Outcazzari

Racconti dall’Ospizio #79 – Star Fox 64 e un barrel roll lungo 20 anni

Racconti dall’Ospizio #79 – Star Fox 64 e un barrel roll lungo 20 anni

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Lo dico? Lo dico davvero? Okay, lo sto per dire. Tanto che m’importa: niente ha più senso nella vita, tranne Assetto Corsa (e con vivissima esaltazione, anche F1 2017). Lo dico, eh!!

Ecco qua:

Non ho mai finito The Legend of Zelda: Ocarina of Time.

Adesso toglietemi pure il saluto, l’amicizia, un rene o la cittadinanza outcastiana. Querelatemi e/o chiamate il 118.

Dicevo, non ho mai finito Ocarina of Time, in quanto perso immensamente e continuamente nella bestiale fantascienza di Star Fox 64, alle prese con animali antropomorfi che cercavano di salvare il mondo minacciato da un certo Andross. Che in greco antico sarebbe tipo il genitivo di uomo (τοῦ ἀνδρός).

Siamo nello Spazio, alle soglie dell’ultima frontiera. Da qualche parte, in un posto chiamato Lylat, vive una civiltà altamente sviluppata ed evoluta. Il potente imperatore Andross ha mandato il suo esercito alla conquista del Pianeta Corneria, per assumere il controllo dei quartieri generali della Federazione Lylat. I suoi Cyber-Droidi seminano terrore e distruzione, e nessuno viene risparmiato dai loro atti vandalici. Unisciti all’eroico team di Star Fox, per respingere Andross e la sua invasione. Diventa anche tu una leggenda vivente!
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Il senso di urgenza era palpabilissimo. Ero totalmente rapito, estasiato dinanzi alla missione cruciale che avrei dovuto capeggiare, pienamente immerso nel suo raffinato gameplay, vieppiù sfidato da un level design d’autore (al quale era strettamente legato il livello di difficoltà del gioco), appagato dall'ancora oggi invidiabile sistema di controllo e gongolato da tutte le piccole/enormi innovazioni tecnologiche introdotte.

Star Fox 64 fece vibrare per la prima volta il mondo dei videogiochi, fino all’ora inerte come stocazzo. Una volpe di Troia, un prodigioso dildo videoludico & fantascientifico. Bastava inserire il Rumbe Pack (incluso nella confezione) nell'apposita cavità del joypad tricornuto, per godere di sensazioni del tutto inedite.

Finalmente, era possibile "sentire" le reazioni del mezzo comandato, percependole attraverso una periferica esterna che scalciava furiosa in battaglia e ronfava dolcemente all'attivazione del boost, erogando una stimolazione videoludica piacevole, coinvolgente e prolungata.   

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Star Fox 64 rielaborò addirittura il vecchio concetto di stage con difficoltà predefinita, introducendo un sistema punitivo intelligente, in grado di calibrarsi e mutare in base alla performance del giocatore. Per non parlare del profondo senso di squadra e collaborazione tra Fox McCloud (la volpe mercenaria a capo del team Star Fox), Falco Lombardi, Peppy Hare e Slippy Toad.

Il successo di una missione era strettamente legato alla sopravvivenza dei propri compagni di squadra: mors tua, mors mea, doppio frechete.

Tra duelli spalla-a-spalla, manovre ardite e lunghi momenti dalla fortissima carica filodrammatica, Star Fox 64 aveva un’etica profonda e una bizzarra solennità fatta di tensioni, apprensioni e dolorosi silenzio radio.

Non ho mai finito The Legend of Zelda: Ocarina of Time.

… ma ho appreso e messo in pratica la totalità delle manovre aeree possibili, sfuggendo ai nemici e beffandoli alle spalle, tra looping, inversioni siderali a U, barrel roll, sorpassi sulla linea continua della superstrada Bolse-Venom, avvitamenti e boost.

Esattamente oggi, (l'uscita europea di) Star Fox 64 compie vent’anni. Ed esattamente oggi, a quarant’anni suonati, sto per iniziare Ocarina of Time, in un turbinio di gioia, vergogna e sciocche insicurezze.  

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Old! #229 – Ottobre 1997

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Nostalgia a 20 facce

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