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Ottobre 1999: Il mese delle console nate morte | Old!

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il primo di ottobre del 1999 arriva (inspiegabilmente?) in Europa, con un ritardo tutto sommato modesto rispetto al Giappone, il Neo Geo Pocket Color, revisione della console monocromatica nata circa un anno prima (e mai uscita ufficialmente dal suolo patrio). La macchina, che pure riscuote un buon successo iniziale in Giappone e in America, è condannata a morte in partenza come un po' tutte le macchine che si mettono contro Nintendo in ambito portatile, ma certo non aiuteranno l'esplosione più o meno contemporanea dei Pokémon, l'arrivo imminente del Game Boy Advance e le condizioni finanziarie a dir poco instabili di SNK. Nonostante tutto, il Neo Geo Pocket Color verrà ricordato con affetto per vari motivi, fra cui l'eccellente mini joystick a microswitch e alcuni giochi di grande spessore.

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Un paio di settimane dopo tocca al Dreamcast, che si manifesta anche dalle nostre parti con tutta la forza del suo lancio: la console Sega inaugura la nuova generazione, è tecnicamente all'avanguardia, offre caratteristiche innovative e ha una signora lineup. Le carte in regola per fare bene, in teoria, ci sarebbero anche ma, dopo un avvio molto incoraggiante, le cose andranno sempre peggio, fra scarso supporto delle terze parti, una Sega poco convinta e per nulla in grado di metterci gli investimenti necessari e, in generale, un certo senso di destino inevitabile. Rimarrà comunque una fra le console più amate di sempre, grazie al gran quantitativo di capolavori e giochi di culto che ospiterà nei suoi tre anni complessivi di vita.

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Una settimana dopo, arriva in Europa Crash Team Racing, divagazione automobilistica di una serie simbolo della prima PlayStation e quarto e ultimo gioco sviluppato da Naughty Dog con protagonista il peramele. Crash Team Racing riscuote notevole successo di critica e pubblico ma non darà vita a una vera e propria serie, probabilmente anche a causa del sostanziale abbandono del personaggio da parte dei suoi creatori e, tutto sommato, di Sony. Vent'anni dopo, comunque, arriverà l'inevitabile remake.

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Passano un altro paio di giorni e tocca a Grand Theft Auto 2, che recupera le idee del gioco di due anni prima e le sposta in un’ambientazione pseudo-futuristica, che può vantarsi di essere l’unica mai riutilizzata nella serie. Il gioco introduce comunque diverse novità, dalla gestione delle diverse fazioni alle missioni extra a bordo di taxi, bus e altri veicoli variopinti, definendo ulteriormente tutta la serie di spunti che troveranno nuova vita con il passaggio alle tre dimensioni di Grand Theft Auto III. Dei successi di cui godrà la serie mi sembra francamente inutile parlare.

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Infine, il 27 ottobre 2009 arriva in Europa Final Fantasy VIII, seguito di uno fra i JRPG più popolari della storia ed episodio fra i più controversi e amati/odiati della serie, che comunque godrà di un remaster vent’anni dopo. Agevolo apposito Racconto dall’ospizio.

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