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Old! #285 – Dicembre 1998

Old! #285 – Dicembre 1998

Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".

Il 3 diicembre del 1998 si manifesta su PC, con la versione Nintendo 64 a seguire, Star Wars: Rogue Squadron, esordio di una serie che negli anni diventerà fra le più amate a tema Guerre Stellari. A svilupparlo troviamo Factor 5 (con tanto di Chris Hülsbeck alle musiche), studio tedesco diventato grande su Amiga con la serie Turrican che qui, dopo due anni di transizione su PlayStation, sboccia finalmente anche nel mondo del videogioco moderno, con uno sparatutto spaziale molto ben accolto da pubblico e critica, in special modo su console, dove la gente non se la mena con le pretese di simulazione. Negli anni arriveranno due seguiti su GameCube, il primo dei quali verrà acclamato come capolavoro assoluto.

Il giorno dopo, con un anno di ritardo rispetto all'uscita giapponese, arriva sulle PlayStation europee Mega Man Legends, bizzarra divagazione tridimensionale per il Blue Bomber di Capcom. Il gioco è un action adventure che pone grande enfasi sull'esplorazione e sul combattimento in 3D, abbandonando quindi completamente le solite meccaniche platform, e racconta vicende ambientate in una sorta di Terra postapocalittica, quasi completamente sommersa dalle acque. Accolto con moderato favore al lancio, Mega Man Legends diventerà col tempo un piccolo culto e godrà perfino di un seguito e uno spin-off, senza contare il terzo capitolo dallo sviluppo ahinoi interrotto anzitempo.

Nello stesso mese vede la luce Glover, bizzarro gioco di piattaforme con le mani in pasta degli Oliver Twins, coppia di sviluppatori dalla gloriosa carriera a 8 bit ma qui forse all'ultimo titolo vagamente degno di essere ricordato. Ad essere interessante è soprattutto il concept di base: si controlla un guanto fluttuante che deve portare una palla al termine dei vari livelli. Accolto in maniera abbastanza positiva, soprattutto nella versione per Nintendo 64, Glover andrà a tanto così dal godere di un seguito ma non se ne farà nulla.

L'11 dicembre 1998 scatta la tripletta. Innanzitutto, arriva in Europa Turok 2: Seeds of Evil, seguito del popolare FPS per N64 che propone una nuova campagna ricca di lucertoloni, il supporto all'espansione di memoria per la console Nintendo e una nuova dose di modalità multiplayer. Accolto in un tripudio di miccette, Turok 2, ramazza quasi un milione e mezzo di copie vendute e apre le porte per diverse altre uscite negli anni successivi.

Poi abbiamo Crash Bandicoot: Warped, terzo episodio nella serie di platform game ideata da Naughty Dog, nonché ultimo curato dai suoi creatori e forse unico che anche i detrattori più incattiviti riescono faticosamente a tollerare nella categoria “Sì, dai, ci sta dentro”. Di sicuro, nel 1998 viene accolto in maniera trionfale e conferma la forza del peramele con quasi tre milioni di copie, che garantiranno la sopravvivenza della saga su PlayStation 2, Naughty Dog o non Naughty Dog.

Ma entrambi i giochi menzionati qua sopra devono solo inchinarsi di fronte all’ultima uscita (europea) che segnalo per l’11 dicembre 1998: The Legend of Zelda: Ocarina of Time. Finalmente, anche l’altra serie ammiraglia di Nintendo compie il suo salto nella terza dimensione con un gioco mastodontico, che molti considereranno nei secoli dei secoli come il migliore della serie e che introduce svariate idee poi diventate colonne portanti del videogioco tridimensionale, a cominciare dall’innovativo sistema di mira. Campionissimo sulle pagine delle riviste, amato e riverito da tutti e capace di piazzare attorno ai nove milioni di copie, Ocarina of Time si conquista un posto d’onore nel cuore di tanti videogiocatori e godrà negli anni di alcune riedizioni, compresa quella per Nintendo 3DS.

Cambiamo completamente genere con l’uscita, il 12 dicembre 1998, di Falcon 4.0, capitolo conclusivo nella serie di simulatori di volo ideata da Spectrum Holobyte nel 1984. Il gioco, uscito dopo uno sviluppo molto travagliato, anche a causa di svariati passaggi di proprietà, è un rigorosissimo mattone, duro come la sella di un cosacco ma capace di regalare soddisfazioni immense a chi ne sfonda la scorza. Riscuoterà un grosso successo, quantomeno per i canoni della serie e del genere, andando poi a conquistarsi una longevità invidiabile, con la comunità che ne prenderà sostanzialmente possesso e lo manterrà in vita per oltre un decennio.

Infine, il 21 dicembre 1998 segna l’uscita di Baldur’s Gate, storico punto di svolta per il gioco di ruolo su computer, con cui BioWare piazza la bandierina su un genere del quale prenderà possesso per almeno un decennio (poi, certo, se lo chiedete a me, Baldur’s Gate può solo pupparlo a Fallout, ma non divaghiamo). Il gioco segna anche l’esordio del popolarissimo Infinity Engine, tramite cui propone un’avventura enorme, un sistema di combattimento che mescola in maniera intelligente turni e tempo reale, un ottimo utilizzo della licenza di Advanced Dungeons & Dragons e dei Forgotten Realms e perfino una modalità multiplayer, grazie alla quale è possibile dividersi i vari membri del party, tanto in LAN quanto su internet. Ah, bei tempi. Il gioco riscuote un successone e negli anni usciranno espansioni, un seguito, degli spin-off su console e un remake, con un terzo capitolo ufficiale messo in produzione ma abortito nel 2003.

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