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L'allegria contagiosa di Darksiders II, tra Morte, Guerra e Apocalisse

L'allegria contagiosa di Darksiders II, tra Morte, Guerra e Apocalisse

Causa poco tempo a disposizione e un feeling che non è mai scattato veramente, non ho giocato a Darksiders. Alla fine, però, tra un amico che mi ha fatto una testa così sul gioco e la fame di nuovi titoli dopo il piattume delle ultime settimane, ho preso Darksiders II per Xbox 360 al day one, quasi a scatola chiusa e per fortuna non è stato un acquisto di cui mi sono pentito. Tra i vari trailer e qualche walkthrough del primo episodio, sapevo bene o male cosa aspettarmi e infatti Darksiders II, dopo una classica introduzione in cui conosciamo il nostro allegro alter ego, inizia con una sequenza che mette in campo fin da subito tutte le influenze raccolte da Vigil Games per questo sequel.

Grandi aree esplorabili in sella a un cavallo, combattimenti veloci, immediati ed esaltanti e passaggi platform molto classici ma spettacolari al punto giusto. In pratica viene subito in mente il trittico The Legend of Zelda-God of War-Prince of Persia (ma ci aggiungerei anche Tomb Raider, Assassin's Creed e un pizzico di Rune per le ambientazioni), scelta che se da un lato non depone molto a favore della personalità del gioco, dall'altro assicura un gameplay molto collaudato e ricco di diverse influenze, soprattutto grazie agli inserti platform. Nei panni di Morte, disposto a tutto pur di trovare le prove per scagionare il fratello Guerra dall'accusa di aver causato l'Apocalisse, potete saltare, correre sulle pareti, aggrapparvi a sporgenze e blocchi all'interno di location davvero vastissime e complesse al punto giusto, con una notevole estensione in verticale e tantissime aree segrete da scoprire proprio grazie alle evoluzioni ginniche di Morte. A parte qualche difficoltà iniziale, i controlli funzionano più che bene, anche se viene a mancare quella fluidità di movimenti riscontrata nei vari Prince of Persia e Assassin's Creed. Agli elementi platform si aggiungono quelli più adventure, con puzzle ed enigmi piuttosto semplici per sbloccare leve, porte e passaggi. Su questo versante Darksiders II risulta fin troppo ripetitivo sulla lunga distanza, ma la difficoltà di tali passaggi non sfocia mai nella frustrazione e si tratta comunque di simpatici diversivi che mettono in risalto anche la complessità del level design. Tra templi sotterranei, labirinti e veri e propri "mondi" a parte, le location interne di Darksiders II sono davvero gigantesche, complesse e quasi epiche nella loro ostentazione di grandezza, anche se la comoda mappa e un minimo di ambientazione iniziale impediscono di perdersi e di trovarsi completamente spaesati di fronte a simili dimensioni.

Se queste sezioni interne sono il fiore all'occhiello del gioco, i passaggi nelle vaste aree esterne che danno quasi un'idea di free roaming non sono altrettanto convincenti. La vastità dei paesaggi è anche in questo caso notevole, ma i nemici sono troppo diradati, l'ambiente è fin troppo spoglio e i controlli del cavallo lasciano un po' a desiderare, soprattutto in fase di combattimento. Percorrendo queste aree, che a tratti mi hanno ricordato i rimandi fantasy-invernali di Skyrim, si possono però scoprire sezioni di mappe nascoste ricche di tesori e la loro presenza spinge spesso a deviare dalle quest principali per concentrarsi sulla pura esplorazione. Non è un caso se la longevità può variare dalle 15 alle 20 ore proprio per l'atteggiamento più o meno "curioso" del giocatore e questo, per chi cerca un action-adventure il meno lineare possibile, non è un pregio da sottovalutare. Platform, esplorazione, enigmi e un pizzico di free roaming sono poi affiancati dai combattimenti e anche qui Darksiders II non delude.

Certo, il fatto che si possa avere la meglio sui nemici quasi esclusivamente con un classico button mashing è innegabile, ma le varianti in gioco sono numerose sia a livello di armi primarie e secondarie (certi martelli giganti rasentano la sboronaggine suprema), sia grazie a numerose combo da imparare spendendo un bel po' di denaro e alle abilità speciali che Morte può imparare al passaggio di livello. In questo caso l'albero delle skill diviso in due grandi sezioni non è dei più forniti, ma la varietà non manca e, tra evocazione di minion, modalità berseker e sdoppiamenti per risolvere alcuni puzzle, c'è tutto quello che serve per non limitarsi a menare a destra e a manca come un ossesso. Ho poi apprezzato la personalizzazione di Morte nei vari componenti dell'armatura e il fatto che, prima di raccogliere un qualsiasi oggetto, possiamo vedere subito se sia più o meno potente di quello che stiamo usando in quel momento, cosa presente anche nelle sezioni di compravendita con i vari PNG.

Grazie a tutti questi fattori messi insieme, giocare a Darksiders II è un'esperienza davvero soddisfacente. Tutto è fluido e ben organizzato, non ci si annoia quasi mai nonostante la lunga durata (giusto qualche ripetizione negli enigmi e in certi passaggi platform), gli ambienti di gioco trasudano grandiosità ed epicità da ogni poro, la colonna sonora di Jesper Kyd non delude e, cosa forse più importante, si ha sempre voglia di esplorare, di trovare scrigni nascosti e di scovare aree segrete (persino sott'acqua, visto che Morte è anche un eccellente nuotatore e apneista). Perchè allora "solo" un 8 e non un 9? Per tre ragioni fondamentali. Da un lato la trama del gioco è davvero poca cosa, i PNG sono poco interessanti (a parte look e dimensioni) e anche Morte non è un alter ego a cui ci si affeziona più di tanto, soprattutto per linee di dialogo non molto ispirate e un carisma che fa fatica ad emergere. Seconda cosa, già accennata all'inizio della recensione, è la modesta personalità del gioco; le influenze sono davvero tante e in diversi passaggi vengono in mente altrettanti giochi ispiratori (a un certo punto ho pensato anche a Enslaved).

Non che l'originalità debba essere santificata a tutti i costi, ma qualche trovata più personale non avrebbe fatto male e il fatto che lo stesso Morte sembri quasi un sosia di Raziel sotto steroidi non è proprio un bel biglietto da visita. Infine, accanto a un ottimo doppiaggio italiano, il comparto grafico non è dei migliori visti ultimamente. Nulla da ridire sul level design e sul concept art del mondo di gioco, ma molti elementi degli scenari si ripetono troppo spesso, alcune texture sono degne di un gioco per Wii e certi modelli poligonali (si veda ad esempio il boss "pianta") lasciano un po' a desiderare, il tutto con un frame-rate non impeccabile nei grandi spazi aperti e improvvisi micro-freezing durante alcuni caricamenti. Non aspettatevi insomma un Gears of War 3, ma anche con questi limiti Darksiders II merita assolutamente di essere giocato e perchè no anche rigiocato.

Ho giocato a Darksiders II su Xbox 360, con una copia come detto acquistata di mio pugno, a livello di difficoltà medio, terminando il tutto in circa 18 ore. Il gioco è disponibile anche per PC e PlayStation 3. 

Voto: 8

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