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La mensola di Shin X #30 - Titan Souls: una freccia dritta al cuore

La mensola di Shin X #30 - Titan Souls: una freccia dritta al cuore

Da sempre sostenitore di titoli bistrattati dalla critica, Shin X è passato da “difensore dei poveri” a “masochista”, da “acquirente compulsivo” a “forzato bastian contrario”. La verità è che a suo parere ogni titolo può dire qualcosa: c’è chi sbraita, chi sussurra, chi lo fa con i sottotitoli e chi lo recita in versi. L’importante è avere lo spirito di voler ascoltare. E l’antro in cui riposano questi brutti anatroccoli è la sua mensola. L’unico luogo nel quale possono diventare cigni.

Titan Souls, fin dal nome, è un'evidente dichiarazione d'intenti. I titani disseminati in un mondo brullo e fascinoso riportano alla mente gli scontri epici con le creature di Shadow of the Colossus, mentre la parola "solus" è un palese richiamo alla serie From Software. Il livello di difficoltà, infatti, è molto alto e le morti continue, ossessive e avvilenti non mancano. Tuttavia è proprio qui che risiede gran parte del carisma di Titan Souls, un progetto indie che ha raccolto in seno a critica e pubblico consensi e sassate. La poca omogeneità dei feedback è assai frequente per quei giochi la cui formula può apparire semplicistica o geniale. Il titolo di Acid Nerve getta un eroe silenzioso in una terra onirica e misteriosa, alla ricerca di un numero imprecisato di titani da abbattere. Per farlo avrà a disposizione un arco con una sola freccia e basterà un semplice colpo per spedirlo a miglior vita.

Essenziale, squadrato, misterioso.

Essenziale, squadrato, misterioso.

Per fortuna, la freccia utilizzata può essere richiamata a sé tramite la semplice pressione di un tasto, con la duplice funzione di recupero e attacco "di ritorno". Nulla ci vieta di raccoglierla passandoci sopra, e spesso è la soluzione migliore, ma le dinamiche degli scontri prevedono anche eventuali colpi a sorpresa, in una commistione di strategia e fortuna capace di rendere le lotte sempre dinamiche e serrate. Anche i titani vanno giù con un singolo colpo: ovviamente i loro pattern d'attacco e la stessa conformazione fisica sono totalmente orientati alla difesa dell'unico punto debole. Ne scaturiscono duelli quasi western, nei quali lo studio iniziale, la pianificazione e il sangue freddo convogliano in una danza mortale, veloce e impietosa. Basta una manciata di secondi per vincere, magari dopo un inaspettato colpo di fortuna o dozzine e dozzine di tentativi falliti.

Freddo, asettico, fascinoso.

Freddo, asettico, fascinoso.

La formula di Titan Souls è tutta qui, croce e delizia di un progetto che non prende scorciatoie e si propone al giocatore in maniera ciclica e spiazzante. La rappresentazione del mondo di gioco è molto simile a quanto visto in Shadow of the Colossus, con una direzione artistica chiaramente ispirata al capolavoro Sony. La deliziosa grafica in pixel art a volo d'uccello è realizzata con sapiente essenzialità. Le distese verdi costellate da antiche rovine, i rigagnoli d'acqua, le strutture ornate da strani simboli, le oscure caverne ricoperte di muschio, i laghi sotterranei. Il mondo tratteggiato da Titan Souls, proprio come il capolavoro di Fumito Ueda, agisce per sottrazione, donandoci un universo spoglio, ma non vuoto, che ammanta di mistero ciò che il racconto consapevolmente omette. Dalle scritte intellegibili alle motivazioni dietro la lotta contro i titani: quella che può apparire come una narrazione povera o pretestuosa è in realtà una tela dove siamo chiamati a dipingere. Il colpo d'occhio finale, la visione d'insieme del disegno, dipendono esclusivamente da noi.

Sono in molti a non gradire questo tipo di approccio, tuttavia lo charme che ne scaturisce è innegabile. Titan Souls è una creatura bizzarra, sfuggevole. Per quanto spezzettata e sfiancante, la giocabilità appare quasi ipnotica, nel suo ossessivo trial and error. Anche i checkpoint "vicini ma non troppo" concorrono ad un senso di alienazione difficile da descrivere a parole. Personalmente lo ritengo un piccolo gioiello, capace di coniugare una formula ludica essenziale con una caratterizzazione di nemici e ambientazioni davvero eccellente. Dopo una primissima zona circoscritta, saremo liberi di esplorare il mondo allestito dagli Acid Nerve. Un microcosmo non immenso, sia chiaro, ma assai seducente. Se dovesse scattare la molla com'è successo a me, nulla potrà staccarvi dal gioco, per le sue 3/4 ore di durata.

Gigantesco, iconico, letale.

Gigantesco, iconico, letale.

Accompagnati da uno splendido sonoro orchestrato, un autentico fiore all'occhiello dell'intera produzione, il vostro viaggio potrebbe rivelarsi frustrante, ripetitivo, frammentato. Eppure Titan Souls, al netto dei suoi limiti,rimane un esperimento pienamente riuscito. Un concentrato di sfida e carisma, un inno alla giocabilità essenziale, che pur senza fronzoli riesce a colpire chiunque abbia la volontà di carpirne lo spirito.

Un genuino e mortale duello d'altri tempi: nelle dinamiche, il fascino e gli intenti.

Old! #130 – Ottobre 1975

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L'evocatore della domenica #16

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