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A volte ritornano: Sociable Soccer

A volte ritornano: Sociable Soccer

Dalle stalle alle stelle in poco tempo: questa è la storia di Sociable Soccer, l'ultima creazione dell'indimenticabile Jon Hare, il creatore del leggendario Sensible Soccer. A quasi venticinque anni dal primo indimenticabile episodio di una fra le serie calcistiche più famose degli anni Novanta, il mitico Jon si è finalmente deciso a crearne il successore spirituale. Nonostante una poco esaltante campagna di raccolti fondi su Kickstarter (servivano circa 300.000 sterline), Sociable Soccer è approdato fortunatamente sul programma Accesso Anticipato di Steam.

Per chi, come il sottoscritto, negli ultimi vent'anni si è dedicato anima e pad alla coppia FIFA/Pro Evolution Soccer (con qualche piccola divagazione), il ritorno agli anni Novanta e alle infinite partite e tornei del periodo Sensible Soccer/Kick Off è senza dubbio un piacevole diversivo.

Ma siamo comunque in fase di Accesso Anticipato e il gioco cambia pesantemente da un aggiornamento all'altro. L'ultimo, pubblicato qualche giorno fa, ha aggiunto la bellezza di 60 nuovi club, 3.600 calciatori, aggiornati i trasferimenti di altri 8.600 e risistemate le fattezze di altri 30.000 giocatori, tutti rigorosamente taroccati (è previsto un editor per modificare nomi e altri parametri) come nell'originale Sensible Soccer. Non sono mancati poi massicci ritocchi/aggiustamenti a grafica, I.A. e giocabilità.

La prima cosa che mi ha colpito di Sociable Soccer, oltre alle dimensioni ridotte del campo, è il movimento dei calciatori. Dribbling, scatti, spostamenti, tutto appare molto fluido, compreso il famoso effetto a banana (o after touch) che tanto aveva caratterizzato le partite all'originale Sensible Soccer. E se si seleziona la storica visuale dall'alto, l'effetto “nostalgia canaglia” è garantito!

La fisica della palla sembra ispirarsi più all'avversario di sempre - Kick Off - che ai vecchi titoli firmati da Jon Hare e soci. Il pallone non è incollato ai piedi e bastano un cambio di direzione improvviso o un dribbling fulmineo alla Iniesta per perderne il controllo. La sensazione di tiro è positiva, mentre i portieri alternano parate strepitose alla De Gea a papere colossali.

Sul campo,“sensibilmente” ridotto rispetto a quelli reali, le giocate dei calciatori sono piuttosto semplici e lineari: si passa la palla, si crossa, si colpisce di testa o si fa un bel tackle. Niente filtranti che aprono in due le difese, né ulteriori finezze stilistiche o alchimie tattiche. L'azione di gioco, poi, è gestita dalla CPU, che muove i calciatori sul manto erboso, compreso anche il “cambio” da un giocatore all'altro. In difesa la situazione è migliorata, anche se l'automatizzazione continua a non convincere completamente: sarebbe gradita la possibilità di cambiare e scegliere il giocatore manualmente.

Anche l'I.A. necessita di un gran lavoro d'affinamento: il comportamento dei calciatori controllati dalla CPU non convince. Giocato con un amico in multiplayer locale - l'unica possibilità, per ora - Sociable Soccer ha un che di volutamente nostalgico ed è un'esperienza divertente e piacevole. Certo, non mancano bug e crash continui, ma la nuova opera calcistica di Jon Hare ha delle indubbie potenzialità e vi strapperà più di una risata.

Per quanto riguarda il single player, la modalità Boss offre un buon numero di tornei/campionati da affrontare, con tonnellate di squadre da provare. Si vince un torneo, si battono gli avversari negli scontri diretti, si cambia formazione e giocatori. Non c'è una parte manageriale vera e propria - un vero peccato! - ma con qualche aggiunta in più potrebbe essere perfetta. È invece completamente da testare il multiplayer online (sarà disponibile prossimamente), che potrebbe rivelarsi un'altra aggiunta vincente.

Sociable Soccer dovrebbe essere disponibile in versione "completa" nel 2018 e non solo su PC: per chi come il sottoscritto ha aspettato per anni un vero e proprio successore del mitico Sensible Soccer, qualche mese di attesa (dovrebbero essere almeno sei!) è più che accettabile.

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