Outcazzari

Cinquepercinque #3 - Il lancio di Diablo III

Cinque domande per cinque persone, con l'intervento bonus di qualche nostro lettore. Perché a noi di Outcast gli argomenti forti piace affrontarli così: facendo un gran casino. Finalmente, dopo dodici anni di attesa, Diablo III è arrivato a spaccare tutto il mondo dei videogiochi, da capo a piedi. Ovviamente, nel farlo, si è portato in dote una serie di polemiche, che nel nostro adorabile settore non mancano mai. Osservando la serie di velati insulti a Blizzard che nel corso della settimana ho visto spuntare ovunque in giro per l'Internet, ho pensato fosse il caso di organizzare un nuovo Cinquepercinque sull'argomento. E questa volta non ho nemmeno provato a coinvolgere i nostri lettori, perché Castelli c'aveva da fare e io del forum ho molta paura.

http://youtu.be/GsqUZkmO-zk

Allora, sei andato in sbattimento con il lancio di Diablo III? E in generale, come ti poni rispetto ai DRM di Blizzard e alla situazione che hanno creato anche per chi se ne batte di giocare online?

Umberto Moioli, vive in aereo per conto di Multiplayer.it: Per fortuna sono stato costretto a passare il primo giorno e mezzo dopo il lancio lontano dal PC, anziché a (provare a) giocare Diablo III. Sono errori non certo inediti ma comunque è stato un brutto passo falso. Detto questo, non ho problemi con la richiesta di essere sempre online: è pensato con questo prerequisito in testa, molte meccaniche importanti lo sono. Se avessero trasformato le città in hub persistenti, lasciando tutto il resto uguale, l'esperienza sarebbe stata la medesima e nessuno si sarebbe lamentato. È un RPG cooperativo online, che puoi giocare da solo.

Claudio Ghirardi, gli ho prestato Devil May Cry dieci anni fa e ancora non me lo restituisce: Nì. Mi aspettavo il delirio e comunque dopo mezz'ora di tentativi a partire dalla mezzanotte del 15 sono andato a letto, conscio che ci sarebbe voluta un'altra ora minimo per loggare. Se non avessi giocato la beta, però, avrei sclerato di più, poco ma sicuro. Il DRM mi rimbalza abbastanza, sono abituato ai MMORPG e la perma-connessione per me non è un problema da anni. Si poteva evitare? Si poteva evitare e fare una cosa tipo SCII, nonostante gli scusoni più o meno condivisibili di Blizzard.

Alessandro De Luca, sta preparando la recensione di Diablo III: Fortunatamente non ho avuto molti problemi ad accedere al gioco, a parte qualche tentativo andato a vuoto la sera del lancio (martedì 15). Non mi piace molto avere l'obbligo di essere online per giocare da solo ma, tra i tanti DRM che si sono inventati in questi anni, questo è forse, almeno su PC, relativamente poco fastidioso. E almeno essere sempre online ha anche vantaggi come essere sempre in contatto con i propri amici nel gioco e poter giocare in cooperativa con loro in qualsiasi momento. L'importante è che il sistema funzioni *sempre*, senza mai un intoppo, altrimenti la gente si scoccerà in fretta.

Gianluca Loggia, presidente del Kaiba: Nessuno sbattimento, queste cose basta prenderle con calma. Probabilmente ci avrò fatto il callo dopo tutte le espansioni di WoW, comunque tendenzialmente basta giocare a partire da qualche giorno dopo il lancio, dai. È meno peggio di non riuscire a trovare i biglietti per il concerto o la partita a cui tenevi tanto. Per quanto riguarda la necessità di essere costantemente online per giocare, sì, qua si poteva fare qualcosa, secondo me. Tipo permettere di giocare in single anche offline e poi sincronizzare i personaggi una volta online.

Tatiana Saggioro, gioca con gli MMO: Anni di lanci di MMORPG mi hanno forgiata per momenti come questo: sono una che al day one, anzi al minute one, deve essere davanti al PC per "godersi" lag e disconnessioni! Ma vuoi mettere che bello poi urlare: "Sono dentro!". Così è accaduto anche alle 00.05 del 15 maggio, ma ero in chat vocale con amici per condividere quel momento fra il divertito e l'irritato, sapevamo perfettamente che sarebbe andata così. Però, a parte l'Errore 37 iniziale, tre ore dopo, giocando in co-op, lo Skeleton King schiattava. Per me è naturale giocare online e comprendo la ragione della scelta di Blizzard, ma se vogliono i giocatori sempre online, devono offrire un servizio non dico impeccabile ma quasi.

