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Gli esperimenti di Contradiction

Gli esperimenti di Contradiction

Avete presente Tim Follin? Sì, proprio lui, colui al quale anche il nostro magico duo ha dedicato un'intera puntata di Outcast Sound Shower Live, il compositore di alcune fra le colonne sonore più celebri sugli home computer che furono, soprattutto su C64, ZX Spectrum e Amiga, per poi continuare con alcuni dei maggiori capolavori musicali su NES e Super Nintendo, fino ad arrivare a qualcosina nei primi anni del 2000 ed infine decidere, attorno al 2005, di darci un taglio, a causa della mancanza di un lavoro sicuro e remunerativo in questo settore. Tim ha quindi optato per dedicarsi alla macchina da presa, dirigendo alcuni cortometraggi ed iniziando a lavorare per la TV come direttore della fotografia, creatore di grafica e musica per spot pubblicitari e quant'altro. Accade che, un bel giorno, Tim si è svegliato e ha deciso di unire questo suo lavoro con la sua passione di sempre, i videogiochi. Ha così messo su un piccolo Kickstarter da 3.000 sterline (dopo averne fallito uno da 10.000), purtroppo molto poco pubblicizzato o magari da molti considerato poco interessante (non so, a me è bastato leggere il suo nome per uscire i soldi senza nemmeno vedere minimamente di cosa si trattasse) e, dopo essere stato finanziato con sole 4.000 sterline, si è messo al lavoro su Contradiction: The All-Video Murder Mystery Adventure. NB: io il trailer ve lo metto, ma sappiate che è spoileroso.

Ebbene sì, come anticipato e come facilmente intuibile dal titolo, Contradiction è il ritorno delle avventure in FMV (Full Motion Video), quelle che facevano tanto trash negli anni '90, specie nel ricordarle ai giorni nostri. Eppure Contradiction, col trash, non ha davvero nulla a che spartire. Il gioco si presenta come una sorta di particolare ibrido tra avventura grafica e visual novel. Impersoniamo il Detective Jenks, appena arrivato nel fittizio villaggio di Edenton, per indagare sulla misteriosa morte di una giovane ragazza ritrovata sulla riva di un lago. I personaggi/abitanti del paesino, con cui interagiremo, non sono molti e si conoscono anche tutti tra di loro. Diciamolo subito: le similitudini con Twin Peaks si sprecano, ma non danno poi molto fastidio, vista la natura sperimentale e pertanto anche un po' immatura/ingenua del gioco, piuttosto risultano sempre come piacevoli tributi e son comunque delle basi abbastanza efficaci per uno scenario del genere.

I capitoli sono scanditi dal passare delle ore nel gioco: una volta soddisfatti determinati requisiti, l'ora andrà avanti e passeremo al capitolo successivo.
I capitoli sono scanditi dal passare delle ore nel gioco: una volta soddisfatti determinati requisiti, l'ora andrà avanti e passeremo al capitolo successivo.

Come già accennato, il gioco presenta meccaniche da avventura grafica, più che altro per quanto riguarda la presenza di un inventario, il muoversi tra scenari a schermate fisse, e il classico "punta e clicca" (tuttavia molto semplificato dalla presenza di freccette indicative). Il fulcro del gioco, in Contradiction, risiede però principalmente nell'interrogare i cittadini di Edenton, cercare di raccogliere quante più informazioni possibili, e trovare eventuali contraddizioni tra le loro parole per avvicinarci sempre più alla verità. Come? Per ogni argomento o indizio trattato, ciascun personaggio avrà ovviamente molte cose da dire, ognuna delle quali verrà sintetizzata in delle frasi brevi, che potremo mettere al confronto nel tentativo di trovare eventuali incoerenze. Certo, detto così, sembra molto facile, ma quando gli argomenti e le dichiarazioni iniziano a diventare svariate decine, andare a caso non è più così fattibile, ed è allora che occorre affidarci al nostro intuito da veri detective!

Bisogna infatti avere sempre ben in testa un quadro della situazione, di cosa ci hanno detto i vari protagonisti del gioco... e trovare la verità sarà solo compito nostro. Certo, ogni tanto una chiamata al commissario per schiarirci un po' le idee si dovrà pur fare, ma è facoltativa, nonostante il gioco ce la consigli nella pratica "to-do list", e comunque non si riceve mai la soluzione vera e propria, ma solo qualche suggerimento in grado, magari, di far accendere qualche lampadina nel nostro cervello.

3. Ogni volta che parleremo con questo personaggio, tra una frase e l'altra sarà solito sorseggiare il suo bicchiere di non ricordo quale alcolico. Inutile dire che, nonostante gli innumerevoli sorsi, rimarrà sempre pieno uguale.
3. Ogni volta che parleremo con questo personaggio, tra una frase e l'altra sarà solito sorseggiare il suo bicchiere di non ricordo quale alcolico. Inutile dire che, nonostante gli innumerevoli sorsi, rimarrà sempre pieno uguale.

Purtroppo qualche intoppo può capitare, del tipo che scoviamo qualche effettiva lieve contraddizione, che però non è comunque programmata per essere tale, o che più affermazioni possono far parte di una stessa contraddizione ma dobbiamo andare a trovare quella giusta (e lì può capitare di impazzire un po')... ma insomma: trattandosi comunque di un esperimento, non me la sento di condannare più di tanto qualche ingenuità del genere. Fatto sta che mi è capitato di dover ricorrere a una qualche guida (e non volevo servirmi della soluzione presente all'interno del gioco, che mi avrebbe fatto perdere achievement. Ma non me lo meritavo! Non era colpa mia!). Tuttavia, una volta presa la mano col gioco, il tutto diventa parecchio scorrevole ed è davvero un piacere scovare con le proprie forze una contraddizione dopo l'altra, collegando mentalmente gli indizi e le varie dichiarazioni dei cittadini di Edenton.

