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Dove andremo a finire, signora mia?

Dove andremo a finire, signora mia?

Con il mese di ottobre, ricominciamo a macinare contenuti a pieno regime, proponendovi una Cover Story che sveleremo domani e che esce abbastanza dai nostri canoni abituali, ma penso stia generando contenuti interessanti. Al di là di quello, siamo ripartiti in tromba con i nostri vari podcast, fra Sala Giochi, Cinepillole, Outcast a fumetti, il nuovo e rinnovato Outcast Popcorn e i podcast videoludici, all’interno dei quali abbiamo già dato spettacolo con lo scoppiettante ritorno di Pocoto e abbiamo anche avviato un nuovo appuntamento quindicinale dedicato al retrogaming. Insomma, ci siamo, col solito entusiasmo.

Siamo però anche in un periodo bizzarro, con il cinema che continua ad essere incastrato in questa fase d’impasse e i videogiochi che, in fondo pure loro, non paiono convintissimi di sapere cosa fare del proprio futuro. Stanno per arrivare le nuove console, certo, e sicuramente porteranno una ventata di novità e di entusiasmo, ma le lineup di lancio non stanno facendo esattamente smutandare tutti (con l’eccezione di chi non vede l’ora di mettere le mani sul remake di Demon’s Souls, suppongo) e ci sono grossi dubbi, seppur di diversa natura, su entrambi i fronti. Quanto ci piaccia come si sta muovendo Microsoft l’abbiamo detto in abbondanza via podcast, ma sono comunque mosse tarate sul futuro e rimane sempre da capire se/come/quanto funzionerà questa sua scelta di posizionarsi come la Netflix della situazione, come quelli che hanno capito tutto prima degli altri e hanno saputo costruirsi una posizione dominante grazie a questo. Ce la faranno?

Nel mentre, è tornato d’attualità quel che Phil Spencer, imperatore di Xbox, ha dichiarato mesi fa, quando sosteneva che la concorrenza vera, per loro, saranno Google e Amazon. La prima c’è, ormai da più di un anno, con Stadia, anche se forse ha giocato troppo d’anticipo e la scelta di schivare il modello “a servizio” e proporre una sorta di iTunes del videogioco non sembra al momento stare pagando. La mia idea è e rimane che Stadia sia stata pensata come piattaforma next gen e che questa uscita anticipata a basso regime fosse preventivata, sostanzialmente perché un po’ tutto il mercato, nel 2020, è stato “in attesa”, ma insomma, vedremo come andranno avanti e se sapranno svoltare quando arriveranno i vari titoli multipiattaforma di nuova generazione (e magari qualche esclusiva? Chissà...). Luna, di contro, sta provando a fare proprio la mossa Netflix, con l’abbonamento, ma, anche lì, l’impressione e che entrambe le proposte siano destinate a prendere ceffoni da Game Pass, per mille motivi. Poi, certo, il punto sta sempre tutto su quanto i due colossi alle spalle dei progetti ci credano e vogliano insistere, perché questi sono progetti a lungo termine, per i quali servono spalle larghe e in grado di far battaglia. Amazon e Google le hanno, ma il modo in cui si è mossa Microsoft, al momento, sembra davvero impeccabile e difficile da contrastare.

Vedremo. A me basta solo che il mercato continui a spingere nella direzione ormai palese e, per quanto mi riguarda, abbastanza palesemente seguita anche da Sony e Nintendo, seppur in maniera comprensibilmente timida: “scorporazione” dell’hardware e accessibilità, possibilità di giocare a qualsiasi cosa, in un modo o nell’altro, con qualsiasi hardware uno decida di comprare. È come funziona tutto il resto ed è veramente ora che anche i videogiochi compiano questo passo. Lo stanno facendo.

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