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The Wolf Among Us mostra gli artigli

C'è questa situazione affascinante che si ripete ogni volta che Telltale Games pubblica un nuovo episodio di una delle sue due serie attualmente in corso: c'ho sempre da fare e/o sono sempre in condizioni di estrema difficoltà. A volte riesco a girare attorno ai problemi e a mettermici subito, altre volte mi tocca tardare per qualche motivo. A volte sono in trasferta in luoghi dove l'internet arriva a malapena, e ti sfido a scaricare l'episodio, altre volte sono impegnato magari a una fiera, altre volte ancora sono in ferie, certe occasioni mi vedono invischiato in una forte dose di fatti miei. Insomma, sembra veramente che lo facciano apposta. Il risultato di tutto questo è che io e il Nabacchiodorozor stiamo sostanzialmente recensendo la seconda stagione di The Walking Dead e la prima di The Wolf Among Us in tag team. Chi, di volta in volta, è libero si occupa della recensione su IGN e l'altro recupera su Outcast. E così io sono riuscito a occuparmi dei primi due episodi (uno e due) della seconda stagione di The Walking Dead su IGN, lasciandoli a lui qua su Outcast (uno e due), mentre per The Wolf Among Us ci stiamo alternando in maniera estremamente precisa: lui si è occupato del primo e del terzo su IGN, io qua su Outcast. Lui si è occupato del secondo qua su Outcast, io là su IGN. È tutto bellissimo e bellissimamente schizofrenico.

Chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui si starà chiedendo che cacchio dovrebbe fregargliene di tutte 'ste storie e avrebbe pure ragione. Ma il fatto è che, arrivati al terzo episodio, non è che ci sia poi molto di nuovo da raccontare su The Wolf Among Us e, insomma, qualcosa dovrò pur inventarmi. Non ho certo intenzione di lanciarmi di nuovo in una sbroccata sulla scelta di rendere obbligatori gli avvisi a schermo, tanto più che, lo ammetto, quando il gioco mi ha fatto presente che un tal personaggio, completamente sbronzo, non si sarebbe ricordato quel che gli avevo appena detto, beh, mi sono fatto una risata. E quindi? E quindi vi dico che se non vi piacciono i giochi in stile Telltale Games e/o non vi piace The Wolf Among Us non vi voglio bene non cambierete certamente idea con questo terzo episodio, ma se avete apprezzato o, addirittura, amato quanto fatto fino a qui, beh, la situazione prosegue alla grande.

Siamo al giro di boa di metà stagione e gli sceneggiatori di Telltale sfruttano la cosa in maniera eccellente, imprimendo una forte svolta al racconto, svelando un po' di segreti e, allo stesso tempo, continuando a inserire misteri e dubbi. È davvero tutto banalmente come sembra? Vai a sapere. Lo scopriremo da qui alla fine della stagione? Probabile. Intanto, però, è affascinante vedere il modo in cui l'indagine e i dubbi ad essa legati si sviluppano in parte anche tramite le azioni del giocatore, sia nelle conclusioni – più o meno convinte – che vengono raggiunte dal protagonista, sia anche in come si decide di approcciare le situazioni proposte, un tris di possibili scelte che porta a vedere e affrontare situazioni davvero diverse e, una volta tanto, lascia addosso la curiosità di scoprire cosa sarebbe successo se. Poi, certo, come sempre, il gran finale ci porterà tutti nello stesso luogo, ma arrivarci tramite percorsi resi diversi dalle scelte compiute e dallo strato morale che applichiamo ad esse rappresenta comunque un bello spunto di confronto.

E al di là di questo, poi, c'è la bravura impressionante, da parte di Telltale, nel tratteggiare i vari personaggi di contorno – splendidamente caratterizzati e interpretati dai doppiatori – e dar loro vita, soprattutto poi attraverso la rete di rapporti che viene a crearsi fra di loro, con in mezzo il caro Bigby. Il Lupo Cattivo è un uomo (più o meno) in cerca di redenzione e al disperato inseguimento dell'amore. Calarsi nel personaggio è fondamentale per cogliere il tratto più essenziale di tutti nell'esperienza di gioco, vale a dire il vivere le relazioni coi vari personaggi. In questo, magari, aiuta anche essere un lettore dei fumetti, conoscere gli sviluppi futuri di Bigby Wolf e tendere in qualche modo verso quella direzione, ma il punto è che le decisioni di fronte a cui The Wolf Among Us ti mette sono lontane anni luce da - eppure incredibilmente simili a - quelle di quando stavamo cercando di proteggere la piccola Clementine nei panni di Lee.

Ti ritrovi lì, nei panni di questo personaggio che cerca di fare la cosa giusta, o comunque ciò che più la ricorda secondo i suoi parametri un po' tutti bizzarri, e cerchi disperatamente di cogliere un accenno di approvazione, di affetto, di vicinanza negli occhi di una donna per cui saresti disposto a tutto. Fai del tuo meglio e non sempre è abbastanza, un po' perché hai la sfiga di essere protagonista in un racconto noir, un po' perché, ehi, è la vita, non sempre va come vorremmo. Ma soprattutto, ti rendi conto che alla fine la cosa migliore che puoi fare è essere te stesso, mostrarti sincero, come deve andare vada. Ora, intendiamoci, son cose personali, do per scontato che non tutti la vivano in questo modo e molti si limitino semplicemente a cercare di capire quali siano le scelte giuste per "vincere", ma quanto è bello un videogioco che ti spinge ad assaporarlo con simili dubbi in testa? Tanto.

Sto giocando The Wolf Among Us grazie a un Season Pass ricevuto da Telltale (e c'è qualcuno là fuori che lo sta giocando grazie a un altro Season Pass che ho ricevuto da Telltale e che ho smollato su Twitter. Ciao, fratello di sangue). Il gioco su PC va una crema e su console non lo voglio vedere neanche col binocolo, abbiate pazienza. Sto portando avanti una sola partita, in cui cerco di fare del mio meglio per portarmi a letto farmi apprezzare da Biancaneve. Mi sembra di essere tornato agli anni delle superiori, ma dimmi te.

Voto: 9