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Everybody's Gone to the Rapture, una meravigliosa apocalisse

Everybody's Gone to the Rapture, una meravigliosa apocalisse

Cos'è un videogioco? Quali sono i canoni per cui un software (per dirla nella maniera più fredda possibile) diventa un'avventura, un'esperienza? Insomma, quando diventa divertimento? Di titoli strani, al limite tra film e gioco, ce ne sono stati tanti e ce ne saranno sempre, ma sembra quasi che i ragazzi di The Chinese Room abbiano codificato un modo del tutto particolare per raccontare storie in maniera interattiva usando uno fra i metodi più cari al videogioco classico, l'esperienza in prima persona. Everybody's Gone to the Rapture è l'evoluzione di quello che gli sviluppatori hanno sperimentato con Dear Esther, un viaggio in un luogo disabitato dove l'interazione vera è minima, se non assente, ma dove il nostro compito è essere testimoni di una storia, di avvenimenti che possiamo scoprire man mano che camminiamo per questi luoghi bellissimi ma inquietanti. Se in Dear Esther c'era una voce fuoricampo che narrava, leggendo delle lettere, la storia dimenticata dell'isola, in Everybody's Gone to the Rapture siamo testimoni oculari di fenomeni che sembrano inspiegabili ma che pian piano ci portano a comprendere una serie di avvenimenti. Nell'inglesissimo paese di Yaughton, ci troviamo a camminare fra strade abbandonate, case deserte e bellissimi paesaggi, seguendo dei globi di luce che, qua e là, prendono vagamente le sembianze di persone, degli abitanti ormai scomparsi del villaggio, che parlano tra loro. Da questi momenti, da questi dialoghi, scopriamo segreti, attriti, tresche amorose, antipatie che i cittadini hanno vissuto e che ora noi possiamo "percepire" in questo modo, come se vedessimo le cose in differita.

Questo è Everybody's Gone to the Rapture , nient'altro: camminare e scoprire pian piano cos'è successo agli abitanti. Le uniche interazioni a cui possiamo dedicarci consistono in accendere delle radio per ascoltare messaggi lasciati da uno dei protagonisti, rispondere ai telefoni che squillano o aprire e chiudere porte. Basta.

Detto così può sembrare che il gioco abbia poco da offrire (e posso anche capire chi non apprezza questo genere di progetti) ma quello che dà valore al tutto, quello che mi ha permesso di innamorarmi di questa cittadina, è il modo in cui i The Chinese Room  hanno costruito il mondo nel quale passeggiamo e cerchiamo di capire dove siamo, oltre al modo in cui la storia viene raccontata.

Sì, siamo proprio in Inghilterra.

Graficamente il gioco utilizza il CryEngine 3 ed è a tratti assolutamente incredibile. Certo, è la rappresentazione realistica di un posto che può tranquillamente esistere, ma ho apprezzato sia i colori utilizzatim sia il modo con cui, in determinati momenti, il cielo si oscura e sotto una notte stellata possiamo osservare i personaggi (anzi, le loro luminescenze) interagire fra loro. Gli eventi che possiamo carpire dai dialoghi degli abitanti del paesino sono interessanti, intriganti, e in breve tempo si viene rapiti dai malumori, dalle invidie, dalle dinamiche di un luogo che oltre ai propri problemi di tutti i giorni deve affrontare una qualcosa che non si spiega, qualcosa che è successo e di cui noi cerchiamo di capire il significato.

Lo spettacolo grafico di cui sopra è accompagnato da una fra le colonne sonore più ispirate di sempre: bellissima, toccante e commovente, entra in scena nei momenti giusti, dando un'atmosfera al nostro viaggio assolutamente speciale. Piccolo aneddoto: ho inviato un messaggio tramite il form del sito della compositrice delle musiche, Jessica Curry, dicendo che la sountrack mi aveva veramente emozionato. Lei è stata gentilissima e mi ha risposto direttamente, ringraziandomi per i complimenti.

Non di poco conto, e quindi non da sottovalutare, il doppiaggio italiano, decisamente ottimo, sempre adeguato alla situazione.

Everybody's Gone to the Rapture è ovviamente un titolo particolare, che può piacere tantissimo o può veramente far annoiare a morte chi lo prova. Dipende molto da cosa si cerca e da cosa ci si aspetta. Sicuramente chi ha apprezzato Dear Esther non potrà non adorare le colline di Yaughton, i racconti della sua popolazione e la bellissima atmosfera in cui si passeggia. Chi è più avvezzo a giochi "normali" potrebbe trovare il tutto assolutamente noioso, ed è comprensibile. Quello che posso consigliare, come capita per altri esperimenti simili (per esempio Journey), è di giocarlo da soli, con le cuffie, senza nessuno che disturbi, senza interruzioni, in modo da immedesimarsi completamente nel proprio alter ego. Perché o il viaggio ce lo si gode come si deve, o non ha senso intraprenderlo.

Ho giocato a Everybody's Gone to the Rapture acquistando il gioco suPSN, usufruendo dello sconto per i membri di PlayStation Plus al prezzo di 15,99€  (ma il prezzo è ora a 19,99€) e l'ho completato in circa cinque ore scarse, esplorando abbastanza bene la bellissima Yaughton.  Ho giocato con cuffie piazzate in testa e stanza buia, in modo da immedesimarmi completamente nel viaggio, anche perché la colonna sonora merita tantissimo. Ricordo che il gioco è un esclusiva PS4 e che è stato coprodotto insieme ai Santa Monica Studios. Trattandosi di un gioco venduto tramite PlayStation Store, non possiamo fornirvi un link per l'acquisto su Amazon ma, ehi, se volete, quello che per comprare la colonna sonora (e come al solito, una piccola parte di ciò che spendete andrà a noi, senza sovrapprezzi per voi).

Voto: 9

Old! #127 – Settembre 1985

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