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The Family Man, Nick Cage in salsa natalizia

The Family Man, Nick Cage in salsa natalizia

Un aspetto che adoro del cinema americano è la programmazione delle uscite. Ogni film ha una finestra di uscita pensata, pianificata e scelta a seconda di diversi fattori, tra cui uno dei principali è il periodo dell’anno. Certo anche in altri paesi molte pellicole escono al cinema seguendo il calendario per approfittare dei periodi più redditizi, ma gli americani sono dei maestri.

Uno dei momenti migliori per inondare le sale con film pieni di buone intenzioni e amore vario è ovviamente quello natalizio e The Family Man è un fulgido esempio di questa tipologia di pellicole. 

Diretto nel 2000 da Brett Ratner (anche regista di Red Dragon e poi finito in una brutta storia di violenza sessuale) The Family man è una sorta di A Christmas Carol in versione romantica. 

É la vigilia di natale e il giovane, rampante e cinico Jack Campbell (Nicola Cage) sta chiudendo a tarda sera, con il suo team che non vede l'ora di andare a casa per stare con i propri cari, gli ultimi punti di un enorme affare che dovrebbe concretizzarsi proprio il 25 dicembre.

Dopo aver dato appuntamento per la mattina seguente allo staff, ritorna a casa ma durante il tragitto incontra un uomo (interpretato da Don Cheadle, il War Machine degli Avengers) che gli prospetta qualcosa di inquietante e misterioso. Il nostro top manager non ci fa troppo caso e si addormenta nel suo attico newyorkese pregustando la montagna di dollari che il giorno dopo sarebbe arrivata nelle casse della società. Però, ovviamente, le cose non vanno come previsto e quando riapre gli occhi il buon Jake non vede il panorama della grande mela fuori dalla finestra, non sente sul suo corpo la dolce carezza delle lenzuola di seta da migliaia di dollari ma si ritrova abbracciato alla sua ex ragazza del college con due bambini che entrano urlando in camera eccitatissimi perché è il giorno di natale.

Jake ha avuto la possiblità di dare un’”occhiatina”, come la chiama il personaggio di Don Cheadle, a una vita che sarebbe potuta essere ma che non è stata, perchè lui, Jake, ha pensato più al suo tornaconto personale che al bene e all'amore vero.

Quindi, mentre in A Christmas Carol Scrooge viene portato in giro dai tre fantasmi, il buon Nicolas Cage si ritrova a vivere una vita “normale” con bollette da pagare, figli da mandare a scuola, una moglie (interpretata da una bellissima Téa Leoni) che ovviamente non capisce perché suo marito non sappia quasi chi è e un lavoro da impiegato nel negozio del suocero.

Dovessi descrivere con un aggettivo The Family Man direi che è un film “morbido” nel senso che quando passa in TV o me lo ritrovo per caso consigliato su una piattaforma di streaming (al momento in cui scrivo si trova su Netflix e su Prime Video) lo riguardo sempre volentieri come se fosse una calda coperta in cui accoccolarsi in una giornata di dicembre.

Non so perché mi fa questo effetto, però si tratta di un film sicuramente semplice, ma dolce, simpatico, che fa ridere e che fa ovviamente vedere molti aspetti della società americana. 

L’estremo desiderio di soldi che passa sopra tutto e tutti, il fatto che se una persona ha talento può comunque arrivare dove vuole, l’importanza centrale di una famiglia e soprattutto dei figli (sarà la figlia a capire realmente chi è il padre, e dargli i consigli per migliorare la situazione), tutti questi temi si fondono in una commedia leggera da mettere su ovviamente nel periodo natalizio.

The Family Man però oltre che un film di buoni sentimenti (e di rivalsa) è anche una commedia con diverse gag tutte incentrate sul fatto che Jake non sa molte cose di quella realtà. 

Si passa quindi dall’amica di famiglia che se lo vuole portare a letto, all’imbarazzo di dimenticare cose fondamentali come l’anniversario di matrimonio, fino a non rendersi conto che uno come lui non può permettersi un abito da quasi tremila dollari, cosa che invece non era un problema nella sua realtà.

Devo dire che un po’ mi manca uno come Nicolas Cage vecchia maniera, che poteva passare da pellicole come questa, tutta sentimenti e buoni propositi, all’azione di Michael Bay come in The Rock (ne abbiamo parlato qui), fino ad arrivare alla tamarrata clamorosa come Con Air (eccoci), e riuscire comunque ad intrattenere in tutti questi registri molto diversi l’uno dall’altro.

Vediamo cosa il nostro saprà raccontarci ne Il talento di Mr. C. che in Italia salta la proiezione in sala per arrivare a fine luglio direttamente su servizi on-demand e in home video.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Nicolas Cage, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

Face/Off – È lui o non è lui? Certo che è lui!

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Vergogna, Sony!

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