Outcazzari

Miss Peregrine, i Nuovi Mutanti, le convinzioni sballate di Tim Burton e la sua scarsa voglia

Miss Peregrine, i Nuovi Mutanti, le convinzioni sballate di Tim Burton e la sua scarsa voglia

Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali è il film che risponde alla grande domanda che ci siamo sempre posti (?): “Come sarebbe un film sugli X-Men diretto da Tim Burton?” Poi, certo, Burton, nelle interviste, sostiene che durante la lavorazione i mutanti Marvel non gli siano mai passati per la testa e poi, per spiegarne il motivo, descrive i personaggi dei suoi film con parole che si adatterebbero alla perfezione, ehm, ai mutanti Marvel. Insomma, l’idea di giovani dotati di abilità e/o deformità assurde che rendono per loro difficile, se non impossibile, condurre una vita normale e che si ritrovano tutti insieme appassionatamente in una scuola gestita da una figura adulta, anch’essa dotata di poteri particolari. Anzi, peculiari. E alcune di queste persone dotate sbroccano, diventano cattive e mettono in pericolo tanto i loro simili, quanto gli esseri umani normali che capitano per la loro strada. Insomma, ci siamo capiti.

Il film (per altro scritto dalla stessa sceneggiatrice di X-Men: L’inizio) è tratto da La casa per bambini speciali di Miss Peregrine, un romanzo young adult del 2011, e si concentra quasi interamente sulla storia di formazione del suo giovane protagonista Jake (Asa Butterfield), che entra in contatto con i ragazzi peculiari in questione per una serie di eventi legati alla presunta follia di suo nonno. Il cuore della vicenda sta nel rapporto fra i giovani protagonisti, in un’abbondanza di metaforoni che parlano di presa di coscienza della propria natura, di raggiungimento dell’età adulta, perfino di Seconda Guerra Mondiale ed Olocausto. E poi, ovviamente, visto chi c’è dietro alla macchina da presa, non può mancare il canonico tema del diverso osteggiato dai cosiddetti normali. Insomma, stiamo parlando di una storia che sembra perfetta per Tim Burton e che probabilmente già nei libri di partenza (a oggi tre) deve parecchio all’immaginario costruito nei decenni dal regista americano.

E Burton ne tira fuori un film gradevole, seppur onestamente molto più inquadrato nei canoni da cinema d’azione e/o avventura per ragazzi rispetto a quanto forse ci si potesse aspettare, o perlomeno si potesse sperare. Ci infila qualche tocco dei suoi, con una generale sensazione di inquietudine per alcuni personaggi, una assurda e bellissima battaglia in stop-motion fra due bambole spaventose che si prendono a coltellate, un combattimento fra scheletri e mostri al luna park delirante e un po’ ridicolo, ma delizioso nella sua assurdità. Questi lampi sparsi in giro e la fenomenale Eva Green, il cui personaggio sparato a mille si mangia la scena ogni volta che appare, nobilitano un film per il resto ordinario e con quell’aria un po’ da pilota automatico. Scorre placido, non annoia, ogni tanto piazza il colpo di tacco, ma sembra decisamente mirare a un tranquillo pareggio che non fa male a nessuno. Epperò, un Nuovi Mutanti diretto da un Burton che ne ha voglia me lo guarderei domani. Ma tanto non ne avrebbe voglia.

L'ho visto al cinema, quasi due mesi fa, a causa del solito paradosso spaziotemporale generato dal calendario delle uscite cinematografiche internazionali. In Italia esce in questi giorni. Andate a sapere.

Racconti dall'ospizio #31 – Putty, la palla pazza che strumpallazza

Racconti dall'ospizio #31 – Putty, la palla pazza che strumpallazza

Rogue One: A Star Wars Story recensito in maniera sconclusionata, un po' come m'è venuto fuori

Rogue One: A Star Wars Story recensito in maniera sconclusionata, un po' come m'è venuto fuori