 

Blizzard ha legalizzato le droghe leggere: il commercio fra utenti di oggetti virtuali con soldi reali è permesso nel gioco. Ti sembra una buona idea? Preferivi rimanesse tutto nell'ombra del mercato nero fuori dal gioco? Non te ne frega niente?

Umberto Moioli, vive in aereo per conto di Multiplayer.it: In passato, soprattutto giocando Guild Wars, ho provato a comprare gold e armi su siti "specializzati" e se avessi potuto farlo in game sarei stato contento. È una bella idea e un servizio in più, non vedo quale sia il motivo per cui debba essere visto come qualcosa di sbagliato. Sempre che funzioni correttamente, è ovvio. Fosse per me andrebbero integrati direttamente i servizi di levelling, la vendita dei PG, qualsiasi cosa. Se voglio farmi accompagnare in montagna perché non sono capace di salire da solo, pago. Per quale motivo nei videogame dev'essere un tabù?

Claudio Ghirardi, gli ho prestato Devil May Cry dieci anni fa e ancora non me lo restituisce: La terza. Non essendo Diablo, per come lo vedo io, un gioco PvP competitivo ma PvE cooperativo, dubito comprerò mai roba dall'RMAH. È sicuramente una buona idea per Blizzard, che così riesce a spremere soldi pure dalle transazioni fra utenti. E il mercato nero fuori non ci sarebbe potuto essere a 'sto giro, dato che i PG sono sui server Blizzard e sono legati all'account: tu pagheresti qualcuno in anticipo e al buio fuori nella speranza che ti dia poi nel gioco l'oggetto dei desideri?

Alessandro De Luca, sta preparando la recensione di Diablo III: Era ora. È una cosa che è sempre esistita, solo che finora è stata relegata ad attività clandestina e che esponeva gli utenti a una marea di rischi di tutti i tipi. Ora invece la cosa è legale ed è gestita da Blizzard, con tutti i benifici del caso. E se qualcuno riesce a fare qualche soldo con gli oggetti online, ben venga. L'unico rischio è che questa nuova funzione crei dei problemi di bilanciamento in PvP (funzione non ancora presente nel gioco, tra l'altro), ma non essendo particolarmente amante di questa modalità, la cosa non mi tange più di tanto.

Gianluca Loggia, presidente del Kaiba: Mi sembra un'idea fantastica, per loro. E tutto sommato anche per i giocatori la cosa può risultare migliore di alcune delle situazioni attuali. Meglio del mercato nero, per l'appunto. In Magic The Gathering Online c'è già da tempo qualcosa di simile, volendo (a proposito di droghe, forse non tanto leggere). Lì lo si fa con una moneta "interna", che però paghi con soldi veri. Qui direttamente con i soldi veri. Un passo avanti inevitabile, probabilmente. :D

Tatiana Saggioro, gioca con gli MMO: L'idea gliel'ha data sicuramente Sheldon. Il Real Money Trade non l'ha inventato Blizzard, però è la prima volta che lo utilizza per vendere oggetti "utili" laddove in WoW, per soldi reali, si compravano Pet o Mount. Magari è un esperimento che potremmo vedere in un eventuale WoW free to play, di base non me ne importa nulla fintanto che non diventa un obbligo. Il tempo è merce preziosa, se puoi comprarlo con la carta di credito senza inficiare il mio goder del gioco, affari tuoi. Al momento però non è attivo e non sappiamo che impatto avrà, specie in ambito PvP. Rifammi questa domanda più in là...

http://youtu.be/I43GUnZN_s4

Il gioco, Diablo III, è come te lo aspettavi? Soddisfatto o deluso? Sembra davvero un gioco di dieci anni fa? Sii breve, per favore, che la recensione la facciamo da un'altra parte. :D

Umberto Moioli, vive in aereo per conto di Multiplayer.it: Avendolo iniziato con un paio di giorni di ritardo sono un po' indietro, l'ho quasi finito la prima volta, quindi il mio giudizio è in divenire. Per ora posso dirmi soddisfatto: è divertente, vario, rifinito e le classi sono una figata. Non credo sembri vecchio di dieci anni, per nulla. Come immediatezza e interfaccia è anzi piuttosto avanti. Però si vede che è il seguito di Diablo II, all'interno di un genere a cui sono state concesse poche evoluzioni nel tempo. Dubito possa essere tracciata una linea per decidere se questo sia un bene o un male, semplicemente chi cerca una rivoluzione rimarrà deluso.

