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Monument Valley: un bellissimo gioco di successo

Monument Valley: un bellissimo gioco di successo

Un poster, un quadretto, uno scatto su Instagram. I livelli di Monument Valley sono compatti, brevi e sintetici come dei tweet

Monument Valley è un bellissimo gioco per iOS sviluppato dagli studi londinesi di ustwo (la sede è a Shoreditch, la zona hipster della capitale inglese). Costa 3,59 euro e può essere completato in meno di due ore. Visto il grande successo riscosso in tutto il mondo, gli sviluppatori stanno preparando non solo dei livelli aggiuntivi (“per motivi artistici”, ha dichiarato a The Guardian Neil McFarland, il direttore della divisione giochi) ma anche la già programmata versione per Android ed eventualmente quelle PS Vita e PC.

Monument Valley è  un puzzle game bidimensionale in cui, secondo le intenzioni dell’artista e game designer Ken Wong al lavoro sul gioco da inizio 2013, l’architettura doveva svolgere il ruolo di protagonista. L’obiettivo è stato raggiunto in modo davvero incisivo: lo si percepisce osservando uno qualsiasi degli screenshot rigorosamente in visuale portrait di Monument Valley, anche senza averlo mai giocato. Una volta messe le dita sul tablet (può essere eseguito anche su smartphone iPhone 4 e seguenti, ma forse lo schermo è troppo piccolo per gustarlo pienamente) si scopre che lo scopo del gioco è condurre la protagonista di bianco vestita (risponde al nome di Principessa Ida) dall’entrata all’uscita di ogni livello. Ogni sezione si consuma all’interno di una sola schermata disegnata con gusto, pulita, poco confusa, sintetica e colorata con sapienza. La trama, leggera e sottile come una garza, è più suggerita dalle immagini e dall’atmosfera che dai brevi titoli che introducono i capitoli. L’interazione con il livello è essenziale: basta spostare col dito pochi elementi, ruotare un basamento, una leva, un ponticello, camminare su un pulsante per trovare la via.

Ciascun livello di Monument Valley presenta poche difficoltà: per esempio bisogna evitare di avvicinarsi a quei misteriosi corvi neri.

Ciascun livello di Monument Valley presenta poche difficoltà: per esempio bisogna evitare di avvicinarsi a quei misteriosi corvi neri.

Tra il rassicurante e l'onirico, ogni livello fa storia a sé.

In più di un’occasione, e di certo non per caso, osservando i livelli di Monument Valley vengono alla mente le incisioni di M.C. Escher, l’artista olandese che con le sue costruzioni geometriche affascina e fa girare la testa: mentre evita dei misteriosi corvi, Ida cammina a testa in giù, percorre scale a rovescio e linee prospettiche non euclidee, fino a passeggiare su una esplicita citazione del Triangolo di Penrose. Questo uso sapiente delle illusioni ottiche nel level design bi e tridimensionale non è certo una novità: per esempio Ecochrome (per PS3 e PSP) risale al 2008, Antichamber (2013 per Windows, Linux e MacOS) e The Bridge (2013, Windows) sono i primi titoli che mi vengono in mente e che hanno attinto a piene mani da quella che ormai possiamo definire una “sandbox artistica” in cui molti level designer consolidano uno stile accattivante e di sicura presa. The Bridge, in particolare, è quello che, per impostazione, ricorda maggiormente Monument Valley, pur avendo un’atmosfera più gotica, opprimente ed essendo anche molto più lungo e più difficile (tra l’altro gli sviluppatori di ustwo non fanno mistero di essersi ispirati anche ad altri capolavori degli ultimi anni, tra cui PortalJourney, Fez, Sword & Sorcery, Windowsill, Ico e il film The Fall di Tarsem Singh Dhandwar, regista indiano dalle visioni sempre in bilico tra il sogno, il videoclip e lo spot pubblicitario).

Monument Valley va giocato in modalità portrait, preferibilmente su tablet.

