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Gladiabots: A.I. A.I. CARAMBA!

Gladiabots: A.I. A.I. CARAMBA!

Nel 1997, sfogliando le pagine di Super PlayStation Console, un curioso gioco strategico catturò la mia attenzione. Si trattava di Carnage Heart: gioco di scontri fra mech, in cui al posto dell'usuale controllo diretto sul campo di battaglia, era necessario programmare nel dettaglio, tramite dei semplificati diagrammi di flusso su griglia quadrata, le azioni che i nostri mech avrebbero eseguito durante gli scontri. La premessa era indubbiamente affascinante e, pad alla mano, devo ammettere che non tradiva le aspettative: si tratta infatti di uno dei giochi PSX a cui sono più legato. Fast forward al 2018 ed eccoci a parlare di Gladiabots, che riprende (seppur involontariamente!) il canovaccio del titolo Artdink e lo aggiorna in chiave moderna. Via la parte strategica alla Nectaris di Carnage Heart e la griglia quadrata, e dentro multiplayer asicrono online e diagrammi senza limitazioni di spazio e posizionamento. Complice il successo di Rocket League, lo sviluppatore Sébastien Dubois, in arte GFX47, ha deciso di aggiungere una condizione di vittoria, che non richiede l'annientamento del team avversario. Si può vincere, infatti, anche raccogliendo e portando alle proprie basi la maggioranza di sfere luminose presenti nell'arena di gioco. Inutile dire che la possibilità di vincere in più modi diversi è uno dei principali assi nella manica di Gladiabots, dal momento che è possibile imbattersi sia in team di robot particolarmente concentrati sull'accaparramento delle sfere, sia in altri modello "rullo compressore", che si disinteressano delle sfere finché non hanno fatto a pezzi ogni robot avversario. 

In questo caso, il mio avversario ha deciso di trincerarsi sulla linea di partenza e di bombardarmi a distanza. Purtroppo per lui, ho chiuso la partita grazie a un mio robot con I.A. incentrata sulla raccolta di sfere, che mi ha fatto vincere nonostante nel frattempo avessi perso un robot in più dell'avversario

Nel bene e nel male, in Gladiabots non si fa altro che programmare l'I.A. dei propri robot e farli scontrare in rapidi match contro la CPU, nella modalità Campagna o contro altri avversari umani online. Naturalmente, non si tratta di un difetto, ma chi ama esperienze di più ampio respiro, o giochi in cui è possibile in qualche modo andare avanti "grindando" o "acquistando potenziamenti", potrebbe trovare Gladiabots un filo claustrofobico: la vittoria o la sconfitta dipendono solo e unicamente dalla bontà delle vostre I.A. Fatta eccezione per alcuni livelli del tutorial, gli scontri di Gladiabots vedono fronteggiarsi team di quattro robot ciascuno e ogni bot può essere scelto fra vari archetipi, come Sniper, letale anche a lunga distanza, Shotgun, veloce e molto efficace solo da vicino, e così via. 

In questo diagramma piuttosto basilare, dedicato a bot offensivi, è possibile scorgere i comandi difensivi sulla sinistra. Se i tuoi scudi sono inferiori al 50%, allontanati dal nemico. Se la condizione non è verificata, l'I.A. passa all'istruzione successiva sulla destra

Tramite una semplice interfaccia drag and drop, è possibile creare azioni da far eseguire al proprio robot, creare condizioni di esecuzione delle suddette azioni e persino posizionarle in modo da dare ad ogni ramo del diagramma una maggiore o una minore priorità. I comandi a disposizione sono davvero numerosi e inizialmente questa ricchezza può risultare un po' dispersiva. Consiglio di partire dai semplici schemi illustrati nel tutorial e di aggiungere nuove azioni gradualmente, nel prosieguo della campagna. Fra i vari controlli di tipo "IF... THEN...", figurano la distanza del bot dal nemico più vicino, il tempo di gioco rimasto nel round corrente, il punteggio attuale, se il robot è sotto attacco, se sta già attaccando qualcuno e così via. Inutile dire che, fra le varie classi diverse a disposizione e la profondità del sistema di programmazione delle I.A., le possibilità a disposizione del giocatore sono davvero sterminate.

Per essere un gioco in Accesso Anticipato (uscito il 9 agosto su Steam ma in sviluppo dai primi mesi del 2016), Gladiabots vanta un livello di pulizia decisamente elevato: d'altronde, lo sviluppatore era già stato lead programmer di Dungeon of the Endless, capolavoro rogue-lite sviluppato da Amplitude, e la sua competenza traspare nitidamente dalla piacevolissima UI minimalista e dalle animazioni dei robot, non troppo ricercate, ma sicuramente d'effetto. Certo, si tratta di un gioco piuttosto brutale. Se il vostro "codice" non è un granché e non vi vengono particolari idee per migliorarlo, beh, è possibile che restiate bloccati su un livello della Campagna per un bel po' di tempo, o che finiate per non riuscire a progredire più di tanto nelle leghe online. Online che, se vogliamo, ha l'intrinesco problema della copia delle I.A. Non essendo possibile influenzare il comporamento dei propri robot a scontro iniziato, nulla vieta ai giocatori più pigri di andare su Youtube e copiarsi i diagrammi dei top player, per raggiungere anch'essi la vetta delle classifiche in breve tempo. Onestamente, non capisco davvero chi ricorre a simili mezzucci per l'effimera soddisfazione di vedere il proprio nome sopra a quello degli altri senza averci messo nulla di proprio, ma è una "caratteristica" dell'online che potrebbe far storcere il naso ai puristi della competizione. Tale difetto, tuttavia, non è per niente presente nella lunga e ardua campagna in single player, che da sola vale il prezzo di 14,99 euro. Lo sviluppo di Gladiabots, comunque, non accenna a fermarsi: lo sviluppatore è molto attivo sul canale Discord del gioco e gli aggiornamenti sono frequenti. Sicuramente è un titolo assolutamente da tenere d'occhio, se la premessa di programmare il vostro team di robot vi stuzzica e ancor di più se riuscite a coinvolgere qualche vostro amico in sfide online.

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