma ha il senso della frase

Baba Is You è una carogna, ma ha il senso della frase

Ho questo aneddoto sul mio vecchio prof. di lettere del liceo che una mattina, bello bello, se ne arriva in classe sfottendo il collega di informatica che aveva tentato di istruirlo riguardo i rudimenti della programmazione. Per lui, poeta e studioso del Leopardi abituato alle delicatezze della lingua, la forma essenziale di certi comandi era peggio di un’invasione barbarica.

Ora, premesso che era davvero un ottimo insegnante per un sacco di motivi, dopo tutti questi anni, faccio ancora fatica a perdonargli lo sprezzo mostrato in quel particolare episodio. Da una parte, perché sottintende quella puzza al naso tipica di certi umanisti “alla vecchia” nei confronti della tecnologia, ma soprattutto perché, ora come allora, non vedo nulla di male nella semplicità delle basi.

Sarà che a me, che non so scrivere una riga di codice, l’idea della programmazione riesce simpatica. All’università avevo preso particolarmente gusto per un corso di informatica nel quale i docenti, anziché buttarla in caciara con qualche tutorial di Office, avevano impostato tutto un discorso sulla logica interessantissimo, per poi passare alle esercitazioni.

"If, If, If, Not!" Cose che apprezzo senza capirle.

Era stato figo, perché ai tempi una bella fetta delle facoltà umanistiche come la mia aveva un’impostazione storicistica, e c’era qualcosa di paradossale, nel buttare giù tutte queste nozioni senza mai elaborarle per iscritto, ma tant’è.

Qualche anno dopo, ho ritrovato i rudimenti di quelle esercitazioni infilati pari pari dentro StencylWorks, che è un programmino per sviluppare giochi in 2D con una programmazione “a puzzle”, in grado di mostrare , persino a un cane come me, come a partire dalla lingua e dalla logica sia possibile soffiare la vita in un videogioco.

C’è qualcosa, nelle stringhe, che rimanda alle formule magiche, gli abracadabra e cose così. A un rapporto privilegiato e immediato tra parola e azione, tipo certe preghiere della tradizione ebraica: ha-bĕrakāh dabĕrāh, o Abreq ad habra, "Invia la tua folgore fino alla morte”, che tra parentesi ha ispirato la maledizione di morte usata dai maghi illuministi della Rowling, l’Avada Kedavra.

Parole e formule che innescano azioni, che compongono i linguaggi alla base dei nostri processi di ragionamento - della nostra programmazione, per spararla grossa – come racconta egregiamente quel filmone di Arrival. E come racconta egregiamente pure Baba Is You, delizioso puzzle game sviluppato dal finlandese Arvi Teikari aka Hempuli (da qui in avanti solo Hempuli) in seno alla Nordic Game Jam del 2017, successivamente rifinito, ampliato e spedito in via regolare su PC e Switch.

Dicevo prima della semplicità delle basi: ecco, a volte tocca davvero fare un passo indietro per scoprire qualche prospettiva laterale, e Hempuli ha fatto esattamente questa cosa qui. È partito dalle basi. Dalle parole, dal codice e dalle logiche di programmazione; solo che, anziché adoperarle come mezzo per, ha deciso di metterle al centro del discorso.

Ognuno dei duecento e passa livelli di Baba Is You è una vera e propria scacchiera, dove si celebra il linguaggio attraverso una serie di “regole di ingaggio”, che possono essere manipolate dal giocatore semplicemente spostando qualche parola qua e là. Contestualmente al senso della stringa/formula magica, si muovono le proprietà dei oggetti in ballo. Non so se mi sono spiegato, ma nel dubbio vi metto qui questa GIF.

Dai, è facile.

Lo schema base: sposti una cosa, raggiungi la bandierina e passi al livello successivo, zac! Le cose si fanno chiaramente più interessanti quando le regole vengono sovvertite o variate e al giocatore, nel suo piccolo, tocca calarsi nel medesimo pensiero laterale che ha guidato Hempuli nel formulare l’intera struttura.

Poi, come tutti i puzzle game degni di questo nome, all’inizio Baba Is You ti pettina l’ego dandoti a bere di essere un genio, per poi smutandarti con la sua complessità. Più si avanza lungo i livelli, più le regole e le variabili in ballo aumentano per numero, tipologia e intersezioni; la logica da Scrabble finisce per fare i conti con i vincoli spaziali e, per portare a casa il punto, tocca (s)ragionare su più piani contemporaneamente.

Probabilmente per salvare l’anima dei giocatori dai loop di bestemmie, Hempuli ha implementato la possibilità di resettare o di riavvolgere il tempo in qualsiasi momento, ma purtroppo solo quello del gioco, ché nessuno vi restituirà le ore spese nel tentativo di risolvere un livello particolarmente incarognito. Oddio, se proprio uno non ce la fa più, può andare a rinfrescarsi con qualche altro enigma attraverso una pratica mappa à la Super Mario World. Però, insomma, Baba Is You sa essere veramente tosto.

Pensiero laterale + spoiler per Calcaterra.

Difficile, ma anche godurioso ed elegante quando la butta in poesiola o tira fuori un certo gusto per la vignetta e la micro-narrazione. Oppure, ancora, quando prende in mano il proprio linguaggio dimostrando di essere lui, il capo. Un capo severo, ma sempre corretto nei confronti dei giocatori.

Anche a livello artistico, coerentemente alla sua natura di esoscheletro linguistico, Baba Is You è essenziale. I livelli si appoggiano a una grafica simbolica ma non semplicistica, che serve egregiamente la leggibilità, mentre le musichette vintage sono deliziose. Insomma, non credo la si sarebbe potuta mettere giù meglio di così.

Licenza poetica.

Siamo probabilmente di fronte a uno fra i puzzle game più godibili e originali degli ultimi anni, un gioiellino che al momento se ne sta lì in cima alla lista dei miei GOTY, anche se ancora non l’ho portato a termine. A questo proposito, se appartenete a quella categoria di persone che non danno per buone le recensioni al di sotto del 100% di completamento, oh, mi spiace di avervi fatto perdere tempo. Prendete tutto quello che ho scritto come una riflessione in fieri e bon.

Diversamente, mi sento di dire che siamo ampiamente in zona Frechete! E dubito che quel che resta del gioco mi farà cambiare idea, anzi.

Sto giocando a Baba Is You grazie a un codice Switch gentilmente fornito da me stesso. Il gioco è in inglese, e francamente non credo abbia senso – o che sia possibile - localizzarlo. In effetti, sarei curioso di sapere come potrebbe suonare l’esperienza nella testa di un giapponese, o comunque di qualcuno con un retaggio linguistico molto diverso dal mio. Baba is You è disponibile su PC (Humble Store, itch.io, Steam) e su Switch.

Ode agli sconfitti (e allo SmiloDonte)

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Poche, belle e costose

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