Tuttavia, quasi tutti questi giochi appena citati sono fatti e sviluppati per un pubblico abbastanza di nicchia, ossia quello dei videogiocatori appassionati di titoli e produzioni indie: in pratica, o segui “la scena” o difficilmente ti capitano sotto il naso. Monument Valley è stato pubblicato a inizio aprile e sta tuttora riscuotendo un successo trasversale, poiché attira l’attenzione non solo di chi mangia pane e videogame, non solo dei casual gamer, ma anche di chi non è particolarmente interessato ai videogiochi. Di certo la diffusione di iOS aiuta, ma non spiega del tutto perché Monument Valley piaccia così tanto un po' a tutte le latitudini (anche in Cina). A titolo di esempio posso testimoniare che da tempo, per ogni gioco in cui mi imbatto, faccio screenshot e pubblico le immagini tramite Instagram via Facebook e Twitter, ed è la prima volta che mi capita di richiamare l’attenzione di persone non videogiocatrici. “Che bello!”, "Che bei colori!", “Cosa si fa nel gioco?”, “Lo prendo subito!”, mi hanno detto e scritto più persone. Questo perché probabilmente Monument Valley riesce nell’impresa di apparire come un videogioco ma anche di toccare corde più estese, quindi non solo quelle di chi cerca a ciclo continuo nuovi titoli in cui cimentarsi e a cadenza regolare si imbatte in piccoli capolavori.

In ogni momento del gioco è possibile scattare uno screenshot da pubblicare online su Twitter, Facebook o Instagram.

Va detto che ustwo non è un’azienda di primo pelo: Monument Valley non è il successo clamoroso di uno sviluppatore alle prime armi. La divisione giochi di ustwo aveva già pubblicato Whale Trail, altro gioco di successo per iOS in cui una balenottera solcava un mare psichedelico (il brit-poppissimo tema principale del gioco era stato scritto da Gruff Rhys, musicista gallese membro tra gli altri dei Super Furry Animals e abbastanza prezzemolino, ha suonato anche con Gorillaz, Mogwai e Manic Street Preachers, giusto per citare i nomi a me più noti). Più in generale, ustwo si occupa di produzioni digitali, app e interfacce: dal sito è anche possibile scaricare gratuitamente Pixel Perfect Precision, un interessante ebook sul digital design. Tra i clienti londinesi hanno Channel 4 e Barclays, mentre gli studi di Malmö, oltre a lavorare per H&M, hanno sviluppato la simpatica app fotografica “anti-social” Rando (purtroppo è stata ritirata lo scorso marzo, dopo solo un anno di vita, non tanto per insuccesso, anzi, ma perché ritenuta un divertissement poco monetizzabile). Insomma, l’aria che si respira negli studi di ustwo non è proprio quella del "videogioco a tutti i costi", ma quella di chi disegna app e interfacce che vanno in mano un po’ a chiunque. E in Monument Valley, tra l’altro, troviamo una funzione particolare che testimonia proprio questa vocazione: nell'interfaccia è incorporato un comando per scattare uno screenshot, modificare l’inquadratura, ingrandirla, per poi pubblicare lo scatto su Twitter, Facebook o Instagram, con tanto di hashtag predefinito incorporato: #monumentvalleygame. Un particolare pregevole che ha contribuito a far girare velocemente le immagini anche nei feed in cui di rado appaiono videogiochi (se le pubblicate, preparatevi a ricevere i like di @millsustwo, Mr Talky, co-fondatore di ustwo, dal cui profilo di Instagram ho preso la foto sottostante in cui si legge "Jìniànbēi gǔ", letteralmente "Monument Valley" in cinese. Proprio per il grande successo di vendite in Cina, Apple ha chiesto a ustwo di localizzare interamente il gioco, nome incluso!).

In questa recensione sono stati toccati molti argomenti: videogiochi, arte, musica, cinema, digital design, app fotografiche... forse è proprio questo background a rivelare il motivo per cui Monument Valley sia diventato il videogioco di successo che vi consiglio di giocare: ha un’identità molto forte, non particolarmente ruffiana, non è difficile da risolvere ma è intrigante e parla un linguaggio immediato e poco oscuro, destinato a chiunque. Infine è breve, e nelle due ore scarse in cui lo giochiamo non facciamo neanche in tempo ad annoiarci, tanto rimaniamo rapiti dalla sua personalità essenziale. Monument Valley non è una novità mai vista, ma un abile e sapiente remix, un piccolo portagioie da non perdere.

Ho giocato a Monument Valley su iPad dopo averlo acquistato su App Store. Ci ho giocato in due giornate diverse nel tentativo disperato di farlo durare un po' di più, perlomeno nella mia testa. Poi ho messo il tablet in mano a mia madre, per avere la riprova che chiunque potesse giocare a Monument Valley. Lei è arrivata al quarto livello, poi ha preferito guardare The Walking Dead.

Voto 8,5

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