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Manual Samuel non ha fatto il pieno

Manual Samuel non ha fatto il pieno

Ho incontrato Manuel per la prima volta all'evento ID@Xbox della GDC 2016. Ho visto quella cosa strana, mi sono seduto, ho afferrato il pad e sono andato avanti a ridere come un cretino per, boh, dieci minuti. L'ho archiviato come gioco da tenere d'occhio e l'ho poi completamente perso di vista. Due anni e mezzo dopo, Manual Samuel si è iscritto al club dei giochi indie giunti su Nintendo Switch e ho colto l'occasione al volo per recuperarne una copia e dedicarmici, scoprendo che quei dieci minuti, forse, erano sufficienti. No, OK, sto esagerando, ma insomma, neanche troppo. Avete presente quando il trailer di una commedia vi fa schiantare dalle risate, correte al cinema, scoprite che nel trailer c'erano le uniche scene divertente e, oltretutto, avendole viste nel trailer, ve le siete rovinate? E magari nel trailer i tempi comici funzionavano meglio che nel film? No, OK, un po' sto esagerando anche qui, o comunque il paragone non è centratissimo, perché alla GDC non avevo mica visto un trailer, ma insomma.

Manual Samuel racconta la storia di un cretino completo, un figlio di papà nell’accezione più rancida del termine, che sta buttando via la sua vita nel peggior modo possibile, comportandosi in maniera inqualificabile, gettando nel cesso i soldi di famiglia e rendendosi ridicolo col suo "lavorare" nell'azienda del padre. Praticamente, è Lapo Elkann, o comunque Lapo Elkann come tutti se lo immaginano. Con una differenza significativa: Manuel butta via la sua vita in senso letterale e si ritrova faccia a faccia con la morte, che però lo prende in simpatia e gli offre una Proposta Soros. Samuel deve affrontare un'intera giornata con le funzioni corporali automatiche disattivate, gestendole quindi in maniera conscia, "manuale", stando attento a respirare, aprire e chiudere gli occhi, controllare muscoli e articolazioni in maniera molto meno naturale e spontanea di come siamo abituati a fare. E, non bastasse questo, la giornata deve anche essere produttiva, con delle solide otto ore di lavoro in azienda. Bonus: la morte, incarnata in uno scheletro incappucciato adolescente dalla verve insopportabile, lo accompagnerà tutto il tempo, rompendogli costantemente le scatole.

Però, ehi, se arriva in fondo senza combinare disastri o rimanerci nuovamente secco, tornerà in vita. Buttala, come seconda chance.

Chiaramente, tutto questo viene raccontato con un approccio surreale e demenziale, un taglio visivo schizoide e una narrazione dal sarcasmo tarato a mille. Inoltre, una voce narrante accompagna costantemente le azioni di Samuel, commentandole in diretta e adattandosi anche agli errori del giocatore con battute sarcastiche, inviti a darsi una mossa, suggerimenti e perfino insulti, seguendo un approccio che può ricordare alla lontana quello di The Stanley Parable. Sul piano narrativo, insomma, Manual Samuel funziona abbastanza, anche se, in tutta onestà, non l'ho trovato divertente e ficcante come avrei sperato. Le trovate non mancano, alcune gag sono clamorose e la cattiveria brutale, senza troppi compromessi, con cui porta avanti il suo umorismo è apprezzabile, ma ci sono anche tante battute che cadono nel vuoto e complessivamente la scrittura non mi è parsa all'altezza delle idee da cui parte.

Di buono c'è che la comicità di Manual Samuel funziona soprattutto attraverso il gameplay, e non ci sono dubbi che, per un videogioco che mira ad essere commedia, non possa esserci complimento più grande. I primi minuti alle prese con Samuel sono un delirio: anche le azioni più banali, come quelle descritte sopra, diventano complesse, da eseguire con grande cura utilizzando quasi tutti i tasti a disposizione, ed è un continuo impappinarsi, generando grandi momenti comici, anche solo nel tentativo di portare avanti azioni semplici come farsi una doccia, vestirsi o bersi un caffè. Chiaramente, la complessità delle situazioni e delle azioni da compiere aumenta mano a mano che si prosegue nell'avventura ma la sostanza rimane bene o male sempre quella, in una specie di grosso contenitore di minigiochi che richiedono coordinazione e un pizzico di abilità manuale. Il problema è che alla lunga, pur non mancando idee interessanti e trovate che spezzano il ritmo, diventa tutto un po' monotono e, soprattutto, quella difficoltà di controllo che all'inizio fa schiantare dal ridere si fa più che altro tediosa.

Intendiamoci, Manual Samuel è il classico gioco breve, che puoi portare a termine nel giro di neanche due ore e che acquista un pizzico di longevità solo se ti appassioni alle meccaniche e decidi di lanciarti nella sfida al time attack e/o alle modalità extra: l'avventura di base dura davvero poco, a sufficienza per non stancare troppo. La parola chiave, però, è “troppo”, perché la verità è che ho fatto comunque in tempo a raggiungere quel momento in cui il metodo di controllo aveva smesso di farmi ridere e aveva quasi iniziato a infastidirmi. Chiaramente, si tratta anche di percezione personale e non dubito che sia possibile appassionarsi al senso del ritmo schizoide richiesto del gioco e alla sfida che ne nasce, ma Manual Samuel, per tornare al paragone che facevo in partenza, mi ha fatto l'effetto di quei cortometraggi che, una volta rielaborati e trasformati in lungometraggi, non funzionano altrettanto bene. Semplicemente, certe idee, per quanto belle, hanno poca benzina.

Ho ricevuto un codice per il download su Switch dallo sviluppatore e ho completato il gioco nel giro di un'ora abbondante, o così sostiene la mia console. Ma se ci ho messo così poco tempo, come mai la recensione arriva a oltre un mese dall’uscita? Eh, avevo il ginocchio che faceva contatto col gomito. Manual Samuel è disponibile solo tramite download digitale su PC, su PlayStation 4, su Switch e su Xbox One.

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