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Racconti dall'ospizio #159: Il mio gioco di Spider-Man preferito

Racconti dall'ospizio #159: Il mio gioco di Spider-Man preferito

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Considerando quanto e quanto a lungo mi sono divertito con i fumetti di supereroi e quanto e quanto a lungo ho amato l'Uomo Ragno, è veramente bizzarro ma, me ne sono reso conto pianificando questa Cover Story, è così: ho messo mano su pochissimi videogiochi dedicati al ragnetto. E anzi, l'ho fatto soprattutto prima di diventare un lettore appassionato di fumetti Marvel, dato che ho sostanzialmente giocato solo a quel paio di titoli per Amiga di cui ho scritto la scorsa settimana. Oltretutto, quando ci giocai, certo, conoscevo il personaggio, ne avevo seguito le peripezie televisive (animate e non) e avevo letto qualche fumetto, ma la vera droga della lettura compulsiva sarebbe arrivata solo assieme all'adolescenza piena e allo sviluppo completo dei miei desideri sessuali. Non saprei dire se le due cose siano collegate.

Le apparizioni in sala giochi e su console? Ci ho messo mano, per carità. Non ho ricordi precisi, ma insomma, sicuramente mi sarà capitato di giocare a questo o quel gioco al baretto e anzi ricordo chiaramente di aver pasticciato con cartucce in casa altrui, ma niente di significativo. Per quale motivo? Boh, forse perché, negli anni Novanta, avevo ormai sviluppato gli anticorpi nei confronti dei giochi su licenza e mi ero convinto che, nonostante qualche valida eccezione, non ne valesse la pena. Certo, questo non spiega come mai non abbia giocato a nessuno dei giochi di Spider-Man dell'era PlayStation. Ma nemmeno mai provati, eh! Posso sbagliarmi, ma sono abbastanza sicuro di non essere mai andato oltre a una prova veloce della prima incarnazione su PlayStation 2. Forse ho messo velocemente mano a qualche gioco in redazione negli anni di PSM e nel 2012 scambiai due chiacchiere con The Amazing Spider-Man alla Game Developers Conference. Fine. Com'è possibile? Boh, capita.

Ma allora qual è il mio gioco di Spider-Man preferito, quello a cui ho deciso di dedicare quest'articolo? Che domande.

Potevo chiamarlo The Revenge of Shinobi o Super Shinobi, dipende un po' da come impostavo l'interruttore della modifica per eliminare il blocco regionale sul mio Mega Drive giapponese, ma la sostanza rimaneva quella. Il primo Shinobi per la console a 16 bit di Sega (e, in generale, il terzo in assoluto della serie, se contiamo anche il quasi contemporaneo Shadow Dancer) è il mio gioco di Spider-Man preferito, oltre che, forse, il mio Shinobi della vita e uno fra i giochi della mia adolescenza a cui sono più affezionato, anche se è ben lontano dall'essere fra i miei preferiti in assoluto, di certo non lo considero fra i migliori ed è probabilmente superato da più di un gioco appartenente alla stessa serie. E che c'entra, Spider-Man? Beh, se ci avete giocato, lo sapete: faceva una sua delirante apparizione, così come Batman, Rambo, Terminator e Godzilla. E, come se non bastasse, Joe Musashi aveva un po’ la faccia da Sonny Chiba.

Era un'altra epoca, e lo era per chi giocava tanto quanto per chi produceva. Avevo accesso a molti meno videogame rispetto ad oggi e, inoltre, il gioco d'azione medio forniva un'esperienza relativamente breve. Queste due cose, combinate, facevano sì che mi trovassi a giocare e rigiocare senza tregua sempre alla stessa roba, spolpandola in ogni dettaglio e padroneggiandola oltremodo, con la conseguenza non banale di diventare troppo bravo nei miei generi preferiti e finire per considerare troppo facili giochi che, per gli standard di oggi (anche miei, eh!), avrebbero dei tassi di sfida da mani in faccia. Prendiamo quindi con le pinze il fatto che The Revenge of Shinobi, o Super Shinobi, me lo ricordo come abbastanza facile. Non troppo facile, eh, mediamente impegnativo, ma insomma, assolutamente gestibile. Il classico gioco che, dopo quel minimo processo di assimilazione, si gestiva senza problemi. Ogni volta che decidevo di rigiocarci, per godermelo di nuovo, ero ragionevolmente certo che sarei arrivato fino in fondo. Non esattamente la norma, coi giochi usciti a cavallo fra anni Ottanta e Novanta.

Ebbene, questo gioco vedeva il nostro amico ninja impegnato sì a combattere un antagonista principale dal taglio assolutamente nipponico, ma alle prese con un'ambientazione per lo più occidentalizzata, ricca di omaggi e citazioni alla cultura popolare. C'erano dei bestioni palestrati pseudo cyborg che non potevano non farti pensare ad Arnold “Terminator” Schwarzenegger. C'era quel livello ambientato in un una nave al termine del quale affrontavi questa specie di pseudo Godzilla in miniatura. E c’era un tizio mutaforma che assumeva le fattezze di Batman e dell'Uomo Ragno. A quanto pare, quei personaggi “citazionisti” erano stati concepiti dal director Noriyoshi Ohba come bozzetti temporanei, nella convinzione che sarebbero stati cambiati dal character designer. Ops. Fatto sta che del gioco vennero pubblicate mano a mano varie versioni, che cambiavano le fattezze di questo o quel personaggio per evitare problemi legali e solo Spider-Man venne conservato fino in fondo, dato che Sega decise di sfruttare la licenza ufficiale per non doverlo eliminare dal gioco. Io avevo quella versione, perché ricordo chiaramente che Batman era più pipistrello che uomo e sui titoli di coda veniva indicato il copyright dell’Uomo Ragno. Fra l’altro, proprio questa scelta di utilizzare la licenza ufficiale del tessiragnatele complicò la ripubblicazione del gioco per quasi vent’anni, fino all’uscita in digitale del 2009, nella quale vennero modificati gli ultimi due elementi problematici: il ragnetto e Sonny Chiba. Ma insomma, ormai il danno era fatto, il videogioco di Spider-Man del mio cuore sarebbe sempre rimasto quello.

E che gioco. Certo, quattro anni dopo, Shinobi III: Return of the Ninja Master l'avrebbe surclassato per potenza grafica e complessità, ma nel 1989 (o quando cacchio ci misi le mani sopra, vai a sapere) Super Shinobi era clamoroso. Visivamente splendido, con delle musiche fantastiche di Yuzo Koshiro (per altro assente fra i credits del seguito), divertente, ricco di piccole innovazioni per la serie... e c'era l'Uomo Ragno. E Batman. E Godzilla. E Terminator. E Rambo. Boh, non so, che vuoi, di più?

Questo articolo fa parte dell'amichevole Cover Story di quartiere su Spider-Man, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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