Claudio Ghirardi, gli ho prestato Devil May Cry dieci anni fa e ancora non me lo restituisce: Difficile per me rispondere, la beta era un tutorial e con l'ufficiale non sono ancora riuscito ad arrivare oltre il primo atto (spero di farcela nel weekend). Sembra un gioco di dieci anni fa nello stesso modo in cui un Bulletstorm può sembrare un gioco di dieci anni fa: è un hack & slash, prendere o lasciare, gratta gratta il gameplay è quello. La grafica poteva essere migliore? Molto probabilmente sì. L'impatto è comunque di tutto rispetto (grazie alle animazioni e agli effetti speciali, as usual).

Alessandro De Luca, sta preparando la recensione di Diablo III: È un gioco antiquato sotto alcuni aspetti, ma funziona nonostante tutto. Il genere è quello che conosciamo tutti e cercando rivoluzioni o cambiamenti si rischia solo di andare incontro a cocenti delusioni. Vedremo come reggerà sul lungo periodo, ma per ora mi sta piacendo.

Gianluca Loggia, presidente del Kaiba: Sì, è esattamente come me lo aspettavo. Ovvero, un gioco di dieci anni fa (ma anche quindici), però fatto in questi anni, fatto molto bene e con i contorni tipici di oggi (liste amici, chat, multiplayer facile, salvataggi invisibili, achievement, stat, l'asta vera e altre figate). Se il genere mi piace, e in questo caso mi piace, per me un prodotto come questo vale quanto un gioco innovativo/originale. Se non di più.

Tatiana Saggioro, gioca con gli MMO: Mi sembra quello che è: Diablo! Volevo un classico hack & slash con visuale isometrica e un certo retrogusto vintage da giocare esclusivamente online con gli amici e questo è quello che sto avendo. Non vedo l'ora di finire il livello Normale per farmi quattro risate in compagnia mentre si viene falcidiati con l'aumentare della difficoltà. Il livello Inferno, invece, mi fa paura, ma più per la quantità di ore da dedicare per avere equip e spec ideali per affrontarlo. Non ho più la vocazione del farmer cinese.

 

È vero che esistono tanti giochi migliori nello stesso genere che non si caga nessuno perché non c'hanno scritto Diablo o Blizzard in copertina?

Umberto Moioli, vive in aereo per conto di Multiplayer.it: Boh, direi di no. Torchlight II è promettente ma fa di alcune feature "classiche" il suo cavallo di battaglia, non è certo un gioco in grado di portare innovazioni importanti. Path of Exile l'ho provato troppo poco per esprimermi, però lo sviluppo atipico e i tempi con cui è stato auto prodotto lo rendono una bella curiosità. Per il resto, guardando indietro, o si cerca qualcosa di più particolare, come i giochi di Soldak Entertainment, oppure più o meno si ricasca sempre nella stessa formula. Che qui viene eseguita bene, anche con qualche scelta coraggiosa.

Claudio Ghirardi, gli ho prestato Devil May Cry dieci anni fa e ancora non me lo restituisce: No. O se esistono è roba coreana che qui non si è mai vista. Per altro gli ultimi che ricordo (Baldur's Gate: Dark Alliance, Titan Quest, Sacred - il primo - e Torchlight) hanno avuto tutti un buon successo. Nessuno di questi però si prestava secondo me ad essere rigiocato alla nausea come Diablo. Quanto conta la scritta Blizzard sulla confezione? Tantissimo. È innegabile che lo stesso gioco pubblicato dalla Falconi Entertaiment non avrebbe avuto lo stesso impatto a livello di pubblico.

Alessandro De Luca, sta preparando la recensione di Diablo III: Ne esistono, ma di migliori sinceramente non me ne ricordo tanti. Torchlight, Titan Quest, il recente Path of Exile: i nomi non mancano, ma quello degli hack & slash non è un genere molto popolare al momento. È vero che Diablo III ha dalla sua un nome importante, ma la sua è una fama guadagnata meritatamente nel corso di questi anni e se nessuno è riuscito a scalzarlo dal trono non è solo per merito di come si chiama.

Gianluca Loggia, presidente del Kaiba: Mah, secondo me no. Cioè, "tanti giochi migliori", nel genere, no, dai. Sempre considerando il prodotto nel suo insieme. Ci sono altri titolo fighi, sì (e per fortuna, aggiungerei), ma questo secondo me si candida facile al pallone d'oro. Può non vincerlo, ma non arriva decimo. Per quanto riguarda la "marca", sì, sicuramente è uno dei motivi del successo. Ma è un cane che si morde la coda. Diablo/Blizzard è roba figa, quindi ha successo. Ha successo, quindi è considerata roba figa.