La trama, pur partendo da una base semplice e piuttosto comune, si articola poi abbastanza bene "giallisticamente parlando": tutti i personaggi hanno sempre qualcosa di misterioso, ognuno coi propri scheletri nell'armadio che, per un motivo o per l'altro, cercano di tener segreti il più possibile al nostro investigatore. Gli attori recitano un po' tutti molto bene, volendo, ma indubbiamente con una certa teatralità, ovvero con un'espressività che talvolta si potrebbe anche considerare un tantino inutilmente vistosa o esagerata; il che, dal momento che si tratta di un giallo, può anche stridere un po', quando ci sono certe falsità dette in modo un po' troppo appariscente. Ma non è esattamente un problema, dal momento che gli attori hanno tutti un certo carisma e anche il protagonista riesce parecchio bene nel farsi apprezzare nella caratterizzazione del personaggio, molto "faccia da culo" ma in senso buono: insolente e sfrontato quando ce n'è bisogno, ma sempre col suo solito fare british sagace, garbato e ricercato.

Non mancano elementi con richiami al paradossale (o presunti tali), ma sempre trattati con una sobrietà quasi incredibile.
Non mancano elementi con richiami al paradossale (o presunti tali), ma sempre trattati con una sobrietà quasi incredibile.

È tutto molto british, in Contradiction, per ovvi motivi, ma non è che un pregio, anche perché è una caratterizzazione rara nei videogiochi, specie a questi livelli e da parte di veri inglesi. Persino la fotografia, in qualche modo, dà molto una sensazione di "misteriosità inglese", qualunque cosa significhi, con colori virati sul freddo e una certa asetticità generale, perfetta per il ruolo che deve svolgere. Il gioco è pieno di brevi video (o, forse, per meglio dire, immagini non statiche) degli scenari in cui ci si muove, direi anzi che sono quasi troppi, dal momento che cambia il punto di vista delle schermate in base alla direzione di provenienza: una stessa piazza la si vede in modo diverso se si arriva dalla via di destra o da quella di sinistra. Questo non influisce sul gioco in sé, è solo un'aggiunta visiva che, anzi, potrebbe confondere un po' le idee e far sbagliare direzione un po' più del dovuto, ma si apprezza comunque il lavoro extra e la possibilità di vedere ancora di più il bel paesino in cui ci ritroviamo.

Tim Follin se la cava molto bene con la macchina da presa, con ottime inquadrature e soprattutto fornendo il giusto mood misterioso e inquietante. Di grande efficacia sono ad esempio i momenti, quando ci si accinge ad andare a trovare i vari indiziati, in cui parte un breve video di transizione, che mostra soltanto primi piani del campanello, o della mano che bussa alla porta, che in seguito si apre senza mostrare i volti... fornendo sempre quella manciata di secondi di suspence anche all'ennesima volta che riappariranno. Certo, qualche sprovvedutezza registica non manca, ma ce ne facciamo una ragione, anche perché stiamo pur sempre parlando di un gioco sviluppato da Tim Follin, che mica se la tira come un David Cage, oh!

Per sua fortuna, il nostro protagonista non si trova a Palermo.
Per sua fortuna, il nostro protagonista non si trova a Palermo.

Quantomeno, in quello che è da sempre il suo lavoro storico, ovvero comporre musica, Follin decisamente non delude. Anzi, l'accompagnamento sonoro è proprio un lavoro d'eccezione, costituito da una sorta di suite ambient che diventa sempre più inquietante mano a mano che passano le ore e con gli arrangiamenti che si trasformano, sfumando quasi senza farsene accorgere, a seconda del luogo in cui ci si trova. Purtroppo c'è invece qualche piccolo problema audio col doppiaggio. Niente di gravissimo, ma alcune voci, nonostante la sempre ottima recitazione – e, ribadisco, l'accento inglese – non hanno un'ottima qualità e soprattutto sono un po' troppo discordanti tra di loro, come se fossero stati usati microfoni parecchio diversi in fase di registrazione.

Contradiction, insieme ad altri giochi usciti nel 2015 (come l'eccezionale Her Story), segna il più che ottimo ritorno dei videogiochi in FMV. Si tratta di un prodotto piuttosto sperimentale e pertanto non privo di qualche pecca, ma di sicuro è un lavoro molto sobrio e assai interessante, che riesce abbastanza bene nell'impresa di creare un videogioco giallo intrigante, con nuove idee e realizzato quasi interamente con una telecamera. Dal momento che la trama, pur chiudendo la storia principale, lascia molti interrogativi, si spera vivamente in un seguito che riesca a perfezionare la formula e magari creare anche qualcosa di più complesso a livello narrativo, possibilmente avendo anche un po' più di meritato successo. Tuttavia, visti lo striminzito budget e la natura inusuale e, perché no, anche innovatrice del progetto, direi che c'è davvero poco di cui lamentarsi.

Ho giocato a Contradiction dopo essermi accorto dell'uscita su PC qualche mese dopo, andando a cercare tra le mail e ritrovando quella contenente il codice per i sostenitori su Kickstarter. Ho alternato un po' il mio PC fisso e un po' un vecchio portatile in caso di viaggio, visto che non avevo nessuna voglia di abbandonarlo e perdere il filo per un paio di giorni. Il gioco è comunque leggerissimo, essendo sviluppato in HTML5. Contradiction è disponibile anche per dispositivi iOS ed OS X.

Onimusha sta per tornare davvero! O quasi...

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Old! #147 – Febbraio 1976

Old! #147 – Febbraio 1976