Tatiana Saggioro, gioca con gli MMO: La domanda è a trabocchetto: "dello stesso genere" di Diablo c'è solo Diablo e lo dimostra il fatto che per definire un gioco usiamo l'espressione "à la Diablo"! Per me gli H&S sono e resteranno solo quelli con la visuale isometrica e, come è emerso Torchlight, non c'è nulla che impedisca ad altri di emergere, del resto il passaparola scorre potente sulla rete. Ovviamente, però, se sei un franchise noto hai più facilmente i riflettori puntati addosso.

 

Secondo te fra dieci anni vedremo un Diablo IV capace di vendere milioni di copie pur sembrando un gioco di dieci (o venti) anni prima? Oppure con Diablo III si chiude definitivamente un'era

Umberto Moioli, vive in aereo per conto di Multiplayer.it: Prima suppongo almeno un'espansione ci scappi. Per Diablo IV non so, banalmente dipenderà dalle vendite del terzo episodio e dal mercato che ci sarà nel momento in cui si dovesse iniziare lo sviluppo del seguito. In generale non vedo perché non debbano riuscire a venderlo. Piuttosto che le polemiche sui seguiti, che in quanto tali è inevitabile che abbiano una vicinanza con ciò che li precede, la mia critica a Blizzard è legata all'incapacità di creare nuove proprietà intellettuali nonostante le risorse garantite da World of Warcraft.

Claudio Ghirardi, gli ho prestato Devil May Cry dieci anni fa e ancora non me lo restituisce: Se non cadono in disgrazia, è assolutamente possibile che vedremo un Diablo IV sulla scia di Diablo III a livello di gap estetico con l'episodio precedente: i tempi lunghissimi di gestazione da parte di Blizzard non consentono uscite all'avanguardia nel comparto grafico. Credo che l'era si chiuderà solo quando loro vorranno. C'è un sacco di gente la fuori che ricompra ogni anno un FIFA o un Call of Duty anche se le differenze con il predecessore sono quasi nulle, figurati un gioco che esce ogni dieci anni...

Alessandro De Luca, sta preparando la recensione di Diablo III: Sinceramente non ne ho idea. Faccio fatica a immaginare che riusciremo a giocare a un gioco del genere tra dieci anni, ma chissà. Gli hack & slash sono un genere che non scoppia certo di salute, ma nel suo piccolo è riuscito a rimanere a galla con pochi, ma validi prodotti. Forse la sua condanna è non essere molto adatto alle console, o magari Diablo III ci dimostrerà il contrario e venderà milioni di copie pure su Xbox 360 e PlayStation 3.

Gianluca Loggia, presidente del Kaiba: Domanda molto facile, risposta troppo difficile. Difficile perché, effettivamente, Blizzard è una roba un po' atipica. Ha successo con robe vecchie fatte bene. Ma un successo spropositato per il tipo di proposta. Non immeritato, non intendo questo. Però penso, chessò, che un film "vecchio", fatto bene, ha un successo moderato. Un disco "vecchio", fatto bene, pure. Nei giochi, il fatto "vecchio" dovrebbe essere ancora più folle. E invece... Boh, è veramente dura rispondere. Secondo me tra dieci anni saranno cambiate troppe cose in generale, quindi la risposta potrebbe non risultare valida in ogni caso. Secondo me, comunque, sì. Anzi, se posso scegliere, vorrei un bel Warcraft IV. :)

Tatiana Saggioro, gioca con gli MMO: Se ci sarà Diablo IV ci sarà sicuramente chi dirà che è troppo colorato o che non ha l'atmosfera di Diablo III. Ero al Blizzcon quando annunciarono Diablo III, mi sono fatta contagiare dall'atmosfera e dal carico di aspettative proiettato dai fan sul gioco, ma non essendo particolarmente fan di Diablo, non ho il fardello dei ricordi con cui confrontarmi. Inoltre, a me il comparto artistico di Diablo III non dispiace, sono allergica allo stile realistico e Blizzard è più nota per il solido gameplay dei suoi titoli che non per la grafica. Mi sembra quindi prematuro suonargli il Requiem. Inoltre, per molti giocatori di WoW, Diablo III è quasi una prolunga del medesimo: ti sposti dall'uno all'altro giocando ora con gli amici di Diablo ora con quelli di WoW, la chat è comune, la Friend List anche. Magari fra dieci anni Diablo IV sarà un sotto gioco di WoW 2 o viceversa.

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